Natura e Ratio, la figura della donna nel Pop Surrealism

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Nei locali dell’Hotel Ergife di Roma si è svolta, nelle giornate dell’ 8, 9 e 10 Marzo, ” The Other side of the Ink” la prima Tattoo convention tutta al femminile che ha visto riunite più di 50 artiste da tutto il mondo.

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La manifestazione che volutamente strizza l’occhio alla figura della donna nella sua interezza di persona e di artista promuove  un importante appuntamento con l’arte come strumento massimo d’espressione. Parallelamente all’antica arte dei tatuaggi, infatti, la  convention presenta la collettiva d’arte “Natura et Ratio“, curata da Andrea Oppenheimer, in cui diversi artisti, volutamente di entrambi i sessi, ricercano il “femmineo” ed esprimono la propria immagine di donna attraverso le molteplici declinazioni dell’arte del XXI secolo, una narrazione stilistica unica che si esprime attraverso sperimentazioni artistiche diverse che vanno dalla fotografia all’urban art, dalla pittura all’illustrazione.

Il concetto di donna nell’arte ha sempre simboleggiato un fulcro importante, un oggetto d’ispirazione nell’immaginario degli artisti da sempre influenzati dai canoni estetici e sociali propri dei loro tempi. La rappresentazione femminile nell’opera artistica, infatti, ha subito grandi cambiamenti nel corso della storia legati all’evoluzione delle tecniche artistiche ma in modo particolare al ruolo simbolico e sociale attribuitole. Basti pensare alle prime rappresentazioni dell’epoca primitiva in cui la donna veniva raffigurata come simbolo di fertilità ed abbondanza, alle madonne viste come oggetti sacri nell’arte medievale, alle rappresentazioni Neoclassiche in cui la donna veniva ritratta come rappresentazione del lato sentimentale legato all’esistenza,una donna portatrice di sentimento ed emotività in perfetta armonia con la sua natura. Fino ad arrivare ai primi del 900 in cui il concetto di donna è completamente stravolto e raffigurato come “femme fatale” una donna seduttrice capace di sottomettere l’uomo al suo potere. Nel corso dei secoli  la femminilità è così riprodotta nelle diverse sfaccettature legate al concetto di bellezza, dell’intelletto, del costante dualismo intrinseco nel suo ruolo simbolico tra razionalità e sentimento, donna madre e amante, santa o figura demoniaca;la donna come archetipo del condizione umana e sociale.

Nella collettiva “Natura et Ratio” viene presentata una visione ancora diversa del femmineo grazie alla partecipazione di alcuni dei migliori artisti italiani appartenenti alla corrente artistica del “Pop Surrealism” che si esprime attraverso una comunicazione visionaria ed unica in cui l’estremizzazione dell’immagine racchiude la rappresentazione del quotidiano, una critica alla società moderna.

In questo contesto ritroviamo, per citarne alcuni,le surreali ragazze dai lunghi capelli corvini disegnate con l’uso della penna bic nera della bravissima Virginia Mori, le visioni oniriche di Paolo Petrangeli, i manifesti pubblicitari, in cui il soggetto è la donna, dell’artista romano Marco Rea che attraverso l’uso dello spray stravolge completamente l’immagine patinata rappresentata  nella pubblicità portando alla luce una aspra critica alla contemporanea società dei consumi.Sono presenti a completamento della mostra opere di alcune tatuatrici professioniste ed alcuni contributi fotografici.

Ho avuto il piacere di conoscere Andrea Oppenheimer e di approfondire con lei alcune tematiche.

Andrea, ho avuto modo di leggere alcuni tuoi scritti sul ” Pop Surrealism” puoi raccontarmi come hai intrapreso questo lavoro…

Devo dire che il tutto è nato in modo molto casuale, sotto tutti i punti di vista. Ci tengo a sottolineare che non ho studiato storia dell’arte e da una parte, anche se può sembrare strano, è stata una fortuna. Infatti il modo per arrivare a capire il “Pop Surrealism”, il saperlo comprendere e spiegare è legato alla mia formazione. Ho studiato sociologia  e scienze della comunicazione ed una delle mie grandi passioni è stato lo studio dell’antropologia della comunicazione visuale che rappresenta la base per la lettura di questa corrente artistica proprio perché è una interpretazione antropologica di quello che è l’essere umano urbano attuale, dell’ambiente in cui vive e di come interpreta la società che lo circonda. Tutti elementi presenti nel “Pop Surrealism” che a suo modo rappresenta un contenitore di diverse cose tra cui la critica da parte degli artisti alla società dei consumi.

Una seconda grande passione sviluppata all’università è stato lo studio della semantica, la semiologia  lo studio e l’interpretazione di codici e sottocodici. Essendo l’arte un linguaggio ed il “Pop Surrealism” in particolare è  un frullato di segni, di significati e significanti, comprenderlo per me è stata una cosa alquanto naturale.

 Hai curato altre mostre in precedenza, come nasce il progetto “Natura et Ratio”…

Sono stati gli organizzatori della convention che mi hanno chiesto di curare la mostra .Il concept nasce proprio dal fatto che questa è la prima convention di tatuaggi tutta al femminile e quindi è stato naturale per me invitare un certo numero di artisti che avrebbero interpretato ,ognuno a suo modo, il concetto di femminilità.

Sono gli artisti con cui di solito lavori…

Ho portato alcuni artisti con cui di solito lavoro ma altri  sono nuove fortunatissime conoscenze.

Quali sono i tuoi progetti futuri…

Sto organizzando la doppia personale “Divide et Impera” degli artisti Marco Rea e Michele Guidarini nella città di Carrara che inaugurerà il 15 Marzo. Due artisti talentuosi che simbolicamente si affronteranno attraverso la loro arte.

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