Presentato al cinema Alcaraz l’8 maggio e con la collaborazione della Cineteca di Bologna, dal 29 maggio arriverà nelle sale Natural Resistance, una produzione Les Film Du Rat, con Goatworks Films e Prodigy, realizzata da Jonathan Nossiter e distribuito da Lucky Red.

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Non a caso quasi in concomitanza con le elezioni europee, il film racconta la battaglia silenziosa tra la “burocratarchia” di Bruxelles e alcuni vignaioli italiani che, a causa di continue politiche agrarie favorevoli alla grande industria piuttosto che alle piccole imprese, rischiano di perdere le proprie aziende e tutto ciò per cui hanno lavorato.

Cavallo di battaglia del documentario è la sua naturalezza e la quasi totale assenza di artifici cinematografici. L’uso di filtri è nullo e la luce usata è prevalentemente quella del sole di fine estate. I protagonisti sono gli stessi vignaioli che, senza seguire un copione ben preciso, semplicemente si trovano a raccontare la propria esperienza come agricoltori e di come, punto in comune fra tutti, mettano alla base del loro lavoro il rispetto per la terra.

Non si ricerca, quindi, uno stile che faccia parlare di sè, l’intento di Natural Resistance è solo la critica e la messa in luce delle contraddizioni esistenti in quelle autorità e in quei marchi, come il DOP, che, invece di proteggere i prodotti tipici delle regioni e di favorire la biodiversità nell’agricoltura, sembrano pericolosamente puntare all’omologazione di massa e alla distruzione delle piccole e medie imprese.

<< L’estate scorsa – spiega il regista riguardo alla nascita del film – mi trovavo a Pacina, in Toscana, in un monastero riconvertito in azienda vinicola. Lì, Giovanna Tiezzi e Stefano Borsa hanno ospitato una riunione con altri due produttori di vino naturale, Corrado Dottori e Stefano Bellotti ed il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli.
Si è discusso delle sfide da affrontare nel trasmettere la vitalità del passato attraverso il presente e di questioni di grande importanza in ambito ecologico, sociale e culturale, ma il modo tutto italiano di affrontarlo, con gioiosa anarchia, ha reso il tutto più intenso.
È stato un incontro appassionato e commovente, allo stesso tempo ironico e provocatorio, al quale mi è parso un privilegio poter partecipare. Trovandomi lì con la mia videocamera non ho perso occasione di documentare quel momento>>.

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