Debutto nazionale, mercoledì 28 febbraio alle 21 alla Sala Bartoli, per Anomalie di Mauro Covacich, nuova produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Il trittico – affidato al linguaggio registico sapiente di Igor Pison, che vi dirige Filippo Borghi, Federica De Benedittis, Andrea Germani e Riccardo Maranzana – racconta il conflitto nella ex Jugoslavia che però  è pars pro toto per raccontare di atrocità ancora attuali.

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Repliche fino al 18 marzo.

Debutto nazionale, mercoledì 28 febbraio alla Sala Bartoli, per il cartellone Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: va in scena un nuovo spettacolo di produzione, da tre racconti dell’importante autore triestino Mauro Covacich. Si tratta di “Anomalie” che prende il nome dalla raccolta da cui sono tratti i diversi testi.

Testi che compongono da un lato una riflessione universale e emozionante sul tema della guerra, e contemporaneamente ripercorrono il conflitto nell’ex Jugoslavia che viene usato come pars pro toto per raccontare di atrocità ancora attuali.

Ogni parte del trittico – spiega Igor Pison, l’ottimo regista cui è stato affidato questo significativo lavoro con la Compagnia Stabile – presenta una peculiarità estetica e poetica, perché viene filtrata dal personaggio che la racconta. Anche il lavoro sugli attori della compagnia è stato portato avanti in questa direzione: si mischiano infatti realismo e formalismo.

La guerra è una situazione che nega la vita. Tutti ne sono possibili e potenziali vittime

Pison ha già lavorato con successo con gli attori della Compagnia Stabile ed in questo spettacolo dirige con l’intensità e la meticolosità che lo contraddistinguono Filippo Borghi, Federica De Benedittis, Andrea Germani e Riccardo Maranzana.

Il colto e potente linguaggio registico di Pison saprà valorizzare al massimo i tre diversi “sguardi” sulla guerra della ex Jugoslavia, restituiti da Covacich

«proprio negli anni – scrive – in cui mi stavo abituando a pensare alla guerra come a un’esperienza televisiva».

È anche in ciò il senso dell’operazione progettata dallo Stabile regionale: nella dura presa di coscienza che il dolore, l’atrocità e l’insensatezza appartengono a ogni guerra, ad ogni tempo e che non si tratta mai, purtroppo, di orizzonti lontani.

Ed è particolarmente inquietante sottolinearlo, riferendosi ad una guerra che un paio di decenni fa ci ha sfiorato appena, e mentre i media propongono le terribili immagini della Ghouta dove civili indifesi sono rimasti intrappolati nello scontro fra siriani e ribelli.

In “Anomalie” si inizia seguendo un gruppo di ragazzi di Sarajevo, che marinano la scuola per giocare una partita a pallacanestro: ma è la loro quotidianità che dovrebbe sferzarli d’adrenalina… Il campo di basket – come il posto di lavoro, la scuola, il mercato – si raggiungono sfidando la mira dei cecchini, abbassandosi sul tram sotto il fuoco degli spari, tentando di schivare la paura dei campi minati. La vita continua, nonostante tutto.

Il secondo personaggio invece sta “dall’altra parte”: è un cecchino, che in cima a un palazzo, sceglie con cinica crudeltà le sue prede e ne immagina la vita.

Ma presto diverrà a propria volta una preda. Infine l’amore disperato e struggente di due giovani, tormentati dall’odio di razza e di religione, soffocati dall’arroganza di chi ha deciso dei loro destini, privandoli di ogni possibilità di futuro.

«Il racconto è una forma espressiva molto più simile alla canzone che al romanzo – scrive Mauro Covacich nell’introduzione al suo “Anomalie” – c’è un’idea principale, di solito una specie di folgorazione, che si trascina tutto il materiale a folle velocità verso l’epilogo, e lo fa lungo una linea retta, che rende difficili per non dire impossibili le digressioni (…) A me ha sempre fatto pensare a un tuffo, una caduta a precipizio formalizzata in un gesto»

Igor Pison, che ha curato anche la rielaborazione drammaturgica in funzione del linguaggio teatrale, mantenendo la poetica di Mauro Covacich, restituirà sicuramente attraverso il suo lavoro di messinscena la sensazione inquietante di questo tuffo.

La produzione di “Anomalie” rappresenta così anche un nuovo passo nella ricerca sulle contaminazioni fra linguaggi teatrali e letterari, che lo Stabile sta portando avanti attraverso proposte di produzione e di ospitalità (ricordiamo i recenti “Qualcuno volò sul nido del cuculo” oppure “Il nome della rosa”), e che proseguirà con la messinscena de “Il sogno di un uomo ridicolo” di Dostoevskij e  “I Miserabili” di Victor Hugo.

“Anomalie” di Mauro Covacich va in scena nella regia di Igor Pison: ne sono interpreti Filippo Borghi (Carceriere/ Zarco), Federica De Benedittis (Carceriere/ Mariana), Andrea Germani (Capitano/ Vlado), Riccardo Maranzana (Cecchino).

Le scene e i costumi sono di Petra Veber, le luci di Davide Comuzzi.

La produzione è del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

“Anomalie” è in cartellone al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia da mercoledì 28 a domenica 18 marzo, alla Sala Bartoli.

I biglietti per lo spettacolo sono ancora disponibili presso tutti i punti vendita del Teatro Stabile regionale e naturalmente anche attraverso il sito www.ilrossetti.it.

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