Newsies: successo al Teatro Nazionale di Milano per il musical della Disney

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New York 1899. E una cartina ingiallita della Grande Mela di fine ‘800. Il sipario di Newsies, il nuovo musical firmato da Federico Bellone (già aiuto regista di Saverio Marconi e direttore di Dirty Dancing, Titanic, A qualcuno piace Caldo), si alza da pochi giorni sul Teatro Nazionale per raccontare una storia realmente accaduta.

Se in Italia i ragazzini per tirare su qualche centesimo si improvvisavano lustrascarpe (Sciuscià), nel Nuovo Continente si prodigavano come strilloni, venditori di strada dei quotidiani. Un pacco da 100 copie per 50 centesimi di dollaro, da distribuire nei quartieri della città.  Ragazzi senza casa, senza famiglia, ma con il sogno di farsi una famiglia, una vita vera.

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E’ quello che sogna il protagonista Jack (Flavio Gismondi), diventare qualcuno, una persona importante ma non nella grande città. Piuttosto una piccola realtà lontana, come Santa Fé nel New Messico.

Jack fa parte di un gruppo di strilloni che lavorano per il quotidiano del potente Pulitzer (si quello del premio giornalistico). Tutto il giorno in strada a urlare i titoli di prima pagina, magari inventandosi di punto in bianco anche le notizie pur di finire la mazzetta acquistata.

Ma le notizie di prima pagina non sono così allettanti. Pulitzer (Simone Leonardi) è in crisi. Senza ascoltare i consigli dei suoi collaboratori, per guadagnare di più decide di aumentare il prezzo di acquisto delle copie vendute agli strilloni da 50 centesimi di dollaro a 60 centesimi per cento copie. I ragazzi inizialmente pensano sia uno scherzo, ma verificato che non è così pensano ad azioni per farsi rispettare.

David (Roberto Tarsi), che si è aggiunto temporaneamente al gruppo per aiutare la famiglia in un momento di difficoltà economica, suggerisce di creare un sindacato che protegga e rappresenti tutta la categoria.

Jack viene messo a capo di questo sindacato e mandato a parlare con il potente Pulitzer. Negato l’incontro,  attuano il primo sciopero degli strilloni di Mahattan. Ma il piano fallisce. La polizia disperde gli scioperanti arrestando anche il più debole di questi, Gruccia (Andrea Fazio), un ragazzino storpio, gracile, ma con grinta e convinzione da vendere.

Jack è preso dallo sconforto. Non tanto per il fallimento dello sciopero, quanto per l’arresto del suo amico. Grazie all’aiuto della giovane giornalista Katherine Plumber (Giulia Fabbri) che scrive per la testata antagonista di quella di  Pulitzer, la storia degli Strilloni sale agli onori della cronaca e si conquista la prima pagina. Pulitzer va su tutte le furie soprattutto perché a scrivere la storia è proprio sua figlia (Plumber è solo un cognome fittizio) . Jack, convinto da David a ritornare a capo del gruppo, organizza una riunione con tutti gli strilloni dei sobborghi di New York e si precipita nell’ufficio di Pulitzer per invitarlo. Ma avrà l’amara sorpresa di ritrovarsi di fronte a Katherine messa a tacere dal padre. Pulitzer fa arrestare Jack che viene momentaneamente segregato nella cantina del giornale insieme ad una vecchia rotativa. Qui dovrà pensare se accettare la proposta del magnate: se lo sciopero verrà annullato tutte le sue pendenze con la giustizia saranno cancellate e avrà denaro a sufficienza per andare a Santa Fé, altrimenti sarà rinchiuso nell’orribile istituto del cattivo Snyder (Andrea Spina).

Jack raggiunge gli strilloni riuniti nel teatro della procace soubrette Edda Esposito (Simona Patitucci). Ci sono proprio tutti, anche gli strilloni di Brooklyn capitanati dal temuto Rosso. Jack, sorprendentemente, vota contro lo sciopero, accettando così la proposta di Pulitzer. Ma Dave e gli altri ragazzi non ci stanno, gli voltano le spalle. Ancora grazie all’aiuto di Katherine che ha scoperto, attraverso disegni di Jack, lo squallore in cui vengono tenuti i ragazzi da Snyder, senza mangiare e senza vestiti, pubblicano in segreto una edizione straordinaria, stampata proprio dalla vecchia rotativa di Pulitzer. Una copia di queste viene inviata al governatore Theodore Roosvelt che arriverà a supportare la causa degli strilloni. Pulitzer, con le spalle al muro, dovrà accettare l’accordo con Jack: ricomprerà le copie invendute. Gruccia viene liberato, Snyder arrestato, l’Istituto chiuso.

Pulitzer offrirà anche un lavoro nel suo giornale a Jack come disegnatore di vignette satiriche. Jack alla fine deciderà di non partire più per Santa Fé e continuare a stare con gli amici e Katherine, diventata la sua ragazza.

Questa la storia. Una storia scritta inizialmente per il grande schermo e prodotta dalla Disney. Il film “Newsies”, uscì con scarsissimo successo nel 1992 pur ricevendo premi per l’interpretazione di un giovanissimo Christian Bale (si quello che poi prenderà un premio Oscar…) provetto cantante e ballerino nel ruolo di Jack.

Ma nel 2011 la Disney trasforma questo flop in un musical di successo. Il titolo resta a Broadway per un paio di anni ottenendo premi e riconoscimenti.

L’Italia, con questa versione, è la prima nazione a rappresentarlo. E lo fa bene, seguendo tutte le regole del buon musical americano. Il cast è valido. In particolar modo il gruppo degli strilloni. Flavio Gismondi (Jack), già visto nel Romeo e Giulietta di Cocciante e, la scorsa stagione, apprezzatissimo  nel tormentato Spring Awakening, è destinato a diventare attore di punta del teatro musicale grazie alla sua voce potente, intonata, dalle tante sfumature e da una importante presenza scenica. Tra gli strilloni, Andrea Fazio (Gruccia) e Giovanni Abbracciavento (Razzo), buon attore e cantante, ma soprattutto ballerino di grande qualità e prestanza fisica (se mai faranno Rocky in Italia, Abbracciavento potrebbe candidarsi come protagonista, la somiglianza e Il fisico alla Stallone ce l’ha). Giulia Fabbri (Katherine) ha la voce giusta per cantare “alla Disney”.  Un po’ sottotono e forse fuori parte Simone Leonardi  (Pulitzer).

Le coreografie dell’onnipresente Gillan Bruce, sono efficaci e di impatto. E i ragazzi le eseguono con perfezione ed energia. Soprattutto il numero di tap “Re di New Jork” che apre il secondo atto.

Un buon prodotto tutto sommato, gradevole, senza tanti frizzi e lazzi, con luci perfette, scenografie adatte e costumi d’epoca che piacerà soprattutto agli appassionati del marchio Disney.

In scena al Teatro Nazionale di Milano fino al  27 dicembre.

www.newsies.it

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