E’ questo il motto della seconda edizione dell’evento Parole O_stili che si è tenuto nelle scorse settimane nella cornice della Stazione Marittima di Trieste.

Otto panel con esperti di comunicazione in vari settori, un’assemblea plenaria per iniziare la giornata e un laboratorio sul controllo delle notizie per chiuderla.

Ha introdotto la giornata la presidente e organizzatrice dell’evento Rosy Russo con le sue parole chiave, ricordo e auspicio per la nuova edizione.

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Queste le sue parole: incontro, abbraccio e ponte; incontro di parole, di diverso tipo, incontri importanti.

Parole come ponti

Proprio la parola ponte e le parole come ponti (uno dei punti del manifesto di Paole O-stili) sono stati il fil rouge di questa edizione.

Ognuno dei relatori ha espresso la propria parola chiave ed eccone alcune.

Interculturalità: visto in prospettiva positiva di accoglimento della diversità e della conoscenza di mondi diversi, per la giornalista Rai Maria Concetta Mattei.

Cucina, argine contro la non realtà, per la chef Antonia Klugman; due le parole per la ex Sindaca di Rosarno Elisabetta Tripodi, chiarezza e semplificazione.

Per Agnese Moro, ospite speciale della giornata, due le parole: disarmarsi, unica cosa che può aiutare ad ascoltare parole che devi ascoltare o pronunciare.

La seconda è ascolto, per non trascurare il punto di vista degli altri.

Parole simili ma opposte
Michela Murgia a Parole Ostili 2018, Trieste © Fabrizio Caperchi Photography / La Nouvelle Vague Magazine 2018
Michela Murgia a Parole Ostili 2018, Trieste © Fabrizio Caperchi Photography / La Nouvelle Vague Magazine 2018

Parole O_stili è stato inaugurato dalla Lectio Magistralis di Michela Murgia, che si è sviluppata sull’ analisi di tre coppie di parole che vengono usate come sinonimi o equivalenti ma che invece in realtà sono opposte nei loro significati: a) avversario-nemico; b) semplificazione-banalizzazione e c) responsabilità-colpa.

Se guardiamo a queste tre coppie di parole vediamo come nel primo caso il primo termine stia a orbitare nel campo prettamente dialettico e implica un riconoscimento della persona che si ha di fronte.

Il secondo invece spesso indica un antagonista sì, ma non definito che spesso si riferisce a una personalità collettiva presa come capro espiatorio.

Il secondo duo di parole è ben esemplificabile dalla contrapposizione tra due motti: “Parla come mangi” e “Ti devono capire tutti”; bisogna prestare attenzione a cosa si dice poiché da una reazione e da un atteggiamento di pancia in molti casi non escono parole ma altro.

Per quanto riguarda l’ultimo caso la differenza cruciale sta nel fatto che tantissime volte la “colpa” è un qualche cosa che è già successo che viene usato per ottenere consenso tramite la definizione di un nemico mentre la responsabilità attiene al presente e ancora di più agli eventi futuri

Lo stato attuale dell’informazione

In un panel specifico tenutosi nella mattinata si è dialogato con alcuni professionisti riguardo all’informazione e allo stato attuale del giornalismo.

A partire dalla riflessione sulla spettacolarizzazione sempre più marcata dell’informazione al giorno d’oggi, dato il continuo riferimento ai dati dell’audience.

A proposito di questo, cioè alla questione “traffico/click” è stato sottolineato come questo sia diventato “una tenaglia mortale che ha indebolito la qualità dell’informazione.

Passando poi, tra gli argomenti di confronto, per l’obiettivo, necessario, di

recupero di credibilità da parte del giornalista che mai come adesso è fondamentale.
La vera sfida oggi non è una ricerca normativa ma sta nel ricostruire la credibilità del ruolo del giornalista come testimone della realtà.

Come ultimo tema ci si è posti la questione: è tutta colpa della tecnologia?

Spesso alla tecnologia si imputa la crisi editoriale; mentre più di qualcuno ha affermato, durante il panel, come la tecnologia sia solo un mezzo di cui il giornalista è responsabile e quindi come stia a ognuno di noi (professionisti e lettori) la gestione dell’informazione e la capacità di trasformare la realtà.

Parole O_stili a scuola e in famiglia

Uno dei panel pomeridiani si è concentrato sull’uso e abuso di parole ostili a scuola e di come poter mettere in atto cambiamenti.

E’ stata infatti presentata, dall’avvocato Paolo Russo la legge 71/2017 che permette anche agli “spettatori” di bullismo e di cyberbullismo di portare avanti un’istanza per individuare i colpevoli di questi atti e tutelare le vittime, anche grazie all’aiuto degli insegnanti.

Dall’altra parte sono state presentate le “schede didattiche”

le prime 120 schede per cominciare a cambiare il mondo

a partire già dalla scuola.

In tutte le famiglie spesso è presente una televisione, di cui spesso bambini e adolscenti abusano e su cui, altrettanto spesso, passa un po’ di tutto.

A parole o_stili è stato presentato invece il caso virtuoso di Discovery Channel, all’interno dei cui cartoni si trasmettono anche campagne di sensibilizzazione su temi sociali come appunto il bullismo (vedi una serie di puntate di “Oggy e i maledetti scarafaggi” sul tema).

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