Dal 29 maggio al 15 novembre in mostra gli scatti dell’intera carriera del fotografo emiliano. L’esposizione, curata da Francesca Fabiani, ripercorre il percorso dell’artista che ha saputo leggere e catturare le città.

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Architetture, strade, interni. Città metropolitane e di provincia. C’è tutto questo nelle immagini di Olivo Barbieri. Originario di Carpi, il fotografo sessantaquattrenne ha esplorato la dimensione urbana in tutte le sue sfaccettature.

Partendo dalla provincia fino ad arrivare alle megalopoli orientali, Barbieri riesce a cogliere la dimensione straniante del tessuto urbano che rende in fondo così simili tutte le città del mondo. Barbieri gioca con i dettagli e con la profondità di campo per descrivere i paesaggi di tutto il mondo.

Trovano spazio nell’esposizione anche le prime foto scattate negli anni ’70. La serie “Flippers”, immagini scattate all’interno di una fabbrica abbandonata, fa parte di “Images” (1977-2007), una delle sette sezioni che compongono la mostra. Il percorso espositivo si apre con la serie “Viaggio in Italia” (1989-83), che comprende gli scatti dell’omonima mostra organizzata da Luigi Ghirri nel 1984, che vide protagonisti insieme a Barbieri, anche altri grandi autori italiani tra cui Jodice, Basilico, Guidi.

“Artificial illuminations” (1982-2014) raccoglie gli scatti urbani notturni. Singapore, Tokyo, Pisa alcuni degli scenari immortalati. La lunga esposizione e la sapiente cura della composizione danno alle immagini un tocco surreale, anche senza il ricorso alla post-produzione. Dal 1989 Barbieri comincia a viaggiare in Cina. Per venticinque anni, due volte all’anno il fotografo si reca in Oriente. Ne nasce una serie di immagini che fanno parte della raccolta “China” e che descrivono il progressivo passaggio dalla Cina rurale a quella moderna.

Nella sezione “Virtual truths”, il fotografo comincia a utilizzare la tecnica del tilt shift, che diventerà il suo tratto distintivo e che gli permette di mettere a fuoco solo porzioni ristrette di spazio. L’effetto di queste immagini, le più suggestive della sua produzione, accentuano il senso di straniamento davanti a paesaggi urbani globalizzati. Si continua con “Site specific” e con gli ultimi lavori di “Parks”, con la natura che diventa protagonista assoluta, che chiudono l’esposizione.

Libri, documenti e video arricchiscono la retrospettiva. La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle 11 alle 19. Il sabato dalle 11 alle 22. Lunedì chiuso. Ingresso 10 euro.

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