Dal 26 al 27 maggio è andato in scena al teatro Vascello di Roma E ora passiamo ad altro scritto e diretto da Gabriele Linari. Organizzato e realizzato da CIES, Organizzazione Non Governativa che ha come scopo la promozione dei valori della solidarietà e della cooperazione, e MaTeMù, il Centro di Aggregazione Giovanile del CIES, lo spettacolo vede come protagonisti i ragazzi e le ragazze del quartiere Esquilino.

Un gruppo di persone defunte (per motivi che non veniamo a sapere e che non interessano) si ritrova ancora sulla “terra” in attesa di trovare un “passaggio” per l’oltre.

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Non più vivi e non ancora del tutto morti, attirano facilmente l’attenzione dei media che iniziano a intervistarli, pedinarli e sovraesporli. Tra i vivi, alcuni ragazzi di una piccola agenzia di spettacolo in crisi (sul confine tra successo e fallimento), decidono di “appropriarsi” dei morti per poterli vendere a trasmissioni spesso umilianti. Ma qualcosa va storto.
Evitando di connettere lo spettacolo con temi appartenenti al mondo horror degli zombie, Linari presenta al pubblico un’opera originale e fortemente incentrata sulla critica sociale.

Prendendo ispirazione da quella che il regista definisce “pornografia mediatica” incentrata sulle immagini del cadavere di Ailan, il bambino siriano morto sulle coste turche mentre fuggiva con i genitori verso la speranza di una nuova vita, allo spettatore si offre uno scenario simile nel quale, approfittando dell’interesse generato dai morti non morti, agenzie di marketing e telegiornali bombardano il paese con notizie e fatti riguardanti questi individui facendone una parabola prima di successo e amore poi di indifferenza e odio.
Oltre ad una storia e un messaggio efficaci, lo spettacolo si arricchisce delle ottime performance di tutti gli attori sul palcoscenico che, presentando una capacità attoriale sorprendentemente ottima, si impegnano inoltre in coreografiche e brani musicali eseguiti in modo eccellente.

Grazie ad una preparazione ben studiata, E ora passiamo ad altro si presenta al pubblico come un eccezionale esperimento teatrale dimostrando come sia possibile creare un’opera perfetta quando si lavora con impegno ma, soprattutto, con il cuore.

Dopo questo successo, siamo curiosi di vedere la prossima volta cosa saranno in grado di tirare fuori dal cilindro i ragazzi di MaTeMù.

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