Dal 16 al 21 novembre va in scena al teatro Rossetti di Trieste “Piazza degli Eroi”, intenso capolavoro di Thomas Bernhard.

È il 1988 e lo scrittore e drammaturgo austriaco Thomas Bernhard scrive “Heldenplatz”, ossia “Piazza degli Eroi”.

- Advertisement -

Heldenplatz o Piazza degli Eroi è un luogo storico a Vienna. Casa di grandi eroi, ospita due statue, una dedicata al principe Eugenio di Savoia e l’altra all’arciduca Carlo d’Austria, fratello del Sacro Romano Imperatore Francesco II. Ma è stata anche nido di serpi. Nel marzo 1938, Adolf Hitler vi annunciò l’Anschluss, l’annessione dell’Austria alla Germania nazista.

Siamo sempre a Vienna, sempre in marzo, ma cinquant’anni più tardi, nel 1988. Uno dei protagonisti del dramma “Piazza degli Eroi” si lancia da una finestra, di fronte alla stessa Heldenplatz che assiste inerte.

L’uomo è Josef Schuster, geniale professore universitario di matematica, suicida per protesta contro l’avanzare dell’antisemitismo. Nella sua vita, Josef aveva vissuto in Austria, poi in Inghilterra. Tuttavia, alla fine il richiamo di casa aveva prevalso. Ignorando ogni presagio di sventura, quindi, il professor Schuster si era stabilito proprio di fronte alla famosa piazza.

Qui comincia la storia di “Piazza degli Eroi” e allo stesso tempo finisce quella di Josef Schuster.

O forse no. Assistiamo, scena dopo scena, alla parata di parenti e domestici che affrontano la scomparsa dell’uomo in diversi modi. C’è chi ne rimane sconvolto, chi sopporta la situazione con stoicismo, chi con filosofia. Ma lo spirito del professore aleggia sul palcoscenico per tutto lo spettacolo, e la sua presenza-assenza risulta più efficace perfino di quella delle persone in carne e ossa. Il suo suicidio, infatti, è una tragedia che ingloba questioni molto più complesse e profonde. La guerra è finita, ma l’Austria non sembra aver dimenticato del tutto il suo passato nazista. Sacche di antisemitismo, ottusità politica, crudeltà e molti altri orrori affliggono ancora il paese.

È interessante notare la profonda influenza che la biografia dell’autore esercita in questo dramma intimo e complesso.

Thomas Bernhard fu uno scrittore, giornalista, poeta e drammaturgo austriaco novecentesco. Nella sua vita Bernhard affrontò molte delle questioni trattate nel testo. Aveva appena otto anni quando la Seconda Guerra mondiale ebbe inizio e quattordici quando finì. Sperimentò sulla sua pelle la complessità dei legami famigliari e la discriminazione, soffrendo durante gli anni di scuola perché austriaco in terra tedesca. Tutto ciò lo portò a pensare frequentemente di togliersi la vita. Ciò porta nel dramma una scrittura efficace, intensa e intelligente.

Il testo è cinico, tagliente, ma spesso appare anche una nota d’ironia che rende il tutto più scorrevole e godibile.

Dal suo cuore alla carta, Bernhard trasferisce la rabbia verso una patria che non può più chiamare casa, l’astio nei confronti di un’umanità ottusa e crudele, il dolore e la disillusione che fanno svanire ogni speranza per il futuro. Guarda il passato e vede che dietro la corazza scintillante del presente nulla è cambiato; la politica rimane corrotta e inetta, le persone continuano a odiarsi fra loro.

Non per niente, quando Bernhard morì nel 1989, dispose che in Austria non potesse più essere pubblicata né rappresentata alcuna sua opera. Un ultimo grande gesto polemico da parte di un uomo che per tutta la vita si era opposto a un mondo vizioso.

Nell’opera l’autore si proietta in personaggi quali Josef Schuster e suo fratello Robert. Due personaggi accomunati da ferite mai rimarginate, da un senso di solitudine e di tragica impotenza che però si traduce in modi diversi. Josef è rigido, preciso, irascibile e alla ricerca di una soluzione definitiva al problema, trovata quindi nel suicidio. Robert invece sembra più sereno, sebbene dolorosamente cosciente delle brutture della realtà, tanto da decidere che opporsi al sistema non serve a niente.

L’amore per la filosofia di entrambi, nonché di Bernhard stesso, si dipana quindi in due prospettive diverse, ma nessuna delle due sembra in grado di risolvere la corruzione umana. Un’inquietudine che ha raggiunto il presente, tanto che, come dice il regista Roberto Andò,

“[…] OGGI PER COMPRENDERE IL SENSO DI QUESTO TESTO VISIONARIO E CATASTROFICO NON SERVONO INDICAZIONI DI LUOGO E DI TEMPO. OGNUNO DEGLI SPETTATORI CHE ASSISTERÀ A UNA RECITA DI ‘PIAZZA DEGLI EROI’, CAPIRÀ SUBITO CHE L’AZIONE SI SVOLGE IN UNA QUALSIASI PIAZZA DA COMIZIO, DI UNA QUALSIASI CITTÀ D’EUROPA”.

Il grande Renato Carpentieri nei panni di Robert Schuster catalizza l’attenzione senza aver bisogno di muovere un muscolo. Con la sua presenza elegante e intensa, e il suo spirito arguto, rende Robert un personaggio indimenticabile. Allo stesso modo Imma Villa nel ruolo della governante, la signora Zittel, rappresenta la spina dorsale del primo atto dello spettacolo. Vivace e incisiva, la sua recitazione è caratterizzata da una forza coinvolgente.

Infine Betti Pedrazzi, ossia la signora Schuster, rimane incastonata nella memoria dello spettatore incarnando il trauma viscerale dei sopravvissuti.

Una nota di merito va alla sapiente regia di Roberto Andò e alla traduzione di Roberto Menin, raffinata eppure potente, che insieme hanno saputo valorizzare le infinite sfaccettature del testo.

Efficaci sono anche le scene e il disegno luci di Gianni Carluccio e splendidi i costumi di Daniela Cernigliaro.

Usare le luci per riprodurre il ricordo delle bombe fuori dalla finestra e per evidenziare la solitudine nel dolore del personaggio della Pedrazzi è stata una scelta vincente. Di grande impatto è stato anche vedere tutte le scarpe del professore allineate sul proscenio, collegamento al “Cipok a Duna-parton”, il memoriale dell’olocausto ungherese installato a Budapest, come ha notato il giornalista Stefano de Stefano nel “Corriere del Mezzogiorno”.

(Lo spettacolo è coprodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con il Teatro di Napoli e la Fondazione Teatro della Toscana)

- Advertisement -

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.