Pietro Germi e Jacqueline Bisset

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Inauguriamo questa nuova rubrica con la prima coppia improbabile : Pietro Germi e Jacqueline Bisset.

Pietro Germi nasce a Genova il 14 settembre del 1914.

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Frequenta la scuola fino all’ultimo anno dell’Istituto nautico San Giorgio, ma non consegue il diploma perché non si presenta agli esami finali nonostante gli eccellenti voti e  si trasferisce a Roma per seguire i corsi del Centro sperimentale di cinematografia.

Inizia la sua carriera di attore a 25 anni in Retroscena (1939), in cui lavora anche come co-sceneggiatore. Lavora sempre come attore in Gli ultimi filibustieri (1941) e in Montecassino nel cerchio di fuoco (1946). Studia a Roma presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, dove segue i corsi di regia di Alessandro Blasetti.

Nel 1945 esordisce alla regia con Il testimone, di cui firma anche il soggetto, un giallo psicologico del tutto insolito negli anni del neorealismo. Seguono il poliziesco d’ispirazione americana Gioventù perduta (1947) e In nome della legge (1949), vincitore di tre nastri d’argento e campione d’incassi. Uno dei primi film italiani sulla mafia, per il quale Germi riceve un Nastro d’Argento speciale, che lo consacra come autore.

Con il dramma neorealista Il cammino della speranza (1950)  raggiunge per la prima volta un livello internazionale. Il film è presentato in concorso al Cannes e vince l’Orso d’argento e l’Orso d’oro al Festival di Berlino. Il noir realistico La città si difende (1951) viene premiato come miglior film italiano al Festival di Venezia.

Nel 1955, con Il ferroviere, gira una delle sue opere più riuscite ed intense ottenendo un notevole successo di pubblico,

Ad esso succedono film come L’uomo di paglia (1958), e il capolavoro Un maledetto imbroglio (1959) tratto dal romanzo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda: uno dei primi esempi di poliziesco italiano apprezzato, tra gli altri, da Pier Paolo Pasolini.

Ma è nel 1961 che spiazza pubblico e critica dando alla sua carriera una svolta imprevedibile: comincia infatti a girare commedie pungenti, satiriche e grottesche. Il capolavoro Divorzio all’italiana (1961), in cui tratteggia l’indimenticabile barone Cefalù interpretato da Marcello Mastroianni irretito dall’adolescente Stefania Sandrelli, apre questa nuova fortunata stagione della sua carriera; il film, scritto con Ennio De Concini e Alfredo Giannetti e incentrato sul delitto d’onore, riceve una nomination all’Oscar per la miglior regia, un’altra a Mastroianni come miglior attore ed ottiene quello per il miglior soggetto e sceneggiatura originale oltre ad altri prestigiosi riconoscimenti. Dal titolo del film ha preso il nome un certo tipo di commedia prodotta in Italia in quel periodo nota come commedia all’italiana.

Con Sedotta e abbandonata (1964) Germi torna per l’ultima volta a girare in Sicilia. Un rapporto di amore-odio il suo per il Sud e i meridionali che si ritrova in tanti suoi film ma anche il Nord non è risparmiato dalla critica corrosiva di Germi. Il 1

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965 è l’anno del limpido Signore & signori con Virna Lisi e Gastone Moschin, satira sull’ipocrisia borghese di una cittadina del Veneto e girato a Treviso. Il film vince la Palma d’oro al Festival di Cannes ex aequo con Un uomo, una donna di Claude Lelouch. Dirige la coppia Ugo Tognazzi e Stefania Sandrelli in L’immorale (1967), gradevole film ispirato, pare, alla vicende personali di Vittorio De Sica.

Nel 1968 Germi gira l’elogio della vita agreste Serafino, con Adriano Celentano in una delle sue migliori interpretazioni nel ruolo del
pastore abruzzese, che ottiene uno strepitoso successo di pubblico. Nel 1970 è la volta di Le castagne sono buone con Gianni Morandi, che per molti, forse a ragione, è considerato il film meno riuscito del regista.

Dopo Alfredo Alfredo (1972) con Dustin Hoffman e Stefania Sandrelli, fece ritorno alla commedia grottesca poco apprezzato dalla critica, inizia a lavorare al progetto del film Amici miei che deve cedere all’amico Mario Monicelli perché sofferente di cirrosi epatica.

Germi muore a Roma il 5 dicembre 1974.

Amici miei, uscito nelle sale nel 1975, è a lui dedicato: nei titoli di testa è riportato significativamente «un film di Pietro Germi» e solo «regia di Mario Monicelli».

Le sue spoglie riposano accanto a quelle della prima moglie Anna nel piccolo cimitero di Castel di Guido nelle vicinanze di Roma.

Nello stesso periodo gli italiani avevano cominciato a conoscere ed apprezzare una giovane attrice britannica : Jacqueline Bisset.

Winnifred Jacqueline Fraser Bisset, meglio nota come Jacqueline Bisset nasce a Weybridge in Inghilterra il  13 settembre del 1944  da padre scozzese e madre inglese.

Interpreta una piccola parte in Cul-de-sac, film del 1967 di Roman Polanski. Nello stesso anno affianca David Niven e Orson Welles in 007-Casino Royale e nel 1968 è la protagonista femminile di Bullitt con Steve McQueen.

La consacrazione a diva arriva nel 1973 quando François Truffaut chiama la Bisset (che parla perfettamente il francese) a interpretare Effetto notte, il film nel film. Nel 1974 fa parte del cast del famosissimo Assassinio sull’Orient Express dove recita, tra gli altri, con Lauren Bacall e Ingrid Bergman.

In Italia, partecipa nel 1975 alla riduzione cinematografica de La donna della domenica, romanzo di Carlo Fruttero e Franco Lucentini per la regia di Luigi Comencini, recitando al fianco di Marcello Mastroianni e Jean-Louis Trintignant.

Negli anni successivi interpreta Candidato all’obitorio nel 1975, con Charles Bronson, e Sotto il vulcano con Albert Finney per la regia di John Huston nel 1983.

Tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta il suo nome torna d’attualità per la partecipazione a film come Scene di lotta di classe a Beverly Hills e Orchidea selvaggia, con Mickey Rourke e Carrè Otis.

Nel 2013 la ritroviamo nelle sale nel film di Abel Ferrara, Welcome to New York che racconta le vicende che hanno portato

all’arresto di Dominique Strauss-Khan, l’ex direttore generale del Fondo monetario internazionale, fermato nel 2011 con l’accusa di tentata violenza ai danni di una cameriera in un hotel di New York. A interpretare Strauss-Khan è Gérard Depardieu, mentre Jacqueline Bisset veste i panni della moglie dell’economista francese, la giornalista Anne Sinclair.

“Non ho seguito il caso Strauss-Kahn nei dettagli, ricordo solo che all’epoca pensai ‘ecco un altro di quegli uomini che non hanno controllo sulle loro pulsioni sessuali e non hanno rispetto per le mogli’. In un mondo diventato più sporco gli uomini dall’istinto animalesco sono tanti, e troppi credono di potersi comportare come vogliono. Gli istinti animaleschi nella sessualità credo che appartengano più agli uomini che alle donne, e non solo a quelli di potere, anche uomini comuni si sentono in diritto di calpestare la dignità femminile”, dice la Bisset.

Amici lettori, appuntamento alla prossima settimana con un’altra coppia improbabile.

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