È una piece che trasuda amore quella andata in scena al Teatro Marconi fino al 12 maggio.

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Amore che traspare dai dettagli, dalle parole del testo, dalle musiche, amore come il protagonista dell’intero lavoro. Parliamo di Tu non mi farai del male La storia del viaggio di Pippa Bacca l’artista che a Gebze in Turchia perse la vita durante una sua installazione.

Aveva un progetto Pippa Bacca che non avrebbe mai voluto abbandonare: partire da Milano e arrivare a Gerusalemme attraversando gli 11 Paesi colpiti dalla guerra. Nel marzo 2008, precisamente l’8 marzo, Giuseppina Pasqualino di Marineo, questo il suo nome, parte insieme ad un’altra artista, Silvia Moro, da Milano. L’obiettivo, dicevamo, era quello di arrivare a Gerusalemme ma in autostop. Un mezzo di trasporto non proprio comodo ma che permette il confronto con gli altri, lo scambio. Un viaggio inteso come esperienza e conoscenza dell’altro; dialogo tra persone, idee, culture e società. L’intento, inoltre, era quello di documentare ogni momento, ogni passaggio, documentare la fiducia nel prossimo, l’amore, il coraggio.

Il viaggio è iniziato nel 2008 e, anche se si è interrotto, è stato ripreso e continua. Continua grazie al lavoro di Tiziana Sensi, regista e attrice, che con determinazione ha portato avanti il messaggio  con uno spettacolo teatrale raffinato ed elegante, che racconta ma non tedia, fa conoscere, riflettere, scava ed emoziona.

Il difficile compito di portare in scena un’artista sensibile ma allo stesso tempo determinata e forte è affidato a Caterina Gramaglia decisamente all’altezza nel rappresentare le mille sfaccettature di Pippa Bacca. Viene fuori la sua forza, la sua dolce “follia”, la fede, la sua determinazione ma anche la fragilità, la stanchezza e l’immenso coraggio.

Accanto a lei un’altra straordinaria attrice Giorgia Guerra che veste i panni di Silvia Moro l’altra donna che decide di accompagnarla. E’ proprio nei dialoghi tra le due che emerge l’umanità di entrambe e la grande forza d’animo che le ha accompagnate, spronate, sostenute. La Guerra, poi, non presta il volto solo alla Moro, interpreta anche gli alter ego di Pippa. Una sorta di specchio che permette al pubblico di comprendere le varie personalità dell’artista. E poi ancora il convincente Thomas Santu nei panni del ragazzo che la Bacca incontra e a cui racconta il perchè di quel viaggio.

Tiziana Sensi ha curato ogni minimo dettaglio e ci si sente portati per mano, condotti in un viaggio verso la fratellanza, il coraggio, l’amore. Amore che traspare nella delicata scena della lavanda dei piedi. Si perché Pippa in ogni città in cui faceva tappa dava vita ad un rito ricco di significato: la lavanda dei piedi alle ostetriche del posto. Scena anch’essa delicata e affidata alla bravura di Francesca Cannizzo. Scarna la scenografia ma in questo caso gli orpelli scenici hanno poca rilevanza. E’ il testo a parlare. E quello scritto da Roberto De Giorgi e Rosa A. Menduni dice tutto. Una drammaturgia che la regista cuce addosso agli attori con grande maestria.

Il lavoro teatrale che il direttore del Teatro Marconi, Felice Della Corte, ha deciso di ospitare nel suo teatro come ultimo spettacolo in stagione è stato accompagnato la sera prima del debutto da un’altra performance. L’8 maggio, sul Ponte della Scienza di Roma, cento donne in abito da sposa hanno ricordato questo intramontabile messaggio. Sul ponte un pianoforte, una fisarmonica e un sax e cento spose con cento cartelli hanno sfilato di fronte al Gazometro per urlare al mondo una sola parola: PACE.  E poi ancora sui social, dove tutto è stato documentato con cura e attenzione durante tutto il lavoro di comunicazione, è stato caricato un video che ha ottenuto moltissime visualizzazioni.

Protagoniste sempre le donne, sempre in abito da sposa. La loro provenienza? Tutto il mondo. Donne dall’Australia, da Instabul e da tantissime città italiane con un cartello in mano hanno aderito allo straordinario evento che ci auguriamo abbiamo avuto come punto di partenza Roma e che prosegua in altre città d’Italia e capitali Europee. Pippa Bacca ne sarebbe fiera e la compagnia teatrale che ha urlato dal palco il suo messaggio lo merita.

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