Raya, intervista al secondo creatore di Km 12 il musical

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Raya, come anticipato nello scorso articolo, ha accettato di scambiare due parole su Km 12, il suo passato ed il prossimo futuro.

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Come per Gianfranco, una presentazione è d’obbligo per i lettori, da dove viene Emiliano Raya e come nasce la sua passione per il mondo dello spettacolo?

Raya  Io sono un outsider della regia teatrale, mi sono ritrovato dalla mia cameretta dove stavo sempre da solo a inventare scene e personaggi, a portare in tournée i miei spettacoli nei teatri italiani più disparati. Dagli inizi negli anni novanta nelle cantine romane, fino all’Arena Di Verona. Ho fatto una gavetta interminabile e per fortuna ho avuto il privilegio di lavorare come assistente regista di grandi come Piera Degli Esposti o Franco Zeffirelli da cui ho imparato moltissimo. Già da ragazzino credevo che il teatro mi avrebbe allontanato da una realtà difficile che ero costretto a subire e infatti così è stato. Quest’anno “festeggio” vent’anni di carriera.

A Vergano abbiamo chiesto cosa lo avesse spinto a sceglierti come regista ma ci ha risposto che sei stato tu a sceglierlo come autore, cosa hai visto in lui per fare questa scelta?

R – Sono rimasto molto colpito da uno spettacolo di Gianfranco Vergoni diretto dal Maestro Fabrizio Angelini, si intitolava “E non finisce mica il cielo”, un omaggio bellissimo a Mia Martini. Lo spettacolo aveva una drammaturgia veloce che comunicava cose profonde in maniera semplice e immediata, anche attraverso le canzoni. Gianfranco è una delle penne più felici che io abbia mai incontrato, ho avuto il privilegio di partecipare in minima parte alla scrittura e lo spettacolo e il testo è venuto di getto. Tra di noi abbiamo trovato subito un’intesa sugli argomenti da trattare. Da quando ho avuto l’idea alla prima lettura a tavolino con gli attori, sono passate tre settimane. In questa avventura sono felice di aver ritrovato anche un musicista straordinario come Giacomo Del Colle Lauri Volpi che è autore delle musiche e degli arrangiamenti dei brani RCA Italiana.

Quali sono state, invece, le caratteristiche ricercate per la composizione del cast?

R – Confermando tutto quello che ha detto Gianfranco, posso aggiungere che tutti hanno delle caratteristiche fisiche e della personalità scenica/vocale in comune con sette cantanti di successo della RCA Italiana. Hanno tutti vent’anni, io li considero il futuro del musical italiano. Sono orgoglioso di poterli dirigere.

Il cast risulta sicuramente interessante, a quale aspetto stai dando maggiore attenzione per dare la possibilità agli attori di dare il meglio di sé?

R – Lo spettacolo parla anche delle difficoltà a provare le emozioni: I ragazzi che nel 2039 vanno in missione al Km 12 non conoscono la musica, cancellata definitivamente nel 2020. Vivono in un’epoca in cui tutto è stato soppresso, dove tutti ambiscono a partecipare ad un Reality game di successo che gli offra la possibilità di essere costantemente visibili e quindi “vivi”. Riscopriranno le emozioni attraverso la musica ma poi tutto tornerà come prima. In questa storia ho trovato anche una metafora sull’essere artista oggi e sull’importanza dei luoghi della cultura e della loro memoria storica. Io dico sempre che gli studi al chilometro dodici di Via Tiburtina oggi dovrebbero essere almeno un museo della canzone italiana; Invece mi sembra che attualmente ci sia un magazzino semi abbandonato senza neanche una targa che ricordi un’impresa storica come quella della RCA Italiana, che era stata voluta da Papa Pio XII per contribuire alla ripresa del quartiere Tiburtino dopo le bombe a San Lorenzo nel 1943. Le parole chiave per i miei attori di Km 12 sono EMOZIONI e MEMORIA.

Quale è il tuo momento preferito durante lo spettacolo? Pensi sia quello che verrà meglio?

R – Al momento sto montando una scena su un brano di Piero Ciampi. Oggi ho avuto i brividi. Di solito mi fido di quello che arriva di più a me. Non so se sarà quello che arriverà di più anche al pubblico.

Hai già qualche altro progetto che ti piacerebbe seguire in futuro?

Raya – Mettere in scena il prossimo “Km 12” ambientato nel 1962, che come dice Gianfranco è un’idea meravigliosa, ma credo che al momento non sia possibile dire di più. Poi lavorerò al progetto di fondare una casa discografica, che è un mio grande sogno. Forse proprio in omaggio alla RCA Italiana, la chiameremo Km 12. Ho già individuato alcuni artisti con cui mi piacerebbe collaborare. Attualmente sto organizzando il master in canto moderno ROMA VOICE STUDIO, diretto dalla cantante americana Cheryl Porter che partirà a settembre 2017.

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