SALE O SCENDE? AL TEATRO L’AURA.L’INTERVISTA AGLI ATTORI

In scena una nuova divertente commedia al Teatro L’Aura di Roma. Dal 3 al 13 marzo, dal giovedì alla domenica, è in scena Sale o Scende? Diretta da Luca Pennacchioni, la commedia mette a confronto quattro personaggi molto diversi tra loro: un prete un po’ all’antica, un ladro dalla battuta facile, una ragazza ipocondriaca ed una giovane amante del sesso. A vestire i panni di questi bizzarri personaggi sono quattro attori: Alina Avagliano, Claudia Blaas, Vincenzo Ciardo, Alessio Salvatori

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Abbiamo intervistato gli attori prima del debutto.

Alina, interpreti una ragazza ipocondriaca, cos’è per te la paura?

E’ difficile spiegare cosa sia la paura..siamo più abituati a dire quali siano le nostre paure. Mi è venuto in mente un vecchio monologo di Giorgio Gaber: “Ebbi un piccolo sobbalzo nella regione epigastrico duodenale che a buon diritto chiamai paura o vigliaccheria emotiva”. Forse la paura è proprio questo per me: quel coraggio che viene meno quando siamo di fronte all’ignoto, a qualcosa che non ci aspettavamo o che non abbiam visto arrivare, che in qualche modo ci trova impreparati e quindi completamente nudi, vulnerabili. Credo che, in qualche modo, sia non solo quel qualcosa che ci mette tutti allo stesso livello, che ci rende tutti uguali, ma anche, e spero soprattutto, un incentivo a migliorarsi per andare oltre i nostri limiti.

Claudia, interpreti una ninfomane, come ti sei approcciata a questo personaggio non semplice da portare sul palco, Ti ha imbarazzato?

Certo interpretare una ninfomane non è la cosa più semplice e scontata. Sicuramente interpretarla in una commedia dà la possibilità di giocare molto sull’ ironia, cosa che faccio anche per non cadere nella volgarità, rischio molto facile con un personaggio del genere e assolutamente fuori luogo per il tipo di spettacolo. Ciò che ho voluto dare al personaggio, che emerge in particolare nel finale, è un’umanità e una profondità che impedisca di cadere nella banalità e nella macchietta. No imbarazzo non ne provo, semplicemente perché non giudico il mio personaggio, ma cerco di capirlo e di divertirmi insieme a lui.

 

Vincenzo, interpreti un prete. Vieni “accusato” di non conoscere bene l’animo umano. Pensi che sia così anche nella vita reale, pensi che la Chiesa sia leggera e veda solo ciò che vuole vedere? Credo che essere un prete, oggi, non sia una cosa semplice.

I preti sono “soldati in prima linea”, coloro che devono, o dovrebbero, accogliere a aiutare.

Purtroppo oggi son costretti a passare la maggior parte del loro tempo a difendere i principi in cui credono dalla realtà in cui vivono (posizione sugli omosessuali, sulla castità, sulla sessualità, sui divorzi ecc ecc); o, peggio ancora, a difendere la Chiesa stessa dalla brutta figura che molti suoi ministri le fanno fare (un esempio su tutti: la pedofilia).

Insomma, molto spesso i preti vengono guardati con diffidenza o addirittura con astio.

Ma chi di noi può dire di non rimanere affascinato da quei preti come Don Pino Puglisi o Don Tonino Bello, che del gregge e non della Chiesa, hanno fatto la ragione della loro vita?

Rimanere affascinati da quei preti che invece che predicare parole, praticano fatti. Da quei preti che dopo aver steso le mani sulla loro Eucarestia, sanno anche stenderle in direzione di chi ha bisogno. Da quei preti, insomma, che pur innamorati di Dio non si dimenticano degli uomini.

Padre Anselmo è uno di questi. Sogna di esserlo. Deve ancora fare tanta strada, ma a fine spettacolo capisce quale è la via da seguire. E lo fa, partendo dalle piccole cose. Magari proprio da alcuni nomi scritti sulle cassette della posta…

Alessio il tuo personaggio è un ladro e lo fa per garantire alla figlia un vita migliore. Cosa pensi della crisi che sta attraversando l?italia e quanto ha inciso sul teatro

Penso che la crisi che sta attraversando il nostro Paese sia dovuta al risultato di molti anni di mal governo, il risultato di scelte sbagliate. É, secondo me, la corruzione, attribuibile alla classe politica di cui denuncio anche il basso livello culturale, il grande male della crisi e dell’Italia. Sicuramente questa situazione ha inciso anche sul teatro, le produzioni che c’erano una volta purtroppo non ci sono piú, peró, ci tengo a dirlo, il teatro non é morto. Io nel mio piccolo, pur sentendo una certa impotenza e delusione nel poter poco contribuire a un riscatto del Paese, esclusi come siamo da ogni centro decisionale ed essendo il nostro apporto produttivo ai margini della società, a volte mi avventuro diventando anche imprenditore, come nel caso di “Sale O Scende”. Ció che mi guida é la passione, ma anche un pizzico di avventatezza. Il rischio é grande, ma lo sono anche le soddisfazioni. Concludo dicendo che anche se abbiamo la sfortuna di vivere in un momento non facile, l’imperativo deve essere quello comunque di “non mollare mai”.

Per questo Articolo le immagini sono state fornite dall’ufficio stampa dell’artista/spettacolo. Si declinano per tanto ogni responsabilità relative ai crediti e diritti.

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