Da quattro anni è un appuntamento di riflessione, approfondimento giornalistico, comunicativo e sociale imperdibile.
Si è aperta in musica ieri,- come già qualche anno fa quando ospite era stato Gianni Morandi,- e nello specifico con la musica del pianoforte e delle parole di Remo Anzovino, la quarta edizione del Festival della comunicazione non ostile.

Il Festival, che negli scorsi anni si è svolto a Trieste, precisamente alla stazione Marittima, ha deciso di non spostare gli eventi in programma in altre date ma di confermarle e andare totalmente online.

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Come i segni che ognuno di noi lascia ci descrivano e indichino, come le parole, come noi ci comunichiamo all’altro.

Un tempo sospeso quello che stiamo vivendo ma che evidenzia come questa esperienza e questa lenta ripartenza non sia e non sarà in un futuro un tempo sprecato ma uno spazio per gli individui per ricercare i valori della vita come ad esempio l’autenticità.

Si è ciò che si comunica

Come ogni anno a introdurre la lectio magistralis di apertura, affidata in quest’edizione allo scrittore e fondatore della Scuola Holden Alessandro Baricco, è stata la presidente di Parole O_stili, Rosy Russo.

Tre anche quest’anno le parole chiave per un’edizione insolita: Casa, distanza ed abitare.

Un’edizione fatta in casa a cui è stata dedicata la cura e l’affetto che un’ambiente famigliare può donare.

La distanza, che in questo periodo è stata una realtà ma è anche una percezione; una distanza fisica che può anche costare fatica perché non si può cogliere le reazioni dell’altro attraverso l’empatia.

L’empatia, un’altra parola chiave. Mai come ora c’è il bisogno di riscoprirsi community perché la rete è vita.

La rete è quindi un mondo che va abitato con tutti e cinque i sensi, oltre che con la testa e il cuore.

PAROLE O_STILI SIAMO DAVVERO TUTTI NOI

L’introduzione alla lectio è stata anche l’occasione per un bilancio sul 2019 di Parole O_stili.

Un 2019 in cui 400 sindaci hanno adottato il Manifesto della comunicazione non ostile, in cui P.O. è entrata per settanta volte nelle aziende e in cui è stato raccontato anche in Israele.

Continua anche la collaborazione con la scuola a cui suono dedicati panel di riflessione ad hoc in apertura di ogni sessione di lavoro.

Alessandro Baricco: “Ora è il momento di ridisegnare le cose che ci stanno a cuore”

Ad inaugurare ufficialmente la quarta edizione del Festival è stato Alessandro Baricco, scrittore e fondatore della Scuola Holden di Torino, che è stato chiamato a riflettere su questo momento di esistenza strana e surreale.

Secondo Baricco questo periodo, duro e che forse non ricorderemo con piacere, potrà aiutarci a comprendere o a guardare in modo diverso alla tecnologia e al digitale, senza inimicizia o pregiudizio.

Inoltre, come ricorda il primo principio del Manifesto della Comunicazione non ostile

Virtuale è reale

Occorre quindi trovare un bilanciamento tra il digitale e l’essere uomini, tra l’esserci fisicamente e l’essere online. Un esserci non meno reale anche se virtuale.

Un essere online che non è un aspetto meno reale della vita.

Un momento, quello che stiamo vivendo ricco di opportunità ma anche di rischi: molti aspetti della vita quotidiana che erano in agonia da tempo cadranno dopo essere passati attraverso questa tempesta.

Baricco ha fatto riferimento al’esempio dello spettacolo dal vivo; si ha adesso un foglio bianco e una matita in mano, starà al mondo culturale ridisegnare la propria presenza, scegliendo cosa portare “al di là del guado”.

Un mondo stanco e poco allineato all’oggi, che sta rischiando moltissimo ma che, seppur fragilissimo, è e rimane indispensabile.

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