Simone Cristicchi: l’antiquario delle storie dimenticate

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Tra i primi ospiti della nuova edizione di Pordenone Legge c’è stato ieri Simone Cristicchi, che ha dialogato nello Spazio Incontri di Piazza della Motta con Alberto Garlini.

Cristicchi: cantautore, attore e scrittore che ha raccontato, in una chiacchierata che però ha toccato vari aspetti della sua carriera, anche del suo ultimo libro “Il secondo figlio di Dio. Vita, morte e misteri di David Lazzaretti, l’ultimo eretico”

David Lazzaretti. Per lo Stato un sovversivo, per la scienza un mattoide, per la religione un eretico, ma per i cittadini un santo.

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Di certo è stato un uomo che ha scardinato qualsiasi certezza, con la sua voce che arrotava le anime , un ‘S.Francesco sconosciuto’ del 1800 che ha messo su un Cristianesimo delle origini.

IL POTERE DEL MESSAGGIO DI LAZZARETTI

Si nota da come ne parla quanto Cristicchi sia affascinato dalla figura del Lazzaretti che piace per il messaggio che trasmette, molto attuale di presa di coscienza

io vi rendo coscienza e dignità

Certo è che quello che non si può trasmettere né tra le pagine di un romanzo né sul palcoscenico è il CARISMA fortissimo di questo personaggio storico.

CRISTICCHI: CANTAUTORE, ATTORE O SCRITTORE?

A chi gli ha chiesto, dopo averlo visto sempre più attore e scrittore e meno cantautore, se lo si rivedrà mai cantante ha risposto con la sincerità che lo contraddistingue che non ha mai smesso di esserlo-infatti il 15/10 sarà in scena in regione con “Buona Novella” sulle canzoni di De Andrè- ma che

stare sul palco o scrivere va fatto sempre nella ricerca di un’offerta di qualità, fare un disco ora sarebbe svendersi

 Ma un po’ tradire chi lo segue anche sul versante attoriale dal 2010, come affermato dal cantautore romano

L’ANTIQUARIO DELLE STORIE DIMENTICATE

Agli artisti il compito di rendere le storie immortali, quelle che “se non te le raccontano non ci credi” ma anche quelle che rischierebbero di cadere nel dimenticatoio (di persone senza nome come per esempio con Magazzino 18).

Con “Mio nonno è morto in guerra” si è reso palese proprio questo: alcune delle persone da cui lui aveva raccolto testimonianza e a cui a fine stesura avrebbe voluto regalare il libro già se n’erano andate.

Ecco: a lui va il merito di avere salvato, come un file sul computer, queste storie, storie di persone che tramite gli spettacoli sono lì sul palco insieme a lui

in una seconda possibilità di farsi ascoltare

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