In tempi in cui i teatri, i club e i centri culturali sono chiusi, arrivano gli show in videochiamata, dove il pubblico non è solo spettatore silente e la platea virtuale diventa partecipante.
Con la nota situazione del lock down è diventato impossibile organizzare e assistere agli spettacoli. Ma c’è chi non si arrende e, per continuare a fare il proprio lavoro, decide di sfruttare gli strumenti e la tecnologia che si ha ora a disposizione.
Lo stand up comedian Pietro Sparacino, coadiuvato dalla innovativa start up “The Comedy Club”, agenzia di management, produzione e comunicazione specializzata nella satira e nella stand up comedy, si fa pioniere in Italia di una forma comunicativa che potrebbe rappresentare una svolta per il settore dell’intrattenimento dal vivo.
Pioniere di questo esperimento. Cosa ti ha spinto a metterlo in piedi? Paura di non lavorare, astinenza da palco oppure semplice voglia di continuare a soddisfare un pubblico che per un po’ sarebbe stato a digiuno di stand up?
Diciamo che l’astinenza da palco è stata la molla principale. O meglio, più che da palco, l’astinenza dal pubblico direi, da quel contatto e quell’empatia che si genera in un live. E dalla voglia di mettermi in gioco viste le nuove condizioni di vita.
Un’operazione, questa, che in altri Paesi è partita da un po’ (su Zoom alcune coppie si sono giurati amore eterno). Ti sei ispirato a qualche collega d’oltreoceano?
In realtà mi sono ispirato ai nostri comportamenti in questi due mesi di quarantena. Io come voi immagino, ho fatto tutto in videochiamata in questo periodo e dopo aver partecipato a presentazioni di libri in videochiamata, riunioni di lavoro, assemblee di istituto e aperivideo mi sono detto: perché non provarci anche con la stand up? D’altronde come dicevi tu, in America addirittura hanno cominciato a sposarsi in videochiamata. E quindi se ci si può rovinare la vita su Zoom, si può anche ridere.
Alle spalle già due live in versione “Videochiamata”. L’emozione prima di salire sul palco è stata la stessa di uno spettacolo dal vivo?
Diversa ma bella allo stesso modo. D’altronde il mezzo è diverso e quindi sarebbe sciocco andare a ricercare le stesse emozioni o le stesse sensazioni di un live. E’ un nuovo modo di esprimersi e di comunicare quindi scopro nuove emozioni a ogni replica.
Si parla di spettacolo inedito. Questa situazione si presta a molti spunti di riflessione e immagino che lo spettacolo abbia avuto come tema principale il Covid19. Non credi che, quando si potrà fare nuovamente live, si corra il rischio che gli spettacoli comici siano monotematici?
In realtà io prendo solo spunto dalla situazione per articolare un discorso un po’ più ampio. Non credo che si corra il rischio di spettacoli monotematici anche perché ognuno di noi ha un personale punto di vista. Credo però che tutti gli spettacoli scritti pre-pandemia, dovranno essere rivisti e riletti alla luce di ciò che è successo. Sarà inevitabile.
Quali sono stati i feedback avuti dagli spettatori?
Si approcciano tutti con un certo scetticismo che viene spazzato via in pochi minuti però perché grazie ai quei folli compagni di viaggio di The Comedy Club, siamo riusciti a risolvere tutti i problemi tecnici di una videochiamata.
E direi che l’entusiasmo per aver vissuto un’esperienza nuova è il sentimento predominante a fine spettacolo anche perché a differenza di un evento live, in videochiamata sei in qualche modo piacevolmente obbligato a interagire con gli altri. E pare che, visto che si può comunicare tra spettatori anche in chat, pare che si rimorchi come un live.
Ci sono aspetti negativi e positivi in questo esperimento. Ti va di elencarli?
Si paga un solo biglietto anche se si è in 5 nella stessa casa. Puoi gustarti lo spettacolo in qualsiasi stanza e in qualunque posizione: sul divano, sdraiato sul letto, in balcone…
Non devi uscire di casa e cercare parcheggio. E l’aspetto negativo sottolineato da alcuni è che purtroppo, anche se riesci a rimorchiare, comunque non ci si può vedere. A meno che dopo lo spettacolo non si celebri anche il matrimonio e a quel punto si diventerebbe congiunti…
Come pensi sia stata gestita l’emergenza nel nostro Paese?
L’ultimo comico che si è buttato in politica ha fatto una pessima fine come comico. Quindi non vorrei avventurarmi in analisi politiche che non mi competono. Di sicuro ci sono stati dei buchi di comunicazione e degli aspetti gestiti in maniera approssimativa. A oggi è tutto in divenire e magari il tempo ci darà qualche risposta in più.
Sei per un giorno minuti Ministro dei Beni Culturali. Come gestiresti la situazione dei lavoratori dello spettacolo dal vivo?
Ripeto, faccio il comico e vorrei continuare a farlo quindi non spetta a me dare indicazioni. Ma una cosa che farei da Ministro c’è.
Chiamerei l’INPS e gli chiederei: quando arriveranno i famosi 600 euro a Pietro Sparacino? Perchè a me non sanno dare risposta; magari al Ministro si.
Quando e se si tornerà alla normalità, abbandonerai questo strumento o pensi che questa strada intrapresa possa avere un futuro?
In queste due repliche erano presenti spettatori dall’Arabia Saudita, dall’Argentina, dalla Germania, dalla Francia, dal Canada, dal Lussemburgo…Tutti italiani sparsi per il mondo che non avrebbero comunque la possibilità di vedere un mio spettacolo live. Quindi penso proprio che continuerò a utilizzare lo strumento anche quando si tornerà ai live vecchia maniera.
Praticamente questo strumento mi da modo di fare un tour mondiale direttamente da casa mia.
Prossimi appuntamenti
7/8/9 maggio h 22.00 – 10 maggio h 19.00 – Biglietti qui