L’autunno è l’inizio delle stagioni teatrali, così come solitamente si riprende la scuola e il lavoro dopo la pausa estiva, allora si ritorna a teatro. L’odore dell’estate lascia lo spazio ai profumi dell’autunno. Anche i sipari hanno un profumo e anche in ognuno di essi c’è una storia diversa. Anzi, ci sono infinite storie: quelle dei personaggi e quelle di tutte le persone che vivono di quell’illusione condivisa. Fra le paure che immobilizzano il pensiero di fronte a una folla di spettatori, dimentichiamo che il teatro è storia, tradizione, innovazione, distrazione e impegno, passatempo e scoperta, soprattutto, che ogni spettacolo è un patto, non certo e non solo economico, bensì sociale, civile e religioso di tutta una comunità. Il teatro è un atto sociale: una creazione ideata per farsi evento di tutti.

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L’autunno è il tempo della ripartenza, da sempre. Quest’anno ancora di più. La lunga pausa pandemica ci ha segnati in spazi della mente che non possiamo neppure immaginare. Silenziosa e subdola, la paura della malattia si è insinuata nei tessuti, nelle speranze, nei desideri. Soprattutto ci ha sottratto ogni socialità: abbracci e baci sono vietati, limiti orari imposti, luoghi resi inaccessibili. Vedersi sì, ma solo on line. Parlarsi poco, guardare molto. E con l’ausilio – a volte prezioso altre meno – delle piattaforme abbiamo superato la solitudine.

Adesso è tempo di tracciare nuovi percorsi. Adesso, tornare a teatro (così come al cinema) è un atto doveroso verso noi stessi e verso la comunità. Proprio adesso abbiamo bisogno di riti sociali per non tornare alla vita come intreccio di incontri, non solo tempo che fugge. I teatri ce la stanno mettendo tutta: lo dimostrano gli incredibili sforzi produttivi e pubblicitari. La scelta è di avvicinare – anche e soprattutto economicamente – il pubblico all’offerta culturale.

Non è semplice trovare l’occasione giusta per ricominciare, ma questo è un invito a provarci!

Se amate Testaccio e le sue strade, non fatevi sfuggire la vivace programmazione del Teatro Vittoria. Viviana Toniolo, che lo guida da molti anni insieme alla compagnia Attori & Tecnici, riesce sempre a realizzare stagioni in giusto equilibrio fra divertimento e riflessione, con l’aggiunta di qualche appuntamento d’eccezione, come quello che dal 7 al 12 dicembre vede Mariangela D’Abbraccio protagonista di Anima latina, poeti e canzoni del sud del mondo. Dal 30 novembre al 5 dicembre Lella Costa rinnoverà il ricordo di Franca Valeri con La vedova Socrate, mentre a marzo Museo Pasolini, scritto e diretto da Ascanio Celestini con la consueta arguzia e la dialettica ipnotica, farà dialogare il “sistema museo” con la figura complessa di Pier Paolo Pasolini. L’opera del fantasma di Chiara Bonome e Mattia Marcucci, una brillante black comedy con ectoplasma, sarà il pezzo forte del periodo natalizio (22 dicembre-2 gennaio), un appuntamento irrinunciabile.

Effetto serra di Alex Jones, che grazie alla verve scenica di Viviana Toniolo e Roberto Della Casa affronta il tema del cambiamento climatico causato dall’uomo e delle sue disastrose conseguenze, e Gli amici di Peter, uno spettacolo sull’amore, sull’amicizia, sul sesso ed altre calamità naturali, entrambi con la regia di Stefano Messina, sono due produzioni firmate Attori & Tecnici in scena rispettivamente dal 24 al 6 marzo e dal 5 al 15 maggio 2022: in bilico fra umorismo e realismo gli allestimenti di questa storica compagnia riescono sempre a conquistare il pubblico.

Anche nel prestigioso Teatro Ambra Jovinelli, luogo mitico dell’avanspettacolo romano, si prospetta una stagione ricca di sorprese e di femminilità. Dal 16 al 28 novembre, infatti, Laura Morante, con la regia di Daniele Costantini, incarnerà Sarah Bernhardt in Io Sara, Io Tosca, mentre dal 30 novembre al 12 dicembre Maria Amelia Monti e Simona Massironi saranno protagoniste de Il marito invisibile scritto e diretto da Edoardo Erba. Non mancheranno le mirabolanti peripezie sceniche di Eleganzissima con la favolosa Drusilla Foer (17-19 dicembre) e neppure le romanticherie di Jane Austen nell’Orgoglio e pregiudizio diretto da Arturo Cirillo (4-9 gennaio), mentre un ritorno atteso e apprezzato è quello delle inquietanti Signorine di Gianni Clementi (25-30 gennaio), per la regia di Pierpaolo Sepe: le strepitose Isa Danieli e Giuliana De Sio.

Nella roccaforte dell’Avanguardia romana, il monteverdino Teatro Vascello, capitanato da una instancabile Manuela Kustermann, sarà allestito dal 19 al 24 ottobre Echo-Chamber, il nuovo spettacolo-performance di Leonardo Manzan (Leone d’oro alla Biennale di Venezia 2020 con Glory Wall). Una riflessione sull’arte concettuale che il giovane regista affronta con ironia e disincanto, affiancato dal suo affiatato team: Rocco Placidi per la drammaturgia e Paola Giannini in scena. Dal 30 novembre al 5 dicembre arriverà l’imperdibile Tavola tavola, chiodo chiodo: un ritratto inedito di Eduardo De Filippo, diretto e interpretato da Lino Musella. Infine dal 21 al 23 dicembre è il turno di Astor su musiche di Astor Piazzolla, di cui ricorre il centenario della nascita, con la coreografia di Valerio Longo e la regia di Carlos Branca.

All’Off Off Theatre la stagione pullula di appuntamenti esclusivi, in linea con gli ambienti ricercati dello stabile di via Giulia in cui ha sede. Si va dall’omaggio di Roberto Herlitzka al sommo poeta con In Viaggio con Dante (7-10 ottobre) a Discarica, spettacolo firmato da Silvano Spada in prima nazionale, con Vladimir Luxuria: una pièce che descrive i disagi delle diversità e delle emarginazioni (23-31 ottobre). Pino Strabioli, accompagnato dalla fisarmonica di Marcello Fiorini, ricorderà, con il consueto garbo, il poliedrico Paolo Poli in Sempre fiori mai un fioraio! (2-4 novembre) mentre in prima nazionale La Maîtresse (10-12 dicembre) porterà in scena un libero adattamento di  “Memorie di una maîtresse americana” di Nell Kimball, interpretato e diretto da Gaia Aprea. Ma la lunga e affollata stagione non si esaurisce qui e nasconde ancora molte sorprese.

Fra le “location very Off” di Roma c’è senza dubbio il Teatro Lo Spazio, che si caratterizza per una struttura unica nel suo genere e per una programmazione altrettanto densa e selezionata. Dal 25 al 28 novembre lo straordinario Gianni De Feo sarà il protagonista di Federico dei sogni, in ricordo di Fellini, scritto e diretto da Germano Rubbi, mentre dal 10 al 13 febbraio lo spettacolo Marlene D. The Legend, di e con Riccardo Castagnari, compirà ventuno anni di successi e riconoscimenti glitterati, favolosi e più che meritati. Particolare menzione meritano i due allestimenti che ricordano la Annibale Ruccello nel 25° anniversario della scomparsa: 22 e 23 febbraio Mamme, le visioni, terzo classificato al concorso Idee nello Spazio 2021, con Luca Trezza e Francesca Muoio, e Le cinque rose di Jennifer, con Leandro Amato e Fabio Pasquini per la regia di Agostino Marfella, in scena dal 7 al 10 aprile.

Ultimo, ma non ultimo, il Teatro Quirino che dal 7 al 12 dicembre proporrà Tango macondo, il venditore di metafore, ispirato all’opera di Salvatore Niffoi e Gabriel García Márquez, con la musica dal vivo di Paolo Fresu, mentre dal 18 al 23 gennaio Elisabetta Pozzi sarà protagonista di Troiane di Euripide in un adattamento di Angela Demattè per la regia di Andrea Chiodi. Infine dall’8 al 20 febbraio tre talenti come Geppy Gleijeses, Maurizio Micheli e Lucia Poli presenteranno Servo di scena di Ronald Harwood per la regia di Guglielmo Ferro. Anche in questo caso le proposte non si esauriscono certo qui!

Le occasioni, dunque, non mancano. Inoltre, a seguito delle nuove disposizioni sulla capienza nelle sale, la speranza è che le stagioni possano arricchirsi ulteriormente tanto da permettere anche a quei teatri – come il virtuoso e preziosissimo Teatro Belli – che hanno timidamente proposto solo prologhi di stagione, di tornare a riempirsi di persone coraggiose e plaudenti.

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