teatro Le Sedie - Specchio specchio delle mie brame
teatro Le Sedie - Specchio specchio delle mie brame

Torna a spalancare il suo sipario il Teatro Le Sedie di Roma. Il salotto culturale del quartiere Labaro dal 28 al 30 maggio ospita Specchio… Specchio delle mie brame liberamente tratto dal romanzo Mirror, Mirror in the Wall di Stanley Ellin. In scena Gioia Montanari con gli interventi di Valentina Conti, Alessandro Giova, Gianluca Greco, Manuela Lomeo, Giovanna Martinuzzi, Massimiliano Pazzaglia diretti da Andrea Pergolari che ha curato l’adattamento del testo.

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Il teatro Le Sedie torna a spalancare il suo sipario dopo la chiusura dovuta alle restrizioni per contenere il Covid 19. Come descrive l’emozione che prova nel poter riaprire questo spazio?

Come quella di chi torna ad assaporare la dignità di essere persona e professionista. Chi fa questo mestiere, proprio nella sua accezione artigianale e non soltanto artistica, lo fa perché ha la necessità di esprimere qualcosa, di creare, costruire un meccanismo. Tanto tempo passato in silenzio fa male. 

Dopo un periodo così cupo molte compagnie stanno portando in scena commedie con l’idea che “il pubblico abbia bisogno di ridere”. La sua è una scelta controtendenza. C’è un motivo che la spinge a portare in scena un noir come Specchio… Specchio delle mie brame?

E meno male: se tutti facessimo le stesse cose, chissà che noia. Portiamo in scena Specchio… specchio delle mie brame perché è quindici anni che bussa alla mia porta, ed è da gennaio dello scorso anno che è in procinto di vedere la luce e non riesce a farlo, continuamente rimandato dalla triste chiusura per la pandemia. Addirittura, ad ottobre, la chiusura dei teatri è arrivata tre giorni prima del debutto dello spettacolo. Era necessario farlo, per me e per la protagonista. Dobbiamo liberarcene. E poi perché il pubblico deve aver bisogno solo di ridere? Secoli di thriller ed horror ci spiegano che la paura è catartica, se vissuta da spettatori. E Specchio… Specchio delle mie brame mette in scena angosce e paure da cui è bello sottrarsi.

teatro Le Sedie - Specchio specchio delle mie brame
teatro Le Sedie – Specchio… specchio delle mie brame

Come ha diretto questo spettacolo, cosa deve aspettarsi il pubblico?

L’ho diretto e adattato cercando di rispettare al massimo, più che la lettera, il senso e la forma del testo di partenza. Chi ha avuto la fortuna di leggere il libro sa che arriva al lettore con la forza di un pugno nello stomaco. Per il suo contenuto ma anche e soprattutto per la sua capacità di eludere tutte le aspettative di chi si immerge nella sua storia. Ecco, abbiamo cercato di mantenere questa volontà di sviare le attese, disorientare lo spettatore con soluzioni solo apparentemente logiche e razionali. Ci sono due o tre trovate spiazzanti che ci auguriamo possano costringere il pubblico a mantenere un distacco critico da quello che accade e, nello stesso tempo, ne stimolino la curiosità e la suggestione.  Lo spettatore non dovrà aspettarsi niente, nel momento in cui assisterà allo spettacolo: se riuscirà ad abbandonarsi al piacere della rappresentazione, se avremo la forza di catturarne l’attenzione e mantenerla instillando il dubbio dietro la naturalezza dello svolgimento, allora saremo soddisfatti. 

Ci vuole raccontare in breve la trama?

Specchio… specchio delle mie brame è un “noir” solo per la crudezza del sentire del suo protagonista. È una definizione oggi particolarmente di moda: fare il “noir”, scrivere “noir” fa molto figo. In realtà Stanley Ellin era un giallista, un grande scrittore di racconti mistery, così segreti, allusivi e rifiniti da rasentare la perfezione. Era uno di quei gradi piccoli scrittori capaci di giocare con le parole, le sensazioni, le aspettative del pubblico e tradirle regolarmente con colpi di scena finali che ribaltano tutto, lasciando l’amaro in bocca e la sensazione della beffa. È un americano che scrive nella tradizione dei grandi fascinatori del bizzarro e dell’imprevisto, una tradizione angloamericana che va da Fredric Brown a Roald Dahl a Max Beerbohm. Tutto questo per dire, che dietro la sua apparenza così insolita, Specchio… specchio delle mie brame conserva integralmente le caratteristiche e la struttura del giallo, e meno se ne parla e meglio è. Possiamo dire che c’è un delitto: una donna seminuda viene ritrovata uccisa con un colpo di pistola nel bagno dell’appartamento di un importante agente letterario di New York, Peter Hibben. E proprio quest’ultimo, che è l’ovvio maggiore sospettato, si trova a doversi scagionare dalle accuse di omicidio. Intrappolato in qualcosa di già predefinito che sembra farne un naturale capro espiatorio. Impossibile dire di più.  

Uno spettacolo che è un tour de force per l’attrice. Come si sta preparando a questa prova non semplice?

Con la giusta ansia, la determinazione di riuscire in una prova che sarà decisamente non facile, il piacere di misurarsi con qualcosa di insolito per un’attrice, ed anche per una donna. Misurarsi con attitudini, emozioni, modi di pensare e di esprimersi che le sono estranei, o quasi. E quindi è una sfida che la interessa e la rende viva. Almeno, credo.

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