Al via un’altra stagione di suoni, visioni e suggestioni con gli occhi sempre bene aperti al mondo intorno a noi. Bonawentura presenta in queste pagine la prima parte della stagione del Miela, teatro da sempre orgogliosamente “instabile”, insolito, attento, curioso.

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Una formidabile annata di proposte all’insegna della ricerca verso tutto ciò che di nuovo, importante e interessante ci regala il panorama artistico-culturale mondiale.

Imperdibili come sempre gli appuntamenti sul tema delle migrazioni del festival S/paesati, classico appuntamento autunnale del Miela, che da molti anni propone preziose occasioni di approfondimento e di riflessione – artistica ma non solo – su temi attuali.

Ormai pietra miliare del Miela la rassegna Miela Music-Live: concerti sempre ricercati e di gran pregio intonati su ‘altre’ note musicali che puntano lo sguardo sul mondo e sulle commistioni e contaminazioni tra generi e culture musicali.

In questo stuzzicante menù di proposte il pubblico troverà appuntamenti con l’arte, il teatro, la scienza e molto altro ancora e potrà riapprezzare gli immancabili appuntamenti con la scatenata satira del Pupkin Kabarett.

Insomma, il piccolo e instabile Teatro Miela riapre di nuovo i battenti e per l’occasione si fa ancora una volta grande, bello, luccicante, e a misura di mondo,  nessuno escluso.

La notte Blu dei Teatri 

Sottocoperta la capra campa

Variazioni sul mare in occasione della Notte Blu dei teatri triestini nel cinquantenario della Barcolana a cura di Bonawentura con la compagnia del Pupkin Kabarett.

Dopo essersi cimentati nelle passate edizioni, con Jack London e il naufragio di Ambrogio Fogar, la compagnia del Teatro Miela ritorna al cabaret musicale. L’ultimo approdo della Notte Blu dei teatri: un equipaggio collaudato e ben assortito composto da Laura Bussani, Stefano Dongetti, Alessandro Mizzi, accompagnati da Riccardo Morpurgo al pianoforte e Stefano Bembi alla fisarmonica. Sotto coperta è il luogo e la dimensione più adatta per chi di vela ne sa poco. Stare lì e non far danni, raccontandosi le cose, ascoltando della musica. Sul ponte c’è poco spazio, bisogna rendersi utili ma soprattutto si rischia di farsi male. Meglio sotto per poter comunque dire “c’eravamo anche noi”.

Music Miela-Live 2018/19

La musica è di casa al Teatro Miela

Un Melting pot musicale e culturale che come sempre ci soddisfa ed appassiona. In questo inizio di stagione 2018/19 Bonawentura ospiterà artisti e gruppi musicali provenienti da: Italia, Belgio/Congo, Costa d’Avorio, Nuova Zelanda, Niger, UK/Arg/Congo.

Il Teatro Miela si ritrova ad essere uno dei pochi spazi a proporre una programmazione musicale trasversale, che abbraccia molte tendenze odierne e di qualità. Le scelte della programmazione di questa prima parte di stagione rivolgono lo sguardo alle musiche del mondo e alle commistioni e contaminazioni tra generi e culture musicali. Un viaggio attraverso la musica, le tradizioni e le sperimentazioni dei diversi luoghi del mondo, sempre aperti alle differenti culture che finiscono inevitabilmente per arricchire la nostra.

La linea di pianificazione musicale di Miela Music-Live ci vede collaborare anche a livello transfrontaliero con altre realtà con cui condividiamo gli intenti e le proposte artistiche come il festival Druga Godba della vicina Slovenia, tutte realtà che si impegnano a diffondere e circuitare il più possibile la musica del mondo nella sua diversità.

Tutto sempre con un’attenzione particolare al livello e alla qualità dei musicisti nella dimensione live, alla sperimentazione e l’originalità della proposta, con una predilezione per quei progetti che, più di altri, sono capaci di sorprenderci per la capacità di non uniformarsi nelle solite categorie e tipologie musicali standardizzate.

Il primo appuntamento è con Nidi D’arac (Italia) i più forti e longevi  esponenti della world music italiana  raccontano, con lo splendido dialetto salentino, le storie scure del sud italiano e le fanno danzare sui ritmi popolari tra contaminazioni folk, rock ed elettroniche.

Seguiranno: Baloji tra i musicisti più interessanti nell’ambito della “nuova” world music, quella prodotta in Europa da musicisti qui cresciuti, che guardano alle loro radici e se ne riappropriano con sguardi e linguaggi profondamente contemporanei.

La cantante, danzatrice e percussionista della Costa d’Avorio, la nuova grande voce dell’Africa Dobet Gnahoré, le sue performance catturano l’attenzione fin dal primo istante.

Orchestra of Spheres, un progetto (anche visivo) che arriva dalla Nuova Zelanda, inventori e promotori di un particolarissimo groove alieno, arrivando ad un alto livello di sperimentazione e originalità.

Les Filles de Illighadad un gruppo di ragazze provenienti dal villaggio omonimo del Niger, fautrici di un nuovo genere di chitarra Tuareg che si mescola al folk tradizionale trasportando le canzoni rurali dei nomadi ai giorni nostri, nel XXI secolo, una testimonianza della ricchezza nella semplicità con delle composizioni costruite da pochi elementi: voci, battiti di mani e percussioni.  

Animanz & Juanita Euka (UK/Arg/Congo) un gruppo nato nel 2013 come un progetto aperto tra amici musicisti che in pochi anni è cresciuto accogliendo artisti ed ospiti provenienti da tutto il mondo e consentendo alla band di sviluppare il loro ritmo così variegato e travolgente.

Pukin Kabarett Show

L’appuntamento classico – classicissimo ormai – dei lunedì del Miela con la musica e il cabaret e con la compagnia più strampalata che vi sia mai capitato di vedere su un palco.

Dal febbraio 2001 calcano continuativamente le scene, sempre accompagnati dalla musica della fedelissima Niente Band, riempendo le serate del primo giorno della settimana con sketch, satira politica e con pensieri e riflessioni che definire strampalati è dir poco.

Ma tutto ciò non gli bastava. Da anni scrivono e inscenano spettacoli e reading su svariati argomenti senza che nessuno li abbia ancora cacciati a male parole. Questo per Trieste è effettivamente molto strano.

Il loro segreto? Una dose di follia accompagnata da una adeguata sconsideratezza e da un congruo quantitativo di imprudenza. Le loro maggiori qualità morali? Disfattismo, negatività e improvvisi entusiasmi ingiustificati. Soprattutto hanno sempre ragionato male.

S/paesati 

eventi sul tema delle migrazioni 

XIX edizione 2018

Umanità in movimento

Oggi più che mai l’umanità è in cammino, si muove per fuggire dalle guerre e dalle emergenze ambientali, si muove per necessità economiche e realizzare la propria vita, come chi immigra nel nostro paese, ma anche come i giovani che emigrano in altri paesi europei o in altri continenti.

I fenomeni migratori sono complessi e dal 2000 il festival S/paesati cerca di analizzarli attraverso lo spettro della creazione artistica e gli incontri culturali. Un’attenzione particolare è riservata ai momenti di elaborazione teatrale in cui si lavora insieme tra gli artisti regionali e gli artisti immigrati, un modo per confrontarsi e generare insieme una nuova visione.

La maggior parte delle produzioni teatrali è nata con questo metodo di lavoro. Inoltre sempre attraverso la lente delle arti, il festival S/paesati prova a capire il mondo che ci circonda. Quest’anno infatti una parte sarà dedicata all’analisi e al racconto di alcune zone di guerra come la Siria e l’Iraq, riservando speciale considerazione alle vicende riguardanti i curdi, attraverso l’esperienza diretta di giornalisti come Domenico Chirico e Linda Dorigo,  e artisti provenienti da tali paesi come  Leyla Toprak.  Durante la presentazione del libro di  Maria Cuffaro,  Kajal. Le vite degli altri e la mia, presentato con i giornalisti Paolo Aleotti e Emily Menguzzato, si  riveleranno la disperazione della guerra,  delle periferie più dure (Medio Oriente, l’Asia, il Sud America, l’Africa) viste dagli occhi della giornalista. Le migrazioni e le vite dei migranti dipendono spesso dalla guerra e dalla pace, dimensioni che, storicamente in Europa sono ben note.

Due spettacoli relativi alla prima guerra mondiale sono presenti in questo senso  all’inizio e alla fine della programmazione.  Ritorna il giornalista Gabriele Del Grande nell’ incontro Fortress Europe in cui parlerà dei rifugiati e il destino dell’Europa, esaminandone gli scenari futuri. Al termine  verrà riproposto l’ormai celebre documentario  Io sto con la sposa.

Tre le produzioni Bonawentura proposte quest’anno: Diario dall’aldilà ….Da Sarajevo con amore di Puniša Kalezić e Diana Bosnjak  Monai, uno spettacolo multimediale, che raccoglie  le memorie passate da nonno a nipote e ci riporta all’assedio di Sarajevo all’inizio degli anni Novanta, Lampedusa Beach, di Lina Prosa in collaborazione con il Teatro Stabile Sloveno, in cui Shauba, giovane africana, naufraga, inghiottita dal mare racconta il sogno di una vita migliore, e denuncia l’ingiustizia del mondo.

Una splendida giornata … da clandestino, di Giuseppe Nicodemo, ispirato a un reportage di Gianpaolo Sarti per il quotidiano “Il Piccolo” di Trieste è  la storia di un giornalista che si finge profugo per un giorno.

Verrà riproposto Come diventare africani in una notte, di Mohamed Ba, Stefano Dongetti e Alessandro Mizzi, uno spettacolo dove la cultura europea e quella africana si incontrano e dialogano apertamente.

Per maggiori info e programmi dettagliati consultare i siti www.miela.it e www.spaesati.org

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