Dopo la prima stagione che ha regalato a Guido Lomoro tante soddisfazioni ma difficoltà, Teatrosophia è pronta a spalancare il sipario sulla seconda stagione. Tanti spettacoli ma tante novità originali ed interessanti

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Ce ne parla il direttore Guido Lomoro.

Prima di parlare della seconda stagione di Teatrosophia ci piacerebbe fare con lei un bilancio del primo anno. Può ritenersi soddisfatto?

E’ stato appunto un primo anno. E quindi, nonostante le difficoltà la risposta è sicuramente si. Teatrosophia è comparsa nel mondo romano del teatro off destando apprezzamenti, consensi, sia da parte del pubblico, che degli artisti, che da una parte degli addetti ai lavori. Ma anche tanta invidia, dubbi e perplessità, queste ultime non sempre in totale buona fede. La nostra è una filosofia diversa c’è poco da fare e rompere schemi esistenti ha bisogno di tempo. Ma sono assolutamente soddisfatto. Se un anno fa mi avessero raccontato in anticipo il percorso della nostra prima stagione avrei stentato a crederci.

Teatrosophia - Intervista al direttore Guido Lomoro
Teatrosophia – Intervista al direttore Guido Lomoro

Non deve essere facile gestire un teatro in un momento storico come questo. Ci sono errori che ha commesso o situazioni che ha sottovalutato? Insomma se tornasse indietro cambierebbe qualcosa?

Gestire un teatro oggi è da folli. Ma proprio perché il momento storico suggerirebbe di evitare simili follie è il momento di agire. Fare diversamente significherebbe accettare lo status quo. Si ha il dovere di provare a invertire la rotta. Errori? Guai a non farne. Non si crescerebbe mai. Non si migliorerebbe. So che rifarei tutto quello che ho fatto e credo che ci sia bisogno di ancora un po’ di tempo per comprendere a fondo cosa è stato sbagliato e cosa no. Sono un istintivo. Le mie decisioni sono rapide. Anche se la loro messa in pratica è poi meticolosa e curata nei minimi dettagli. Il cuore decide. La ragione agisce.

Parliamo di questo nuovo anno. Cosa dobbiamo aspettarci?

Dovete aspettarvi un salto in avanti verso l’identità definitiva di Teatrosophia. Il teatro rimane ovviamente il fulcro, un teatro in cui gli elementi fondanti sono la qualità e l’originalità delle proposte, la qualità umana degli artisti che le realizzano, la volontà di comunicare sempre qualcosa, di lasciare un segno negli spettatori e infine il desiderio di dare spazio a giovani artisti. Quest’ultimo lo reputo un dovere. Ma Teatrosophia da quest’anno si apre anche ad altre espressioni artistiche in un ambito che ci piace definire “colloquio tra le arti”.

Teatrosophia - Intervista al direttore Guido Lomoro
Teatrosophia – Intervista al direttore Guido Lomoro

Quali sono le novità più rilevanti?

Lo spazio dato alla musica con il coinvolgimento di artisti che presenteranno loro produzioni originali: cantautorato, jazz, musica contemporanea.

L’apertura verso le arti figurative con l’iniziativa “L’artista del mese”: ogni mese artisti diversi esporranno a Teatrosophia le loro opere pittoriche o fotografiche per 4 o più settimane con la possibilità di intervenire alle nostre serate teatrali o musicali per presentarle personalmente. A questo si aggiunge la collaborazione con l’associazione Kill The Pig che coinvolgerà una serie di artisti i quali produrranno ogni mese un manifesto originale ispirato agli spettacoli messi in scena a Teatrosophia. Se questo non è colloquio fra le arti cos’è?

Ed infine l’iniziativa che più mi sta a cuore ossia la rassegna PRIMO PALCOSCENICO che si svolgerà dal 17 al 20 giugno: un concorso rivolto agli attori neodiplomati di accademie e scuole di tutta Italia ai quali appunto Teatrosophia offrirà il primo palcoscenico della loro carriera. I partecipanti dovranno presentare uno studio di spettacolo: una giuria, formata da esperti e pubblico, decreterà un vincitore al quale spetterà una residenza di 60 ore offerta da Teatrosophia e l’ingresso nella nostra stagione 2020/2021.

Sono particolarmente orgoglioso di questo progetto nato da un’idea di Marta Iacopini. Appunto, Marta Iacopini.  Il suo ingresso ufficiale è la mia novità preferita: attrice, regista, docente, amica, professionista impeccabile e generosa, sognatrice e folle quanto il sottoscritto, fiore all’occhiello di Teatrosophia. La considero il mio alter ego e dunque referente quanto me del progetto che stiamo portando avanti.

Teatrosophia - Intervista al direttore Guido Lomoro
Teatrosophia – Intervista al direttore Guido Lomoro

Un teatro che dà vita ad attività culturali di vario genere. Tipo i laboratori. Capiamo però dalle descrizioni che sarebbe riduttivo definirli tali…

Giustissimo. Per questo le abbiamo chiamate attività culturali. L’unico laboratorio in senso più tradizionale è quello di recitazione condotto da Marta Iacopini: un corso propedeutico aperto a chi vuole avvicinarsi al teatro ma anche a chi vuole cominciare un percorso che in futuro possa diventare professionale. Marta prende per mano i suoi allievi e  con la sua competenza, la sua straordinaria capacità comunicativa li conduce sapientemente nel mondo del teatro.

Poi avremo La Storia del Teatro, un percorso curato da Flavia Martino che senza seguire un ordine cronologico, ma andando per temi, attraverso anche l’uso di testi teatrali permetterà a chi fa teatro e a chi lo segue come spettatore di conoscere quanto quest’ultimo sia fondante della nostra cultura ma anche della nostra vita.

Dalla scena alla psiche“, altro gioiello di quest’anno: partire da testi teatrali con letture a cura di Marta Iacopini e Piergiorgio Saracino, per riflettere, sulle proprie dinamiche personali ed avviare un processo di consapevolezza di sé attraverso ciò che i testi raccontano. Gli incontri saranno coordinati dalla psicoterapeuta dott.ssa Rosa Elisa Miceli.

Guardiamo anche ai più piccoli con il Laboratorio delle ipotesi condotto da Raffaella Ceres. E’ finalizzato a  far acquisire ai giovani curiosi che parteciperanno, nuove tecniche espressive e artistiche partendo dall’ascolto attivo delle fiabe cappuccetto verde, cappuccetto giallo e cappuccetto bianco scritte da Bruno Munari, genio del design e dell’arte contemporanea.

Ed infine torniamo al tradizionale con il Laboratorio di dizione condotto dal sottoscritto

Perché il pubblico dovrebbe scegliere Teatrosophia.

Perché ha l’opportunità di accostarsi e godere dell’arte e della cultura in modo semplice, diretto, senza intellettualismi di facciata. Perché si sente a casa, una casa speciale in cui viene accolto col sorriso. Perché dopo uno spettacolo rimane con noi: un bicchiere, qualcosa da assaporare, gente nuova da conoscere e gli artisti che si sono esibiti con i quali scambiare opinioni e conversare piacevolmente. Perché la nostra è la teatrosophia. Che si può trovare solo a Via della Vetrina 7, a un passo da Piazza Navona.

Teatrosophia - Intervista al direttore Guido Lomoro
Teatrosophia – Intervista al direttore Guido Lomoro
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