La notte in cui Teresa dormì con la morte

 

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Debutta in prima assoluta al Teatro Studio Uno dal 22 al 25 marzo la nuova puntata della saga teatrale “Teresa santa, puttana e sposa” spettacolo scritto da Marco Bilanzone, diretto da Lorenzo Montanini, con in scena Nadia Rahman-Caretto, Alessandro Di Somma, Giuseppe Mortelliti, Riccardo Marotta, Eleonora Turco, protagonisti del quarto capitolo della serie: “La notte in cui Teresa dormì con la morte”.

Salvata dal carcere, dalle violenze e dal postribolo da un uomo potente, Teresa vive gli anni più felici della propria vita accanto al suo benefattore, il dottor Emiliano Ghedin, diventandone l’amante. Di molti anni più grande di lei, il ricco industriale trasforma Teresa da schiava in una donna libera, consapevole e colta. La forza indomita che l’aveva mantenuta in vita da ragazzina si trasforma nella consapevolezza della maturità, seppur ancora in giovanissima età.

In questo capitolo la narrazione sposta completamente il suo punto di vista, invitando il pubblico ad entrare dentro la casa dei due amanti, a condividerne l’intimità e a seguirne la storia d’amore. Storia di un uomo maturo con una donna acerba e giovanissima di cui subito si riconoscono le qualità, l’ardore, la scintilla e la forza del suo straordinario ed affascinate animo positivo.

L’arcigno industriale si scioglie nella tenerezza, alla scoperta di un amore nuovo, fantasticando una vita insieme, senza compromessi, senza segreti, liberi di amarsi nonostante le chiacchiere della gente.

Ma il destino beffardo per Teresa è sempre dietro l’angolo e questa parentesi di gioia e serenità non può che durare pochi anni, riportando la nostra eroina sul baratro del fallimento.

“La notte in cui Teresa dormì con la morte” è un viaggio – quasi esclusivamente al maschile – attraverso la borghesia italiana; Teresa si ritrova così circondata di dottori, professori, avvocati, prelati e industriali. Sempre al limite tra l’impegno civile, la partecipazione attiva nella società e l’esercizio del potere economico e politico, gli uomini protagonisti della storia non sono mai eroi completamente positivi; seppur senza paragone con i personaggi gretti e meschini dei capitoli precedenti, anche il dottor Ghedin, l’avvocato Quarracello, il giudice Bianco o il dottor Catillo mantengono sempre un lato in ombra e al cittadino, all’intellettuale, al lavoratore si accompagna il potente che esercita senza scrupoli il proprio potere.

Ma, come dice Teresa stessa:

L’amore è come un manto di velluto che copre le imperfezioni dell’umanità

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