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«Perché studi così tanto? Quale segreto vai cercando? La vita te lo rivelerà presto. Io so già tutto, senza leggere o scrivere. Poco tempo fa, forse solo qualche giorno fa, ero una ragazza che camminava in un mondo di colori, di forme chiare e tangibili. Tutto era misterioso e qualcosa si nascondeva; immaginare la sua natura era per me un gioco. Se tu sapessi com’è terribile raggiungere tutta la conoscenza allʹimprovviso – come se un lampo illuminasse la terra! Ora vivo in un pianeta di dolore, trasparente come il ghiaccio. È come se avessi imparato tutto in una volta, in pochi secondi. Le mie amiche, le mie compagne si sono fatte donne lentamente. Io sono diventata vecchia in pochi istanti e ora tutto è insipido e piatto. So che dietro non cʹè niente; se ci fosse qualcosa lo vedrei.» Lettera ad Alejandro Gomez Arias Settembre 1926

Il mistero di Frida Kahlo si cela dietro un’opera del 1932 intitolata La mia Nascita. Frida si ritrae nel momento del suo parto, il corpo ancora stretto tra le gambe materne, il volto estenuato vede per la prima volta il mondo in uno stadio di transito che è la forma di una lacerazione, la spinta nel voler vivere, il terrore legittimo di quello che accadrà, nella palese incertezza di una realtà multiforme e mai univoca. Narrare di Frida significa entrare nei meandri di un’esistenza stratificata e complessa, fatta di immagini, pensieri, desideri,sofferenze e incubi che hanno accompagnato una donna lungo il suo percorso privato ed artistico.

Una donna, dicevo, perché Frida è in prima istanza un essere che ama, quell’amore che lei stessa definì un grave incidente. Diego Rivera è l’altra metà fondamentale della sua storia, un uomo che ha rappresentato l’universo di Frida ma che allo stesso tempo ha nutrito le sue sofferenze e le sue  inquietudini.

Il percorso espositivo dedicato a Frida Kahlo negli spazi delle Scuderie del Quirinale offre una visione d’insieme delle opere dell’artista messicana, un riassunto più o meno riuscito che offre l’occasione al visitatore di scoprire attraverso i celebri autoritratti parte del corpus pittorico che per la prima volta viene esposto in Italia. Frida è innanzitutto un’icona, l’essenza stessa di una forma di mitologia contemporanea, un’artista che ha compreso le potenzialità e l’impatto decisivo di essere ricordata sottoforma di immagine, come fosse una santa martire cristiana o una divinità dell’olimpo pagano. Eppure in quell’ossessione di specchiarsi, di ritrarre impulsivamente se stessa si cela una sottesa volontà di sondare il mondo attraverso il diaframma epidermico che divide la realtà che ci circonda dall’io profondo del nostro inconscio.

“ Era solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato,ci sono così tante persone nel mondo, ci deve essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io”. In queste righe tratte dal suo diario personale, Frida analizza se stessa, mette a nudo i lati più cupi del suo essere, quel sentimento di trascendenza che ornerà la sua vita nel sentimento d’amore verso Diego.

Raccontare di questa grande artista vuol dire anche immergersi nella rivoluzione messicana, nell’impegno politico e civile che sconvolse il paese tra il 1910 e il 1917. Sin dal suo debutto artistico datato 1925, Frida si avvicina con entusiasmo al movimento Stridentista capeggiato da Siqueiros, Orozco e Rivera, nella volontà di accostare il Messico alle avanguardie europee. Le pitture murali, in particolar modo, segneranno la genesi di una nuova cultura iconografica che diverrà celebre in tutto il mondo.

Qualcosa manca, inevitabile in una mostra e sin troppo scontato, ma la percezione è che il mito abbia travalicato l’artista e la donna. Esistono differenti modi di studiare una personalità come quella di Frida, allora auspico ad ogni visitatore che varcherà le Scuderie del Quirinale di analizzare questo percorso espositivo secondo molteplici punti di vista, non solo nella fuorviante accezione iconografica che la storia dell’arte ci ha trasmesso. Negli affanni, nelle inquietudini, nella desolazione spesso si nasconde il mito, quello che rimane evidente agli occhi di tutti, bisognerebbe fare un piccolo sforzo per arrivare oltre, per giungere finalmente alla comprensione di chi all’arte ha dato tutto, fino all’ultimo respiro.

INFORMAZIONI TECNICHE

Frida Kahlo

Scuderie del Quirinale

fino al 31 agosto 2014

sito web: www.scuderiedelquirinale.it

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