Non c’è niente che ti salvi dall’imbarazzo di una conversazione forzata come la radio accesa.

Il problema è quando il tuo passeggero è una ragazzina in fase “ascolto quello che va di moda alla radio” e si autoproclama “deejay”.

Ho sofferto per mesi, ogni giorno, alla guida. Sempre le stesse “hit”. Sembrava quasi impossibile che piacessero per davvero alle persone. E invece, eccole lì, sera dopo sera, nella top 7 della radio “Capital” londinese. E quante, le volte in cui io mi costringevo a canticchiarci sopra, sperando di farmele piacere. Senza riuscire nell’intento, ovviamente.

Il mio anno come ragazza alla pari in Inghilterra ha fatto sì che, a mo’ di effetto collaterale, mi “acculturassi” (santo cielo, non credo proprio che questa sia la parola giusta, né che le virgolette siano abbastanza per sottolinearlo) in fatto di musica commerciale. E allora voglio condividere con voi la mia classifica delle 10 più odiose, irritanti, e ridicole canzoni del 2018. E anche se probabilmente in Italia non sono arrivate in radio, chissà che non le abbiate sentite, simpatizziate con me e vogliate odiarle un po’ anche voi.

10. “FILTHY” – Justin Timberlake

Dopo il successo che “Can’t stop the feeling” aveva avuto globalmente, il ritorno di Justin Timberlake era davvero atteso. Ma “Filthy” non è assolutamente paragonabile: con quello che sembra il getto dell’acqua nel gabinetto come sottofondo e pochi altri suoni, Justin Timberlake canta quattro strofe a ripetizione cercando probabilmente di imitare con la voce lo stile di Robin Thicke in “Blurred Line” (di 5 anni fa). Fallendo miseramente.

Oltremodo irritante. Ma non la più irritante. Finisce al decimo posto nella classifica.

9. “THREE LIONS”

Ovvero la canzone che durante i mondiali era sulla bocca di OGNI SINGOLO INGLESE. Erano così convinti che avrebbero vinto che andavano in giro saltando e ripetendo: “football it’s coming home”. Ora, al di là di come è andata a finire, io penso che l’unico modo per apprezzare questa canzone sia avere una bella dose di nazionalismo in corpo.

8. “GOODNIGHT” – Jason Derulo, David Guetta feat. Nicki Minaj

Che probabilmente non ho potuto sopportare perché hanno preso la meravigliosa melodia di “Con te partirò” di Bocelli, e l’hanno “rivisitata”, rendendo la canzone un ibrido pop a sfondo sessuale e completo di frasi spagnole inserite a caso (la Minaj, alla fine, che ripete “culo” è una perla) – siamo alle solite, insomma.

7. “JACKIE CHAN” – Tiesto, Dzeko, feat. Preme e Post Malone

Testo di una illogicità allucinante. Ma per il pubblico inglese sembra non ci sia bisogno che le frasi abbiano senso quando accostate l’una all’altra. Io ho trovato la melodia irritante, e non credo che nemmeno il signor Jackie Chan abbia apprezzato questa canzone.

6. “FLAMES” – David Guetta feat. Sia

Decisamente David Guetta e Sia hanno perso qualche colpo. Ma visto che si tratta di due pezzi grossi come loro, la canzone non poteva essere un “flop” e gli ascolti li hanno avuti lo stesso.

A me sinceramente veniva il nervoso a sentire quante volte la cara Sia ripeteva “go”, “moving” e “running”. La canzone era composta da queste tre parole.

Banale.

Ma a quanto pare, quando ti sei fatto un nome, non c’è più il bisogno di produrre canzoni di qualità.

5. “I LIKE IT” – Cardi B

Alcuni dicono che questo sia l’anno di Cardi B, questa rapper americana che ha popolato le classifiche di tutto il mondo.

Il problema è che io davvero non comprendo come sia possibile.

Lei, prima di tutto, non si sa cosa stia cantando. Mi chiedevo se fosse un problema mio, non essendo madrelingua. E allora ho chiesto alla teenager di cui mi occupavo, in macchina con me, e la sentenza è che persino una inglese madrelingua non riesce a decifrare una singola parola che esce dalla bocca di quella donna.

Ma a parte la dubbia pronuncia della rapper, che, per carità, può essere un segno caratteristico che distingue, – e tralasciando il testo -, non posso perdonare l’accozzaglia di suoni, ripetizioni di parole a non finire, e i versi di lei che vorrebbero essere un po’ “cool” e un po’ da “ragazzaccia”, che la radio mi ha propinato per settimane.

Mi sembrava di guidare in direzione di un tentativo fallito di imitare la musica latina.

E non è che di solito la musica latina in radio brilli troppo.

4. “FREAKY FRIDAY” – Lil Dicky, Chris Brown feat. un sacco di altra gente

Seppure sia “catchy” e su questo non si può dire nulla – a forza di ascoltarla mi sono ritrovata a cantarla mentre lavavo i piatti – non posso transigere sull’imbarazzo che mi creava ogni volta che era in radio. Infatti, persino la versione censurata della canzone – e credetemi, quelli in radio ne avevano da censurare – con i suoi silenzi e pause inseriti dove prima c’erano parolacce o le solite frasi a sfondo sessuale, era chiaramente non adatta ad un pubblico di minori. Semplicemente perché non ci voleva nemmeno molta fantasia per completare le parole mancanti nella versione “clean”.

Per di più, nell’ultimo minuto della canzone, si aggiungono a cantare qualche riga volgare e patetica un sacco di altri artisti (tra cui, non ci potevo credere, anche Ed Sheeran) che potevano risparmiarci la loro collaborazione. Davvero. (Sì, parlo soprattutto per te, Kendall Jenner).

E dire che il concetto dietro la canzone (scopiazzato da un film per teenager) era pure carino.

3. “ONE KISS” – Dua Lipa & Calvin Harris

Mentre Dua Lipa in Italia è ancora praticamente sconosciuta (anche se ogni italiano riconoscerebbe la sua voce in “No Lie” di Pitbull), in Inghilterra è diventata una celebrità nel tardo 2017. Ha rilasciato un paio di singoli meramente ascoltabili, prima di renderci il tragitto in auto insopportabile per 3 minuti e 36 secondi con questo suo terzo singolo in radio.

La collaborazione di Calvin Harris e Dua, infatti, non impressiona: la canzone è davvero banale, il testo pretenzioso e la melodia irritante. Per di più, la bella voce della cantante è completamente “metallicizzata” da un pesante utilizzo di auto-tune.

Ma ciò che ha dell’incredibile è che era al primo posto nella classifica di Capital Radio per settimane e settimane. L’ho già detto che io la gente inglese non la capisco?

2. “IN MY FEELINGS” – Drake

1. “NICE FOR WHAT” – Drake

Santo cielo. Da dove comincio? Drake ha rilasciato un (a quanto pare, attesissimo) album quest’anno, e tutte le sue canzone sono finite in radio. Le due che ho sopracitato sono quelle che ho più detestato ed è con non troppi ripensamenti che Drake conquista il podio.

Entrambi i pezzi sono molto somiglianti fra loro: non c’è davvero un accompagnamento musicale ma un insieme di beat e voci femminili a ripetere certe parole/frasi/suoni all’infinito. E se questo per voi non è abbastanza irritante, non preoccupatevi, c’è di più. “Nice for what”, infatti, verso metà, viene spezzata da una voce (immagino, quella di Drake) distorta che urla alcune parole apparentemente senza senso.

Drake, se questo era un tentativo di fare qualcosa di nuovo e originale… Ti prego di inventare anche una nuova e originale parola per “canzoni”, così saprò come chiamarle.

Purtroppo i pezzoni “Da zero a cento” (Baby K), “Faccio quello che voglio” (Rovazzi) e “La cintura” (Alvaro Soler) non sono arrivati in Inghilterra, altrimenti li avrei volentieri inclusi nella lista.

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