Barbara Pellegrini è una giovane pittrice di grande talento, una donna che ha fatto dell’arte il suo mestiere, la ragione di vita. Nella sua ultima esposizione personale, intitolata l’Urlo Interiore, racconta la stretta corrispondenza tra pittura e psicoanalisi. Lascio virtualmente alla sua voce il compito di descrivere le sue opere, di narrare il viaggio attraverso i meandri della psicologia dove, in prima persona, ha scavato nel suo inconscio e nella sua consapevolezza di essere umano.

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La prima domanda che vorrei porti riguarda la genesi di questa mostra esperimento. Come è nata l’idea dell’Urlo Interiore?

L’urlo interiore è una mostra che segna il mio ritorno alla pittura dopo circa due anni di assenza totale dal circuito espositivo.

Alla Interazioni art Gallery abbiamo sempre proposto dei progetti che avessero un collegamento con le scienze e a tale proposito è nata l’idea di un progetto che fosse legato alla psicologia.

Le tavole di Rorschach sono uno strumento utilizzato dalla psicoanalisi che rimandano immediatamente alla pittura. Ho cominciato ad interessarmi a questo test cognitivo, a cercare di costruire questa esposizione e alla fine ho realizzato una serie di opere.
Il percorso nel mondo della psicoanalisi, che inizialmente conoscevo solo tramite la filmografia, non riusciva a soddisfare il mio desiderio di sapere: non mi bastava internet, non mi bastavano le informazioni che avevo raccolto, volevo entrare all’interno del meccanismo, volevo sottopormi in prima persona al test.
A fronte di questa decisione è iniziata una serie di difficoltà: il test viene prescritto in una sede ospedaliera con la supervisione di uno specialista che si occupa di casi clinici e che nutriva seri dubbi nei confronti della mia scelta. Superate queste reticenze sono riuscita a sottopormi alla seduta, nell’arco della quale, ho vissuto una forte scossa emotiva.

Apparentemente, sottoporsi alla visione ed all’interpretazione delle dieci tavole, è un’esperienza che non ti coinvolge, non ti rendi conto che l’osservazione delle immagini sta agendo sulla tua persona. Due settimane dopo mi è stato consegnato il risultato in base a quelle che sono state le mie risposte e le mie percezioni, l’esito ha confermato in parte alcune mie inclinazioni e sfumature caratteriali dando il concreto incipit alla realizzazione delle mie opere. Il test ha una forte valenza sessuale e questo è stato un aspetto su cui ho giocato nei miei dipinti, l’opera che porta il titolo di Tavola XI è di fatto la mia vagina.

Nel dittico, intitolato Heimlich, che credo sia il pezzo più importante della mostra, ho cercato di raccontare l’universo maschile e femminile. I due corpi nudi sono speculari e descrivono l’uguaglianza tra uomo e donna, sono fermamente convinta che l’emotività non conosca genere e che la credenza di una profonda diversità tra uomini e donne sia uno stereotipo da sradicare.
L’installazione Arbitrium, una esasequenza, evoca gli oggetti simbolo dell’esistenza di una persona. Quando ho ricevuto il responso del test di Rorschach ho pensato a cosa mancasse nella mia vita e a cosa ambivo ad avere. I sei oggetti che ho scelto celebrano le molteplici sfaccettature dell’essere umano, le sue debolezze e la sua evoluzione.

Ho apprezzato molto la scelta dell’utilizzo dell’oro e del nero. Cosa rappresenta questa bicromia?

L’oro è un omaggio all’arte del XV secolo. Io ho sempre eseguito una pittura molto classica, che peraltro insegno. L’oro rappresenta la volontà di dare a questi simboli il massimo fulgore. In un primo momento ho pensato a questa mostra in bianco e nero, ma non mi bastava, volevo incastonarla in una cornice preziosa che attirasse lo sguardo.

Questa è una domanda che sto rivolgendo a tutti gli artisti contemporanei che incontro durante le mie interviste: secondo te, Barbara, cos’è il mestiere dell’arte? Quale ruolo senti di ricoprire nella nostra società?

Io utilizzo abitualmente la parola mestiere per descrivere la mia pittura. Alle volte questo termine esula da certe competenze artistiche come se esistesse una sorta di spaccatura tra il mondo della creatività e quello di chi fa il “mestiere”. Nel momento in cui ho deciso di dipingere ho scelto di fare il mestiere, occupandomi di tutto quello che ha a che fare con l’espressione artistica. Sono dodici anni che studio su strada, ho subito sentito l’esigenza di lavorare e di sperimentare il contatto con il pubblico. Il mio amore per l’arte è totale.

Qual è il tuo rapporto con Roma, senti che esiste un alienamento dell’artista nella nostra città?

A Roma c’è sicuramente una visione provinciale, bisogna fare i conti con questa realtà. È molto faticoso rimanere e sono anche convinta che spostarsi oggi voglia dire avere la volontà di entrare in un mercato. Parigi, Berlino, New York, sono lo specchio di nuove forme d’arte che si rifanno per lo più ad un approccio commerciale piuttosto che emozionale. Per me l’arte è un veicolo di comunicazione, oggi ho il presentimento che si stia virando sul nome, sullo scalpore e non sui contenuti. Io non sposo questo approccio proprio in nome del mestiere.

Marshall Berman afferma che: “essere moderni significa anche minacciare di distruggere tutto quello che possediamo, tutto quello che conosciamo, tutto quello che siamo.” Cosa ne pensi e soprattutto qual è il tuo concetto di modernità?

Io non riesco a pensare di essere moderna senza mettere su di un trono la storia. Non c’è bisogno di distruggere, anzi, è necessario rispettare quello che è stato e ricordare la sua evoluzione per capire ed interpretare il presente. Io ho un grosso legame con la storia, sono per la conservazione non per la distruzione.

Barbara voglio chiudere questa intervista cercando di capire cosa ti aspetta in futuro, hai dei progetti da realizzare?

Sono stata ferma per due anni, ritornerò alla pittura avendo un occhio di riguardo su altre forme di comunicazione. Con questa mostra ho aperto le porte a diverse possibilità che vanno oltre il semplice lavoro di cavalletto.

La mostra di Barbara Pellegrini è visitabile fino al 24 novembre presso la Interazioni Art Gallery (piazza Mattei 14, Roma).

Per informazioni:
http://www.interazioniartgallery.com/
http://www.loolitart.net/artists/barbara-pellegrini/

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