Il 18 dicembre torna in scena E tu sei bellissima di Claudio Proietti.

Un nuovo cast e un nuovo regista per la commedia  più rappresentata dell’autore romano.

Claudia Campagnola e Matteo Lucchini diretti da Giancarlo Fares sono in scena al Cometa Off. Abbiamo intervistato gli attori, il regista e l’autore.. insieme ci parlano del Paolo e della Cristina che c’è in ognuno di noi.

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Giancarlo Fares sei reduce del successo di Le Bal che ha conquistato i cuori degli spettatori alla Sala Umberto, subito dopo hai firmato la regia di The Room al Teatro Brancaccino e dal 18 al 22 dirigi anche E tu sei bellissima.
Testi molto diversi tra loro, cosa ti ha spinto a scegliere proprio questi testi?

La loro diversità. Mi permettono di sperimentare in direzioni diverse come artigiano del teatro.

Un po’ li ho scelti io un po’ mi hanno scelto loro, ed io li accolgo come tutti gli spettacoli e li amo cerco di farli al meglio. In questo caso sono molto contento perché i due attori che sono in scena sono per motivi diversi molto legati a me.

E quindi questo spettacolo è una festa. Inoltre sono felice perché la prima volta che metto in scena il testo di un amico Claudio Proietti.

Claudio Proietti: E tu sei bellissima è tra i tuoi testi più rappresentati. Secondo te qual è il successo di questa storia?

Prima o poi arriva il momento in cui devi fare i conti con te stesso.

Quel momento può arrivare proprio attraverso il confronto con una persona che hai amato tanto. Una persona che ti mette uno specchio davanti e ti mostra chi sei, non chi credi di essere.

“E tu sei bellissima” non è la solita commediola che parla di una coppia in crisi.

Ce ne sono tante, troppe. Questo testo ci porta in una terra di nessuno, non offre punti di riferimento. Ci spoglia, ci
spinge ad abbandonare fardelli inutili. Non è una vicenda che tende la mano, anche se apparentemente potrebbe sembrare così. Ci fa lo sgambetto, invece .

Scivoliamo nella vita di Cristina e Paolo. Va in scena la “storia di una coppia”, certo. Ma, soprattutto, la nostra storia individuale.

Quella coppia vive dentro ognuno di noi, principalmente

Claudia Campagnola: Quando hai letto il testo, cosa ti ha colpito di questa storia? Chi è Cristina e quanta Cristina c’è in Claudia?

Di questo testo quello che mi ha colpito e’ la spontaneità e la naturalezza con cui viene raccontata la relazione tra Paolo e Cristina , una relazione complessa ma allo stesso tempo semplice che racconta di ognuno di noi;

Cristina e’ un po’ ogni donna , con le delusioni, le speranze, le rassegnazioni, i dubbi che appartengono al momento storico che viviamo ma forse non solo a questo ….rappresenta una possibilità di essere donna, una donna consapevole , una donna che decide di aggrapparsi a ciò che le crea meno dolore sapendo, in fondo al cuore, che quel dolore le apparterrà comunque per sempre , una donna che fa i conti con la sua solitudine e la sua malinconia, una donna che sceglie di vivere una serenità e non una passione…

Non so quanto di Cristina ci sia in me ma di certo interpretarla e’ una grande opportunità per riflettere e far riflettere su come ogni scelta di vita e d’amore diversa dalla nostra visione debba essere comunque non giudicata ma accolta e rispettata

Matteo Lucchini: Quando hai letto il testo, cosa ti ha colpito di questa storia? Chi è Paolo e quanto Paolo c’è in Matteo?

Dopo aver letto il testo posso dire che mi ha colpito molto la relazione tra i personaggi e quella spontaneità che ogni tanto si intravede in essa, frenata da prese di coscienza razionali da parte di Cristina e lasciata totalmente agire invece nel caso di Paolo.

Paolo è così per me: si fa guidare dai ricordi, dal senso di appartenenza, dalla nostalgia che in lui vivono e agiscono spontaneamente nel momento in cui si trova di fronte Cristina; il passato lo fa sentire a casa.

In fondo è un uomo come tanti, che commette errori, a volte sicuro di se a volte ingenuo, a cui piace mettere in difficoltà Cristina perché sa che troverà in lei una debolezza per lo meno apparente, ma non sa che è proprio questa la sua debolezza.

Qualcosa di Paolo l’ho ritrovata in me. Pur essendo più giovane di lui, ci sono aspetti ed esperienze (soprattutto nei rapporti di coppia) che coincidono e ho cercato il più possibile di metterli a servizio in questa bellissima opera.

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