Dal 26 aprile al 12 maggio al Teatro de Servi di Roma sarà in scena una divertente commedia scritta da Antonio Romano dal titolo Un matrimonio all’improvviso, che lo vede protagonista insieme a Carlotta Ballarini, Laura Garofoli, Gaia Benassi, Giuseppe Renzo e Martina Tonarelli. La regia è affidata a Antonio Grosso.

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Da dove nasce l’esigenza di raccontare la storia di questa coppia?

Questa storia l’ho vissuta indirettamente attraverso una coppia di amici. Non potevo intervenire nella vita dell’uno o dell’altra, seppure ho cercato di dare consigli. Alla fine è stato talmente tragico e comico il tutto, che ho voluto farne una commedia.

 

Interpreti il protagonista della storia, un uomo con la classica sindrome di Peter Pan, che non vuole saperne di sposarsi. Quanto credi sia diffuso questo rifiuto di creare una famiglia nelle generazioni di oggi. E Perchè?

Ho scelto di essere il protagonista, proprio io che non sono mai stato un “Peter Pan”,  anzi, ho sempre desiderato una mia famiglia e infatti da giovanissimo ho fatto “il grande passo”. Interpretare un uomo opposto a me, mi ha dato la possibilità di comunicare al pubblico tutti i limiti e le contraddizioni che la paura delle responsabilità genera nella vita delle persone. E non credo che queste paure siano solo della nuova generazione, credo siano particolarmente accentuate in questa generazione anche per la precarietà del lavoro nella società italiana e quindi nella incertezza del futuro economico del singolo.

 

Cosa vuole mettere in risalto questo racconto?

Come ho già detto nelle risposte precedenti, voglio dire alle persone che la paura delle responsabilità è solo mettere un limite alla propria vita e generare automaticamente problemi. Meglio tuffarsi nella propria vita e accumulare esperienze migliorandosi.

 

La regia è affidata ad Antonio Grosso. Il risultato è quello che, come autore, ti aspettavi?

C’è stata molta sintonia con Antonio Grosso sin dalla prima lettura del testo. Gli è piaciuto il contesto e la storia e da questi è partito per allestire uno spettacolo brillante sotto tutti i punti di vista: scenografie, movimenti, espressioni, emozioni. Come autore sono soddisfatto.

 

Tre settimane di repliche e due di queste sono già andate. Come reagisce il pubblico?

Il pubblico è divertito e stupito allo stesso tempo. Stupito dal ritmo della commedia che non gli dà modo di distrarsi neppure un attimo e anche dal fatto che ride dalla prima all’ultima battuta.

 

Ti stai dedicando ad altre storie? Ci sono progetti in corso?

Sto progettando la stagione 2019-2020 con dei miei lavori già pronti che andranno in scena a Fabriano, Viterbo e San Vito Romano. Inoltre, sto lavorando a un nuovo progetto che racconterà della vita di mio padre, anche questo con un tema sociale forte, ma lo saprete solo venendo a teatro.

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