Un serio spettacolo non serio (danza e stampa nell’Italia fascista) di Giulia Taddeo.

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Qual è stato l’atteggiamento della stampa del tempo fascista nei riguardi della danza teatrale? Quali i discorsi, le istanze e l’immaginario che, sull’argomento, emergono dalle colonne di quotidiani e periodici?

Il volume (edizioni Mimesis, collana “Filosofie del Teatro”, pagine 260) affronta simili questioni mediante l’analisi di un’imponente mole di documenti quasi totalmente inediti e capaci di aprire prospettive inusuali sulla danza italiana del primo Novecento.

Dal riconoscimento della danza come autentica forma d’arte alla contrapposizione (spesso violenta) fra “tradizione” italiana e “modernità” straniera, dalla difesa della tecnica accademica all’apprezzamento per forme di danza “libera”, infatti, la stampa intercetta, filtra e rielabora processi culturali di ampia portata, la cui complessità è qui presa interamente in carico e restituita mediante una costante lettura critica delle fonti.

Ne risulta un lavoro intimamente “corale”, in cui le voci di anonimi cronisti si intrecciano con quelle di uomini di teatro e di artisti di spicco e che, proprio in virtù del suo carattere polimorfo, riesce forse ad aprire uno squarcio sulla contraddittorietà di un’intera epoca storica, il tutto mantenendo sempre fermo il punto di vista, volutamente e proficuamente “minore”, sul corpo che danza.

L’autrice

L’autrice Giulia Taddeo ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Cinema, Musica e Teatro presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, dove è attualmente docente a contratto per il corso di Organizzazione ed economia dello spettacolo.

Il suo percorso di ricerca si è svolto presso istituzioni italiane e straniere (Fondazione Giorgio Cini, Venezia; New York Public Library for the Performing Arts, New York), e ha visto la partecipazione a seminari e convegni nazionali e internazionali.

Ha vinto nel 2010 il Concorso Nazionale di Critica Teatrale “Lettera 22” e ha successivamente esercitato attività di critico militante su testate cartacee e on-line. Dal 2011 è membro della redazione della rivista, fondata e diretta da Eugenia Casini Ropa, “Danza e Ricerca. Laboratorio di studi, scritture, visioni”.

La casa editrice

La casa editrice Mimesis nasce come associazione culturale nel 1987, su iniziativa di Pierre Dalla Vigna, con lo scopo di raccogliere e diffondere le idee che animano la riflessione italiana ed europea.

Nel 2006 Luca Taddio affianca Pierre Dalla Vigna nella direzione editoriale e nella nuova compagine sociale. Assieme danno vita a MIM edizioni srl, attuale detentrice del marchio “Mimesis”. Pur mantenendo la sua attitudine filosofica, Mimesis espande presto i confini dei propri interessi alle scienze umane e alla letteratura.

Lo stretto rapporto con il mondo universitario e la costante esplorazione di nuovi ambiti d’indagine hanno garantito alla casa editrice un catalogo sempre più vasto. Oltre a garantire una produzione editoriale di valore scientifico, la vocazione di Mimesis per il pensiero libero e indipendente si esprime anche attraverso la più completa autonomia dei propri autori.

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