Uno dei timori della società social è il furto dei dati. Contraddizioni come leggi severe della privacy e foto che in un lampo possono essere visualizzate in tutto il mondo sono all’ordine del giorno, in uno strano clima di commistione fra paura e compiacimento.

Questo aspetto dei nostri tempi è stato esplorato dal punto di vista sociologico, legale, sono stati creati scoop, gossip.

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Lo scrittore e sceneggiatore Roberto Moliterni, vincitore del Premio Luigi Malerba per la sceneggiatura nel 2010 e del Premio Letterario Rai La Giara nel 2014, fa un’ interessante operazione con il racconto “Uno stormo di pappagalli verdi” (Coup de foudre – Aulino Editore) e trova l’aspetto poetico di questo argomento stridente, raccontando una storia d’amore.

I fili di un amore

Tutto nasce nel 1998, Elvira e Livio sono due ragazzini e cominciano ad interagire con le pagine della posta di giornali dedicati all’adolescenza come Cioè e Giochi per il mio computer.

Approdano poi ai forum universitari su internet, a Facebook, Instagram

L’autore immagina l’intreccio della loro storia seguendo i post, le immagini, i “mi piace”, compiendo un tragitto opposto all’esposizione mediatica.

La loro storia non è social e i due protagonisti sono ragazzi comuni, non interessati alla sovraesposizione.

Moliterni tesse la sceneggiatura di un amore, maneggiando i fili nascosti delle esistenze con l’intento di andare oltre l’immagine che si vuole offrire al “proprio pubblico”. Geniale l’idea di questa breve narrazione, raccontata con grazia, con un finale che lascia un buon sapore, negli occhi e nel cuore.

Moliterni
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