Abbiamo scelto di raccontare il nostro viaggio a Cuba, compiuto poco prima della della fine dell’era Castro. Nei giorni in cui siamo stati sull’isla feliz, ci si preparava all’elezione di Miguel-Diaz Canel, avvenuta il 19 Aprile 2018. Cuba è un’isola in pieno cambiamento o comunque i suoi abitanti lo chiedono. Abbiamo scelto di dividere il nostro racconto in più parti: Politico sociale; Cuba raccontata dai cubani; alcuni consigli e come abbiamo strutturato il nostro viaggio.

Un po’ di passato che spiega il presente

Cuba, la Revolución e l’orgoglio di un popolo

L’orgoglio del popolo cubano risiede sopratutto nell’aver fatto, tutti insieme, quella che ancora oggi viene insegnata nelle scuole, decantata nella cartellonistica per strada e declamata in qualsiasi discorso radio televisivo: la Revolución.

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Cuba
Elaborati fatti dai bambini, appesi nell’atrio di una scuola primaria dell’Avana

Sono gli anni antecedenti al 1959 quando al potere cubano, ad intermittenza, c’è Fulgencio Batista. Uomo fantoccio compiacente verso gli americani, che permetterà loro di insediarsi nell’isola. Amico di personaggi come Lucky Luciano e altri gangsters della Mafia italo-americana che all’Avana apriva lussuosi alberghi e casinò per il riciclaggio di denaro sporco. Ma soprattutto un dittatore che per mantenere l’ordine si trovò spesso a reprimere nel sangue le proteste; che abolì lo sciopero e che impoverì notevolmente il proprio popolo.

È agli inizi degli anni cinquanta (1953) che il malcontento popolare trova voce tra le aule delle università. Si costituirono movimenti studenteschi ispirati al socialismo di Marx ed Engels.

Tra questi eroi, alcuni di loro sarebbero per sempre stati consegnati alla Storia di Cuba: Fidel Castro Ruz, Raul CastroCamilo Cinfuegos ed Ernesto Che Guevara.

Cuba
foto di Alberto Korda della marcia rivoluzionaria. Esposta al Museo della Revolucion dell’Avana

Per quasi un decennio, il tira e molla tra rivoluzionari ed esercito ufficiale, finì per mietere diverse vittime.

È il dicembre del 1958 quando Fidel e i suoi sembrano inarrestabili. L’immagine di Batista è completamente offuscata. Anche gli americani gli voltano le spalle, sospendendo le forniture per l’esercito, già notevolmente indebolito. È il 1° gennaio del 1959 quando a Batista non rimane che scappare in esilio. L’unica cosa che gli rimarrà delle atmosfere fatte di completi gessati e stanze fumose, sarà una comparsata ne Il Padrino-parte seconda– di Coppola, durante gli anni di esilio in Spagna.

Dal 1° gennaio del 1959, Cuba è stata governata dai Castro, Fidel prima e Raul poi, con quella che fu definita da molti una dittatura comunista dal volto umano. Fino al 19 aprile 2018 quando Raul cede il passo a Diaz-Canel.

L’esotica bellezza e il mondo reale

Si affollano su Cuba e sui cubani mille idee alimentate da fantasie sulle condizioni esotiche di una specie di paradiso terrestre. Si favoleggia la bellezza di uno stato comunista dove, fuori dalla schiavitù del capitalismo, si possa vivere felici. In genere, abbiamo capito, che chi sceglie questa unica prospettiva è colui che, sceso all’Avana, la seconda cosa che fa, dopo aver acquistato una canottiera con la faccia del Che, è trovare un pullman per Varadero.

Per essere esotica è esotica. La gente è eccezionale. La cucina creola è appetitosa e nutriente, il ron è buonissimo e la frutta ha tutto un altro sapore. Ma nel mondo reale non sono le uniche cose a contare.

La gente, molta, è costretta ad arrangiarsi come meglio può: chi con onestà e chi senza.

Prima di tutto lo Stato 

Tutto è controllato dallo Stato. Attenzione, con tutto intendiamo tutto. Per capirci, le commesse dei supermercati sono dipendenti pubblici. Questo vuol dire che non esiste la libera concorrenza. Che vuol dire livellamento sociale al punto in cui è lo Stato a dire che va bene. La tv: due canali, dello Stato. Il giornale ufficiale è il Granma che è anche l’organo di stampa del partito comunista, unica forza politica legale nel Paese.

La massiccia presenza dello Stato è considerato l’unico sistema per impedire il collasso dell’economia, essendo Cuba un’isola dove non sono presenti risorse come petrolio o materiali pregiati (hanno solo un poco di nichel ma niente di chè).

Cuba
Fidel Castro in un manifesto presso il museo della Revolucion all’Avana

L’unico settore che rappresenta fonte di guadagno è il turismo, ed è anche quello più controllato a causa del mercato nero.

Per noi, donne e uomini figli di un occidente che ci ha abituati agli scaffali pieni dei negozi, ai servizi igienici dentro casa, all’energia elettrica, è impossibile riuscire a calarci in una realtà come quella cubana senza sentire un senso vicino al disagio.

Quanti di noi sarebbero disposti a lavorare 100 e tenersi in tasca 10 perchè 90 serve a garantire l’idea di Stato?

Per 30 anni, in nome del popolo e dello Stato venne sacrificato pure il Natale. Non tutti sanno che per ragioni legate alle necessità di raccolta della canna da zucchero (coltivazione principale dell’isola felice) nel 1968 Fidel soppresse il Natale, in quanto non era possibile permettere ai contadini di tralasciare i raccolti.

Il Natale venne reintrodotto nel 1998, grazie anche all’accorata richiesta dei cattolici cubani e all’insistenza di Papa Wojtyła che se ne fece portavoce.

In quell’occasione Fidel (notoriamente ateo) disse: “abbiamo bisogno del sostegno di tutti, anche dei nostri compagni cattolici.”

 

 

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