A che anno siamo arrivati? Ah si 12. No controllo su Google prima di sbagliarmi. E così giovedì sera è iniziata ufficialmente la nuova, ennesima, edizione di X Factor.

X Factor, per la cronaca, è l’unico talent che seguo. L’unico vagamente sopportabile e che, tutto sommato, qualcosa di buono negli anni ha prodotto. Per gusti personali, Marco Mengoni su tutti.

Ma la prima puntata dei Live di giovedi sera mi ha profondamente annoiata per due motivi.

Arrivati al 12° anno di vita, di cui  la maggior parte oramai prodotti da Sky Italia, tutto è scontato, tutto è uguale a se stesso.  Narrazione, giudizi, procedure, pubblico, impianto, messa in scena. Tutto ripetitivo, già visto, spessissimo ridondante. E’ cambiato il direttore artistico. Al posto del buon Luca Tommassini (sovente autore di quadri davvero sublimi), vi è ora Simone Ferrari, ideatore di diversi show di apertura/chiusura eventi mondiali realizzati dalla società di Marco Balich.

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Ma del suo operato nella prima puntata ne parlerò dopo.

Il secondo motivo della mia noia è l’assegnazione dei brani ai 12 concorrenti (preferisco chiamarli concorrenti piuttosto di talenti, devono ancora dimostrarlo).

Non so, aprire con un pezzo del sedicente Capo Plaza intitolato “Giovane fuoriclasse” sarà stato adatto al gruppo “Seveso Casino Palace” (e casino lo fanno…in senso di confusione, Mara ha ragione, non si capisce una parola mentre Fedez afferma che non è importante…non  è importante???), ma non ad un pubblico che ha più di 20 anni.

Ma già dagli home visit si capiva la virata bimbominkia dato al programma. Gli ospiti che “aiutavano” i giudici, come il misterioso e saccente (ma chi sei???) Achille Lauro, davano già l’idea di marketing dell’edizione di quest’anno.

E qui non capisco il perché visto che gli “anziani” hanno vissuto (e vivono ancora) di pane e musica da decenni.

Il secondo brano assegnato a Leo Gassman (che comunque si chiama Leonardo, Mara aveva ragione) è “Broken String”, duetto di qualche anno fa di Nelly Furtado e James Morrison. Ma a X Factor questo pezzo non è una novità. Ricordo ancora la bellissima interpretazione di Ambramarie che duettava meglio della Furtado proprio con James Morrison.

La performance di Leo però è inutile. Né bella né brutta. Inutile. Fermo, statico. Agnelli gli fa notare che è troppo impostato. Non è impostato, è fermo. E da nipote e figlio di attori mi aspettavo ben altro.  Nonostante il cognome prevedo un’uscita a breve.

Arriva poi la piccolina sarda Luna. 16 anni tutti impigliati nei suoi capelli. “E.T” è il brano di Katy Perry assegnatole con tanto di coreografia ad hoc. Però ha sedici anni e per quanto voglia tirare fuori di tutto, resta imprigionata nel dubbio se ballare cantare o ammiccare.

Renza Castelli è la prima “Over” ad esibirsi e qui arriva la prima vera trasformazione della serata. Trasformazione puramente estetica. Da singer da strada viene trasformata grazie a trucco parrucco e outfit in una sofisticata cantante.

“Raggamuffin” di Selah Sue è molto bello cantato da lei. E qui però arriva il primo scivolone del neo direttore artistico. Perché i coriandoli enormi a rettangolo? Perché? Perché ancora? Perché mettere in difficoltà questa ragazza alla sua prima prova seria? Volando infatti uno di questi giganteschi pezzi di carta gli si è appiccicato sulle labbra stratificate dal rossetto rosso cupo, tanto da metterla in difficoltà nel canto, per una canzone che non prevedere pause per respirare o togliersi da dosso oggetti non desideratati.

La gara continua con altri tre concorrenti a mio avviso tra i meno forti, tranne un già osannato Anastasio, dalla penna arguta ma nulla di più. Quella che ha cantato è “C’è Tempo” di Fossati? Ah si? Non me ne sono accorta.

Al ballottaggio finisce un gruppo che ha solo una cosa molto bella, il nome “Red Brick Foundation”. Peccato che il resto non ci sia. E non basta avere il cantante alto due metri simil Richard Ashcroft.

Si riprende con la seconda parte di cui vedo solo l’esibizione di Naomi. Viene dalla lirica, ha una bella voce, aveva dato tutto ai provini, ma qui rimane impigliata nelle maglie di Beyoncé. Bah…

E i giudici? Ovvio che gli occhi e le orecchie erano attente a Lodo (Lo stato sociale) che ha sostituito Asia Argento per i noti motivi.

Sorpresa delle sorprese, il ragazzo è bravo. Davvero bravo. Chiaro, pulito, onesto, competente, sincero, diretto, calmo, simpatico.

Mara Maionchi l’ho trovata soffocata da questo marketing adolescenziale. Fedez sufficientemente scazzato, distratto da problemi paterni (comprensibili) e stupidaggini della neomoglie.

Agnelli è distante dai tre colleghi. Forse accusa la mancanza di Asia Argento.

E poi c’è Cattelan, in tutti i sensi. La replica del suo “EPCC” a teatro ritarda la diretta di Xfactor che aveva il pregio di iniziare a un’ora decente, vista anche la lunghezza del programma. Ma cari geni del marketing, i ragazzi al mattino vanno a scuola e gli adulti al lavoro. E vedere il termine del programma sarà arduo.

Sarà il caso che si inventino altro per evitare in futuro pisolini sul divano.

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