Negli ultimi giorni è scoppiata un’intensa polemica sui social per una battuta di Gene Gnocchi durante la sua copertina a DiMartedì, trasmissione condotta da Giovanni Floris su La7, in cui il comico di Parma, nel descrivere la situazione dei rifiuti di Roma attraverso la foto di un maiale pubblicata dalla Meloni, ha chiamato l’animale Claretta Petacci.

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Ma chi è Claretta Petacci? E come mai il popolo del web si è sollevato contro Gene Gnocchi?

Alla prima domanda è semplice rispondere. Claretta Petacci (o Clara Petacci) visse nel 1912 e divenne famosa, durante il ventennio fascista, per essere ufficiosamente l’amante di Benito Mussolini, al tempo 30 anni più vecchio della ragazza.

Sfortunatamente questo amore si rivelò fatale per Claretta Petacci quando, il 28 aprile del 1943, fu arrestata e giustiziata dai partigiani assieme a Mussolini per poi avere la propria salma esposta a Piazzale Loreto affianco al corpo del dittatore.

Claretta Petacci

 

Durante tutta la seconda metà del ‘900 sono state presentate innumerevoli versioni sul come e perchè Claretta Petacci fosse stata uccisa sebbene priva di condanne e il dibattito attorno a quella vicenda non ha mai abbandonato le discussioni tra esponenti dei vari partiti ed intellettuali. Tra registi come Carlo Lizzani che nel suo Mussolini Ultimo Atto mostrava una morte quasi accidentale e politici come Pertini che nel 1983 disse: <<La sua unica colpa è di aver amato un uomo>>.

 

E oggi quel dibattito si riaccende in seguito alla battuta di Gene Gnocchi.

Il che ci porta alla seconda domanda.

Ciò che ha suscitato scalpore e indignazione è stato sicuramente quello di aver associato ad un maiale tra i rifiuti il nome di una ragazza che, nel bene o nel male, rimase al fianco dell’uomo che diceva di amare fino alla fine. Come può ben sintetizzare il messaggio su Twitter di Simone di Stefano, candidato premier di Casapound:

Ma è giusto prendere così seriamente la battuta di un comico che viene pagato per creare copertine satiriche?

Secondo chi vi scrive no.

Secondo chi vi scrive è possibile ridere di tutto in ogni momento ma solo se, e attenzione a questo presupposto, l’atmosfera creata dal comico lo permette.

Vediamo un esempio:

Al minuto 12:45, Montanini fa una battuta sul padre deceduto di Enrico Brignano eppure, nonostante questo, il pubblico ride alla battuta e il mondo va avanti come ha sempre fatto. Perchè? Perchè Montanini e il suo pubblico sono dei mostri pronti ad uccidere mille Claretta Petacci? No.

Perchè Montanini è stato in grado, prima di arrivare a quel punto, di creare un’atmosfera e un universo, fuori da quelli reali, in cui si può ridere anche del padre morto di Brignano.

Ma allora dove fallisce Gene Gnocchi nella sua battuta sulla Meloni e Claretta Petacci?

A 0:20 possiamo ascoltare la battuta tanto condannata e capire perchè non riesca nel suo intento che, in teoria e come dice qui Selvaggia Lucarelli, doveva essere “accostare ad un personaggio come la Meloni la tendenza a chiamare i propri animali con nomi cari al ventennio fascista come, ad esempio, Claretta Petacci“.

Purtroppo però il tentativo non funziona non perchè non sia possibile riderci sopra, ma perchè Gene Gnocchi non ha fatto in tempo a creare un’atmosfera simile a quella di Montanini e, inoltre, ha aggiunto l’ultima parte quasi come un trafiletto, senza dargli enfasi o senza caricare la battuta al punto da poter far ridere il pubblico per l’assurdità della frase.

Merita quindi Gene Gnocchi di essere condannato per aver scherzato sulla morte di Claretta Petacci? No

Merita di essere criticato per non essere riuscito a far ridere? Si, perchè un comico deve preoccuparsi di questo e di nient’altro.

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