Edito da Efesto Edizioni, PHI. L’eletta d’eternità o per amor è un viaggio attraverso percorsi che conducono verso Phi e che da Phi si diramano. Partendo da Pisa si arriva alla Luna e sul finale si torna a casa, alla madre, e salpare di nuovo sarà una rinascita. Pagina dopo pagina le uniche regole formali sempre rispettate sono state quelle matematiche. Potrai trovare Easter Egg, illustrazioni, fumetti, versi, versi con accordi da interpretare, spazi bianchi dove poter scrivere, suggerimenti di lavoro manuale, ripetizioni di frasi con simbologia da spartito musicale. C’è molto dell’autore e sicuramente qualcosa del lettore che potrà far suo anche tutto il resto, sostituendosi così alla voce narrante.

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Abbiamo intervistato l’autore Luca Piselli, docente di Matematica e Fisica.

PHI. L’eletta d’eternità o per amor è suo primo saggio.

Siete pronti per questo viaggio?

Ciao Luca. Questo è il tuo primo libro. Ci racconti come nasce?

Ciao. Sì, è il primo e prima di ipotizzarne altri mi dedico al piacere di questo che è nato e poi cresciuto in maniera bizzarra.

Insegno nel Liceo Classico Luciano Manara dove c’è la sezione A, definita “Aureus”, con potenziamento in Storia dell’Arte. Ogni sezione ha la sua caratteristica e avevo l’idea di essere inserito verticalmente proprio lì (al Classico una sezione è una cattedra completa di Matematica e Fisica). Essere inserito in una singola sezione è uno dei sogni realizzabili di ogni docente, così ci ho voluto provare. Ho tentato la via di un percorso di potenziamento sulla Costante Aurea.

Ho iniziato a raccogliere le idee con carta da riciclo e penna rossa. Poi le idee hanno preso ad accavallarsi e a sovrastarsi alla rinfusa allora sono passato al PC. Con LaTex creo anche i testi per le prove scritte quindi ero già pronto perché almeno i caratteri fossero eleganti. Giorno dopo giorno, questo proposito mi piaceva sempre di più e pensavo avrebbe potuto funzionare. Ne parlai col Dirigente che mi propose di farne un progetto, ma me ne sono ben guardato: “No Dirigente. Preferisco lavorare sereno; senza scadenze o dover rendere conto a qualcuno. Preferisco rimanga qualcosa di mio che comunque proporrò alle mie classi. Le farò sapere.”

Poi ho avuto il Covid e dopo la pesantezza dei primi tre giorni pian piano le energie hanno iniziato a tornare. Gli ultimi giorni precedenti alla negativizzazione sono stati iperproduttivi. Superato il Covid ho continuato a lavorarci quando potevo. Ci sono voluti nove mesi e poi finalmente è nato.

Le lezioni le ho svolte in corso d’opera. Alla fine ho anche inviato una email al Dirigente con il resoconto dell’attività. Sono state coinvolte tutte le classi con varie intersezioni, ma su questo non mi dilungo. La fine di questa breve storia è che il libro mi ha regalato i suoi primi vagiti all’inizio del 2023, ma fra le scene post credits ci sono io che non ho avuto il primo anno della sezione A. Missione fallita, ma sono finito sul libro.

Nel titolo si parla d’eternità e d’amore. L’hai dedicato a qualcuno?

Come precisato proprio nella dedica, il libro è dedicato a chi il libro lo sta leggendo, ma anche a me, a tutte le persone che mi vogliono bene e a chi stimo. Molte di loro sono fra le pagine in maniera più o meno velata.

Il titolo è solamente una delle prime occasioni in cui il disvelabile si palesa rimanendo però in quell’ombra dove molto si scopre quando gli occhi si abituano. Potrei spiegare il titolo facendo riferimento ad un Archimede che si occupò di vetro, ma avrebbe più il retrogusto di un indovinello.

Mi piacerebbe che il libro sia dedicato anche a te che mi stai intervistando e a chi ci sta leggendo.

Phi è sempre stata la tua costante preferita?

Anni fa lessi un libro che parlava del Pigreco. È stato molto interessante, ma a volte un po’ troppo fantasioso. Si cercava di suggerire al lettore che in media, nel Mondo, la lunghezza dei fiumi è poco più di tre volte la distanza in linea d’aria tra la sorgente e la foce. Il mio amore per il Pigreco iniziava a vacillare. Al termine della lettura ero cambiato. Come un amore di gioventù che ti rapisce con uno sguardo, ti stordisce con un sorriso e t’ammalia con una carezza, così demone del Pigreco s’era impossessato di me. Quella relazione era iniziata quando avevo circa 9 anni, ma era chiaramente finita. Il ricordo di tutte quelle emozioni non m’abbandona, ma ho dovuto aspettare i 44 anni per dare io stesso la forma a quest’altro grande amore. Alla mia porta ha bussato il daimon di Phi.

Cosa ti auguri da questa tua creatura?

Ogni sforzo l’ho fatto con un piacere che m’ha portato avanti anche nei momenti più difficili, quando la forza era davvero poca. Cosa mi auguro? Mi aspetto che lo possa leggere più gente possibile perché non solamente è come se avessi generato un figlio, ma tra quelle pagine si sente la mia voce. Questo libro sono io che chiedo di essere intuito e sicuramente più di qualche persona ci ritroverà almeno una briciola di sé.

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