Articolo e foto a cura di Demis Albertacci, fotografo per professione; appassionato e curioso per natura.

La mostra Amazônia di Sebastião Salgado, recentemente inaugurata a Trieste, rappresenta un’impresa colossale nell’ambito della fotografia documentaristica e artistica. Salgado, un autore che ha dedicato la sua esistenza all’esplorazione delle dinamiche umane, sociali e ambientali, ci porta in un viaggio attraverso l’incontaminata e maestosa bellezza dell’Amazzonia. Le sue immagini, potenti e toccanti, rivelano una profonda comprensione e un profondo rispetto per quest’area cruciale del nostro pianeta, offrendoci una prospettiva unica e mai vista dell’Amazzonia.


In occasione dell’inaugurazione, ho avuto l’immensa fortuna di incontrare personalmente il maestro Salgado. La sua presenza è stata quasi palpabile, carica di quella stessa intensità e profondità che caratterizzano le sue opere.

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Durante questo incontro indimenticabile, ho avuto anche l’eccezionale opportunità, grazie alla collaborazione con La Nouvelle Vague Magazine, di porgere direttamente una domanda al Maestro

La mostra Amazônia arriva in un momento storico complicato per il nostro pianeta Terra, dove l’umanità sembra aver perso rispetto per il prossimo e per la natura. Con i suoi chiaroscuri, lei ci porta in un mondo quasi onirico, un paradiso perduto di cui, ammetto, non avevo nemmeno coscienza fosse così straordinario. Nel contesto attuale, dove sembra che per essere fotografi basti possedere una qualsiasi macchina fotografica o uno smartphone, senza avere poi una reale base o un’idea di cosa farne, cosa consiglierebbe a un giovane che, ispirato dalla sua mostra, si innamori della fotografia non come mezzo tecnologico, ma come strumento narrativo?’

È molto difficile consigliare una persona, in particolare un giovane, su che cosa fare nella vita. Io sono stato contadino, avvocato, economista, ingegnere meccanico, e anche pilota prima di diventare fotografo. Alla fine, un bel giorno, mi sono ritrovato con una macchina fotografica tra le mani, e mi sono reso conto che sarei stato un fotografo, che la mia vita sarebbe stata dedicata alla fotografia.

Amazônia, mostra a Trieste di Salgado- Foto Demis Albertacci


Salgado ha poi riflettuto sull’importanza di seguire la propria passione e di esplorare, sperimentare e non avere paura di cambiare percorso.

Un vero fotografo -dice- usa la fotografia per rappresentare momenti storici e concepire parti della società, non semplicemente per adoperare il linguaggio della comunicazione per immagini“.

Infine, ha consigliato ai giovani talenti di arricchire la propria formazione con studi in economia, geopolitica, sociologia, antropologia, e altro, per acquisire gli strumenti per comprendere e rappresentare la società in cui vivono.
Incontrare Salgado arricchisce senza dubbio l’ esperienza della mostra Amazônia, aggiungendo una dimensione emotiva e intellettuale che solo la diretta interazione con un artista del suo calibro e le sue fotografie può offrire. Le sue parole offrono una guida preziosa per chiunque aspiri a esprimersi attraverso la fotografia, sottolineando l’importanza di un profondo impegno intellettuale e sociale nel processo creativo.

I 200 scatti della mostra Amazônia, saranno visitabili a Trieste, presso il Salone degli incanti, fino al 13 ottobre 2024.

Amazônia è promossa da Civita Mostre e Musei e Contrasto, con la curatela di Lélia Wanick Salgado.

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