Forse se parti prevenuto ti capita anche di avere buone sorprese.

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E’ il caso di La scuola più bella del mondo di Luca Miniero, prodotto da Cattleya, distribuito da Universal Pictures International Italy e in rampa di lancio per l’uscita nelle sale italiane il 13 novembre.

Vado al sodo: tanto non m’era piaciuto “Un boss in salotto” (secondo incasso della stagione), tanto ho gradito l’ultimo lavoro del regista napoletano.

Torna Nord contro Sud,  ma solo in parte (uno spunto diverso  non guasterebbe).

Certo anche qui sono presenti clichè che trovo stucchevoli, come il meridionale caciarone che si arrangia o il settentrionale ordinato e puntuale al limite dello sfinimento ( vedasi la scena del carabiniere che indottrina i suoi giovani ospiti), ma rimangono ai margini e sono del tutto tollerabili.

Miniero stavolta, alla sceneggiatura insieme a Daniela Gambaro e Massimo Gaudioso, confeziona una storia che funziona, diverte e che persino la visione un po’ troppo buonista non riesce a scalfire.

C’è spazio anche per un po’ di politically scorrect con un De Sica rivitalizzato e in gran spolvero. Si concede sempre qualcuno dei suoi balli irrefrenabili (e va bene così) ma finalmente il ruolo da cialtrone un po’ troppo abusato è alle spalle e l’attore romano si rivela per quel gran professionista che è! Istrione, e deliziosamente paraculo come solo un romano d.o.c sa essere!

Anche Papaleo rifugge il ruolo dello stralunato che ne stava prosciugando le pur indubbie qualità. Che trio forma con De Sica e l’alano arlecchino!

Tutti i personaggi principali sono azzeccati e se Miriam Leone nei panni di Margherita Rivolta,  professoressa d’inglese dell’impeccabile scuola media della Val d’Orcia, conferma la buona impressione del recente  “Fratelli Unici”, è Lello Arena che davvero fa piacere rivedere!

Barba bianca e lunga lo fanno sembrare pronto per lo spot natalizio della bevanda analcolica più famosa del mondo, eppure Lello ha ben altro da regalare.

In conferenza stampa si dice orgoglioso di aver partecipato ad un film di cui non ci si vergogna di aver fatto. “Ci sono certi film che dopo averli fatti e preso i soldi te ne vergogni e quando esce il dvd lo piazzi in casa al ripiano più alto della libreria sperando che i tuoi figli non arrivino a prenderlo”.

Chissà se l’assenza così lunga dal grande schermo è dovuta alle sue scelte “oculate” o alla miopia di tanti registi…

La trama rischia di essere riduttiva. Filippo Brogi (De Sica) è il preside di una scuola toscana che più volte s’è fregiata del titolo di migliore dell’anno. Nel tentativo di tornare a vincere dopo un anno di digiuno, cerca di organizzare uno scaltro gemellaggio con una scuola di Accra in Ghana, con l’intento di ospitare dei bambini del luogo  .

Il maldestro bidello della scuola (l’unico “fallato” in tanta  perfezione) invece di inoltrare la richiesta ad Accra digita Acerra. Avete presente quando google  scrive “Forse intendevi digitare…?” , ecco a lui va così, ed in Toscana arriverà la classe di una delle scuole col più alto tasso di abbandono scolastico del territorio campano, accompagnata malvolentieri dal suo sfiduciato e demotivato  maestro: Rocco Papaleo nei panni di Gerardo Gergale .

Lo striscione che accoglie la classe di ragazzini campani recita “Benvenuta Africa”… vi lascio immaginare la reazione di questi.

La trama l’ho raccontata per dovere di cronaca ma l’intento vero è invitarvi a un bagno di spensieratezza. Via quell’aria da snob che ogni tanto, compreso chi vi scrive, ci portiamo addosso come un foulard molto poco ironico e perdoniamo il finale didascalico che tradisce la verve della prima parte.

La scuola più bella del mondo” arriva la settimana prossima in 500 copie. Vediamo che sorte avrà al botteghino e se il regista sarà ancora una volta “Miniero d’Oro”.

DATI TECNICI

Regia: Luca Miniero

Soggetto: Fabio Bonifacci, Neri Parenti

Sceneggiatura: Luca Miniero, Fabio Bonifacci

Casa di produzione: Cattleya

Distribuzione (Italia): Universal Pictures Italia

CAST

Christian De Sica, Rocco Papaleo, Angela Finocchiaro, Lello Arena, Miriam Leone, Nicola Riganese, Ubaldo Pantani

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