«Dissesto idrogeologico, domanda di energia e abusi edilizi sono temi della contemporaneità, intrecciati ad un passato dalle cui dinamiche, che continuano a scuoterci riproponendosi nel presente, non possiamo distogliere lo sguardo» scrive Andrea Ortis autore e regista oltre che interprete di “Il Vajont di tutti”, e prosegue «Ognuno ha il “suo” dolore ecco perché la storia del Vajont è la storia di tutti, un monito attualissimo che parla alle nostre coscienze, richiamandoci al ruolo di ospiti in questo pianeta, non di padroni». 

Ecco riassunto in poche righe il senso profondo dello spettacolo e le ragioni per cui essere in platea il 12 e il 13 ottobre al Politeama Rossetti per  “Il Vajont di tutti”.

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Lo spettacolo parte dai nostri giorni: il narratore interpretato da Ortis – artista friulano e per questo ancor più partecipe della vicenda – con il supporto di proiezioni documentali, filmati, immagini storiche e musiche, presenta la vicenda del Vajont e segue un percorso a ritroso nel tempo, dettagliando i retroscena del disastro, avvenuto il 9 ottobre 1963, e le cause che lo determinarono. 

A questa linea s’intreccia la presenza in scena di due personaggi del passato: l’ingegnere Carlo Semenza, responsabile della S.A.D.E. e progettista della diga del Vajont e Tina Merlin, unica giornalista che all’epoca si batté per i diritti delle popolazioni montane interessate. Si rende così presente da diversi punti di vista un evento di trent’anni fa: ma giungeranno alla mente degli spettatori gli echi di Sarno, della Val di Stava, di Rigopiano e Genova, fino ai disastri recentissimi dell’Emilia Romagna, tutti uniti dal comune denominatore dell’ottusità e dell’ingordigia dell’uomo nel rapporto con l’ambiente.

Lo spettacolo dunque si snoda su due binari narrativi paralleli, i quali talvolta si sovrappongono, pur mantenendo connotati identitari riconoscibili: da una parte si assiste ad un dettagliato racconto dello scenario storico del secondo dopoguerra, che va dagli anni ‘20 agli anni ‘60 del Novecento italiano, attraverso un viaggio nelle tradizioni secolari delle comunità montane e lungo il tracciato delle radici dialettali e popolari del nostro paese; dall’altra si ripercorrono minuziosamente gli eventi e le dinamiche umane che, nella loro concatenazione minata da superficialità e negligenze culminarono nel disastro.

“Il Vajont di tutti, riflessi di. speranza” è l’Italia che vuole rialzarsi dopo lo sfacelo delle guerre mondiali, l’Italia che inventa, scopre e sperimenta; il paese delle grandi opere civili che, in meno di vent’anni, ricostruisce sé stesso e parte del proprio futuro. Lo spettacolo rende presente un accadimento che pur parte di un recente passato, dichiara tutta la sua drammatica attualità nel complesso rapporto fra uomo e natura.

Nelle date di Trieste agli interpreti si affianca il coro “La voce della valle” – CAI di Cividale.

Lo spettacolo replica giovedì 12 e venerdì 13 ottobre alle ore 20.30 alla Sala Assicurazioni Generali del Politeama Rossetti.

I biglietti sono in vendita alla Biglietteria del Politeama Rossetti, in tutti gli altri punti vendita del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e anche online tramite sito del Teatro Stabilewww.ilrossetti.it. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

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