Al via mercoledì 4 ottobre la quinta edizione di “Barcolana un mare di racconti”, un viaggio di carta tra terra e mare che concluderà la sua navigazione sabato 7 ottobre.

Organizzato come evento culturale nell’ambito delle manifestazioni che affiancano la Barcolana presented by Generali, voluto dal presidente della Società Velica Barcola e Grignano Mitja Gialuz, ideato e diretto dal giornalista e scrittore Alessandro Mezzena Lona insieme alla scrittrice Nadia Dalle Vedove, con la preziosa collaborazione di Piero Zecchini e di tutto lo staff Barcolana, il Festival proporrà, nella quinta edizione, una ventina di voci tra le più apprezzate e originali dell’editoria contemporanea, con il contributo della Fondazione CRTrieste e del Comune di Trieste.

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Barcolana un mare di racconti: il programma

La prima giornata, mercoledì 4 ottobre: si aprirà con un dialogo tra due scrittori e velisti che hanno molte storie da raccontare. Alle 16.30 saranno di scena Alfredo Giacon con il suo libro “Il viaggio incredibile di Jancris” (Mursia), affascinante racconto di un’avventura del tutto particolare vissuta con una barca leggendaria, in dialogo con Ida Castiglioni, che nel libro “Eva” (Rusconi) racconta la sua rocambolesca partecipazione alla regata in solitaria Ostar che l’ha portata, per un guasto alla radio, a navigare per 37 giorni in perfetta solitudine. Tanto da essere considerata ormai dispersa.

Il secondo incontro porterà a Trieste Caterina Bonvicini, giornalista e scrittrice, che con “Mediterraneo” (Einaudi) ha vinto la sezione saggistica del Premio Marincovich 2022. Il libro è un coraggioso, drammatico racconto in presa diretta delle operazioni di salvataggio in mare fatte dalle organizzazioni non governative. 

A seguire ci sarà l’incontro con Tessa Rosenfeld, la scrittrice americana con origini russe da parte di madre, che vive da anni nel Salento. Dialogherà sul suo romanzo “Anime Slave” (Linea Edizioni), una fluviale storia di donne ambientata al di qua e sl di là dell’Oceano Atlantico.

Attesissimo ospite dell’ultimo incontro di mercoledì sarà Frank Westerman, uno dei più importanti autori di lingua neerlandese. Racconterà la sua nuova opera, “La commedia cosmica” (Iperborea), che porta al centro del libro gli scienziati e i filosofi che, scrutando il cielo, hanno provato a decifrare l’enigma dell’universo.

La seconda giornata di Festival, giovedì 5 ottobre, si aprirà sempre alle 16.30 al Magazzino delle Idee di Trieste con Fulvio Ervas, lo scrittore di Musile di Piave, che è anche professore di scienze naturali. Autore di un libro di grande successo, diventato poi un film di Gabriele Salvatores, “Se ti abbraccio non aver paura”, intreccia nel suo “La giustizia non è una pallottola” (Marcos y Marcos) le atmosfere del thriller e l’attenzione per la Natura in pericolo.

Il secondo e il terzo incontro porteranno al Festival due giovani scrittrici che, con le loro opere prime, hanno conquistato i lettori e i critici: Beatrice Salvioni, autrice de “La malnata“ (Einaudi), storia di un’amicizia indimenticabile nell’Italia del fascismo, e Monica Acito, che ha esordito con “Uvaspina” (Feltrinelli) seguendo il percorso di un ragazzo che sente forti, dentro di sé, le pulsioni femminili in una Napoli fiammeggiante e crudele. A chiudere la seconda giornata sarà uno scrittore sloveno, Goran Vojnović, autore del bellissimo romanzo “All’ombra del fico” (Keller editore). Un dramma balcanico che attraversa il Novecento, arriva fino al crollo del modello Jugoslavia e, poi, alla ridefinizione dei confini. Questo incontro farà conoscere ai lettori di Trieste una delle più interessanti voci della nuova letteratura slovena.

La terza giornata del Festival, venerdì 6 ottobre alle 16.30, si aprirà ancora con una storia di mare che intreccia, però questa passione forte di Antonio Solero, autore di “Alpinista velista sommozzatore” (il Frangente editore) con gli altri due grandi amori dell’autore citati nel titolo. A seguire, ritorna a Trieste la giornalista e scrittrice Cristina Battocletti, già protagonista nel 2021 con “Giorgio Strehler. Il ragazzo di Trieste”. Quest’anno parlerà del suo nuovo romanzo “Epigenetica” (La nave di Teseo), che segue le tracce di una donna, Maria, attraverso i territori oscuri della vita fino a ritrovare se stessa.

Arriverà da Lugano il terzo ospite di venerdì: Luca Saltini, autore di “Scrivimi dal confine” (Piemme), una delle migliori opere uscite negli ultimi anni capaci di rinverdire lo schema classico del grande romanzo con un piglio modernissimo.

A concludere il pomeriggio di incontri, dall’Ucraina si materializzerà la voce e la presenza di Yuri Andrukhovych. Il suo nuovo romanzo “Perversione” (Del Vecchio Editore) segue i passi perduti di Stanislav Perfec’kyj, un poeta, provocatore ed eroe della cultura underground ucraina morto in circostanze misteriose. Suicida o vittima di un omicidio?

L’ultima giornata, sabato 7 ottobre alle 16.30, farà calare il sipario sul Festival con quattro ospiti di assoluto valoreMaddalena Vaglio Tanet, che lavora come scout letteraria a Maastricht, ha conquistato un posto nella dozzina di scrittori in corsa per il Premio Strega 2023 con il suo romanzo “Tornare dal bosco” (Marsilio); Hans Tuzzi, nome d’arte di Adriano Bon, che ha fatto della letteratura di genere uno strumento raffinato per distillare romanzi coltissimi e affascinanti. Parlerò del suo libro più recente: “Curiosissimi fatti di cronaca criminale” (Bollati Boringhieri). 

Il terzo ospite sarà Omar Di Monopoli. Applaudito nel 2017 per “Nella perfida terra di Dio”, lo scrittore ha trasformato il suo Salento in un Far West apocalittico. Dove i destini dei personaggi vengono attraversati dalla furia devastatrice della criminalità. Il tutto raccontato von un linguaggio originale e raffinato. A Trieste dialogherà sul suo nuovo libro  “In principio era la bestia” (Feltrinelli).

L’ultimo appuntamento sarà riservato alla scrittrice tedesca Esther Kinsky, che da qualche anno trascorre parecchi mesi nella sua casa di Fagagna. Dopo due libri apprezzatissimi come Macchia” e “Sul fiume”, nella nuova opera “Rombo” (Iperborea) attraversa i territori del Friuli devastati dal terremoto del 6 maggio 1976 con un raffinato intreccio di voci e memorie, suoni della natura e presenze ancestrali.

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