Era il 9 Marzo 1997 quando, a Los Angeles, il famoso rapper Notorious B.I.G. viene ucciso da una macchina in corsa, a sei mesi di distanza dalla morte di Tupac, avvenuta a Las Vegas.

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Ad accomunare i due omicidi, al di là della professione musicale dei due grandi leader del rap di quegli anni, anche il fatto che i responsabili degli omicidi non furono mai presi, né si è mai fatta veramente luce su quello che è accaduto nella notte del ’97.

Omicidi che, oltretutto, hanno fatto fioccare teorie ed illazioni; tra queste c’è il libro che Randall Sullivan ha pubblicato con il titolo LAbyrinth e che è servito come base per il regista Brad Furman, che ha usato il materiale del giornalista per il suo City Of Lies – L’ora della verità, che vede Johnny Depp nei panni del detective Russell Poole e Forest Whitaker in quelli del giornalista Jack Jackson, arrivato nelle nostre sale ieri 10 Gennaio, dopo non poche controversie distributive.

Controversie, queste, legate anche al periodo nero che il protagonista continua a subire dopo le accuse di presunta violenza domestica da parte dell’ex moglie Amber Heard.

I ritardi legati all’uscita di City of Lies, infatti, erano dovute proprio ad una causa che il location manager del film, Greg Brooks, ha mosso nei confronti del divo di Hollywood, che si sarebbe reso colpevole di averlo picchiato quando era fortemente ubriaco.

Il periodo nero dell’attore, però, sembra non aver in nessun modo intaccata la sua capacità di regalare al pubblico una performance più che credibile.

Il suo Russell Poole è un uomo distrutto dalla vita; un poliziotto che ha vestito la divisa con orgoglio e che, invece, ne è stato distrutto sia nel fisico sia nel morale. Claudicante, immerso negli spettri del caso legato alla morte del rapper, abbandonato dai suoi cari, Russell torna in qualche modo a vivere grazie alle domande che Jack gli fa, dandogli dunque l’occasione di raccontare la sua versione della storia. Una versione che è stato obbligato a tacere, a dimenticare.

Johnny Depp regala, dunque, un personaggio rassegnato e frustrato, un uomo che ha continuato a sentirti un poliziotto nell’anima, anche quando gli viene tolto tutto.

Tuttavia City of Lies, che dovrebbe avere come nucleo centrale la scelta di raccontare un’indagine e tutti i suoi punti deboli, risulta un film che non funziona sotto molti punti di vista. Il Jack di Forest Whitaker è più fastidioso che incalzante e la sua indagine sembra solo il capriccio di un narratore insicuro.

In questo, di certo, non è aiutato nè dalla sceneggiatura né da un impianto scenico che possano permettere allo spettatore di entrare nel racconto. Il film è lento, didascalico, pieno di infiniti spiegoni che traboccano di personaggi e situazioni che vengono solo suggeriti e che fanno sì che lo spettatore sia più smarrito che incuriosito. Anche perché City of Lies è colpevolmente privo di suspense e di ritmo: tutto viene dispiegato sullo schermo con una piattezza che annoia e che non porta niente di interessante negli occhi di chi guarda.

Il regista è stato attento nel non voler lasciare niente di intentato e creare dunque una documentazione inattaccabile, ma il risultato è un film troppo pieno, troppo prolisso, in cui i dialoghi invece di dare leggerezza alla fruizione la appesantiscono.

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3 Commenti

  1. Mi associo nel ritenere il film ben fatto, stimolante nel cercare approfondimenti. Come al solito è meglio non ascoltare i critici. Whitaker intenso.
    Bene che esistano siti come il vostro. Complimenti.

  2. A me è piaciuto molto questo film, per me la suspense c’è stata soprattutto quando cercano di risolvere il mistero( non so se voi ricordate la scena). A me il film mi ha tenuto incollato alla poltrona perché mi ha molto incuriosito ed è stato molto interessante per me e per niente noioso. Quindi per me questa critica del film non piace assolutamente perché la trovo del tutto inutile perché secondo me è un ottimo film.

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