Mentre scriviamo sta andando in scena l’ultima replica del nuovo spettacolo degli Oblivion, ‘Tuttorial’, al Politeama Rossetti di Trieste, a più di dieci anni dalla prima programmazione di una loro creatura, allora nella Sala Bartoli.

Il mestiere più antico del mondo.

Ormai, come dicono i francesi, les jeux sont faits, chi li ha visti li ha visti. Sì, perchè quella di oggi era l’ultima replica per questa stagione, gli altri, in attesa della prossima, rimangano sintonizzati sui loro canali per le novità.

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Sembrerebbe quindi inutile una recensione a posteriore, ma non si può non parlare di loro e della loro straordinaria (nuova) produzione.

Gli Oblivion dovrebbero essere proposti a scuola, di ogni ordine e grado: Per la maestria con cui fondono cultura musicale e cultura generale, perchè poche volte talenti si incontrano e formano sodalizi, come il loro, che sono meraviglie vere

Tre anni fa, nell’ultima occasione in cui chi scrive li vide prima dello scorso venerdì, scrivevo così. 

Oggi, dicevo, è andata in scena l’ultima replica triestina, che spero abbia visto gremita la Sala come negli altri giorni. Ma nutro pochi dubbi a riguardo perché tra apparizioni televisive e video social chi non li conosce ancora (esiste ancora qualcuno?) sarà accorso incuriosito al Teatro Rossetti.

Chi li conosce, e non può non amarli, sarà accorso per la n.sima volta a rivederli e godere del loro talento. Che cresce a ogni loro spettacolo, in cui credi si sia arrivati all’apice di bravura e genialità e invece no. Loro ancora una volta alzano l’asticella, a livelli irraggiungibili.

Come nel loro Tuttorial in cui fondono divulgazione, arte, citazioni, numeri storici riarrangiati e ancora una volta sorprendenti. Tra cultura pop, generale e cultura musicale. Tra rap futurista  e tutorial di presenza social a personaggi storici che vogliono rimanere ‘sulla cresta dell’onda’. Tra Galileo e Bell, Meucci e Manzoni attraverso Siri e il Rider Deliverus.

Nuove frontiere per quei geni creativi indiscussi di Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, e Fabio Vagnarelli. Con la sapiente regia di Giorgio Gallione.

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