In occasione della rassegna S/Paesati giovedì 11 ottobre è andato in scena in data unica al Teatro Instabile Miela: Diario dall’aldilà…da Sarajevo con amore, una produzione Bonawentura.

Reading teatrale a due voci – tratto dal libro Da Sarajevo con amore – Diario dall’assedio di Diana Bosnjak – a cura di Tiziana Finzi. Interpretano Sebastiano Tringali e Laura Bussani accompagnati dalle note di Riccardo Morpurgo al pianoforte e Agnese Accurso al violino.

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Sullo sfondo, Sarajevo 

Sul palco solo due leggii e un pianoforte a coda si staccano, quasi in controluce, dallo schermo sul fondo dove scorrono in loop immagini di Sarajevo (curate da Fabrizio Comel) durante l’assedio che l’ha devastata per tre lunghi anni.

Rischiarati appena dalla luce fredda di quella scenografia fatta di cemento ferito, Sebastiano Tringali e Laura Bussani leggono passi del romanzo. L’autrice Diana Bosnjak, nata a Sarajevo nel 1970, ha ricevuto in eredità il diario che il nonno Puniša Kalezič ha tenuto durante l’assedio restituendo questo prezioso documento attraverso il suo libro.

Il diario del nonno Puniša

Ascoltiamo le parole di Diana, attraverso la voce di Laura Bussani, trasportati nei dolci ricordi di gioventù e nei crudi fatti di guerra. Ma è la lettura del diario del nonno Puniša, e merito dell’interpretazione di Sebastiano Tringali, a colpire lo spettatore. E ci riesce grazie alle parole semplici, scritte con costanza ogni giorno sperando fosse l’ultimo di quell’interminabile assedio.

Puniša Kalezič, nato in Montenegro e figlio di un’epoca in cui i popoli balcanici vivevano uniti, è stato un importante slavista, scrittore e giornalista. Nella sua vita ha vissuto tre guerre. L’ultima l’ha raccontata attraverso un diario, annotando non le false notizie sul conflitto che passavano alla radio, ma le piccole cose autentiche della vita quotidiana. Commoventi gli appunti sul costo della frutta e della verdura al mercato paragonati a quello che prima della guerra si poteva comprare con la stessa somma.

La performance minimale permette al pubblico di concentrarsi sulle parole e ascoltare un racconto ordinario in un contesto straordinario. Lo stato d’assedio di Sarajevo, di cui le immagini sullo sfondo sono una forte testimonianza agli occhi del pubblico, conferisce alle memorie di Puniša una patina di tenerezza pregevole ed efficace. La ricerca della normalità in una situazione che tutto è fuorché normale è la dimostrazione più autentica e pura dell’essere umani. Un messaggio prezioso da tenere in mente oggi come allora.

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