Sciacallo, Swarovski, Mirca, Milo e Colpo di Frusta.

No, non siamo impazziti… i cinque sono gli “Animali da bar” in scena ieri sera e stasera al Politeama Rossetti di Trieste all’interno del Cartellone “Altri Percorsi”

Lo spettacolo è interpretato da Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Pier Luigi Pasino, Paolo Li Volsi. La regia, collettiva, è di Alessandro Tedeschi e degli stessi Setti e Di Luca.

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ANIMALI DA BAR E LA CARROZZERIA ORFEO

“Animali da Bar è l’ultima fatica della Carrozzeria Orfeo, gruppo di giovani attori, tre dei quali provenienti dall’Accademia Nico Pepe di Udine.

La Carrozzeria Orfeo è uno dei più quotati giovani gruppi della scena contemporanea e dopo “Thanks for Vaselina” tornano in scena a Trieste e in tournee con quest’opera, già insignita del Premio Hystrio Twister 2016.

non te ne andrai? No.

Tutti se ne vanno. Lo so

 I CINQUE PERSONAGGI

All’interno del bar gestito da Mirca (ma di proprietà del “vecchio” di Milo, presente solo in interfono come la voce di Lassù in “Aggiungi un posto a Tavola” e che l’erede non vede l’ora di mandare in ospizio) si incontrano e scontrano le solitudini, le manie, i sogni dei vari personaggi.

Mirca è la barista del locale, ucraina

affitta utero come affitta camere

Disillusa verso gli uomini, dato un passato che esce fuori nel corso dello spettacolo e che non aveva lasciato uno spiraglio che sia uno su una visione alternativa e positiva del sesso maschile avrà modo di ricredersi.

Il destinatario dell’utero in affitto è quello che Swaroski chiama “Colpo di frusta” (Massimiliano Setti).

Se all’ inizio sembrerà vittima di un incidente per via del collare che indossa si scoprirà poi essere vittima di violenza domestica.

Pacifista e lottatore per la libertà del Tibet ha una visione tutta sua del mondo, che Swaroski accusa essere troppo romantica.

E’ colui che cerca di vedere il buono in tutti, come in Sciacallo.

Sciacallo (Pier Luigi Pasino) è forse il personaggio più controverso e sulla carta il più solo, desideroso di piacere e di essere accettato dagli altri.

Non è forse quello che tutti noi vogliamo? Piacere?

Affetto da una sindrome bipolare (con episodi di autolesionismo) è un ladro di case di persone ormai defunte.

Ognuno dei personaggi ha un passato ‘ingombrante’ o un futuro non realizzato, come Swaroski (Paolo Li Volsi), aspirante scrittore senza alcuna ispirazione e a cui l’editore chiede un romanzo sulla Grande Guerra.

Nella sua pungente schiettezza è colui che cerca di mettere in guardia gli altri avventori/amici/frequentatori quasi vedesse già il disegno di ognuno è forse è proprio così dal suo “posto in trincea”

Completa il quadro l’impresario di Pompe Funebri per animali di piccola taglia Milo Cerruti (Gabriele Di Luca), ipocondriaco ,con il sogno di una grande azienda.

L ’uomo si divide tra il sogno dell’azienda e il sogno di mandare il proprio vecchio, razzista e che mal digerisce la sua fidanzata “negra” in casa di riposo.

ANCHE IN NOI C’E’ UN ANIMALE DA BAR

Animali da bar è un’opera dissacrante ma commovente allo stesso tempo, capace di incarnare e rovesciare allo stesso tempo tutti i clichè della società odierna e restituirli allo spettatore.

Razzismo, bullismo, violenza, amore, odio sono solo alcuni degli elementi presenti all’interno.

Possono piacere o non piacere (non credo ci siano vie di mezzo tra le reazioni che provocano) ma di sicuro non lasciano indifferenti, sia per il linguaggio che per le scene, attuali e per niente edulcorate.

A vedere la reazione del pubblico triestino, che ha tributato loro un lungo applauso, quasi a non volerli far più andare via, piacciono.

Forse perché colpiscono l’animo e la vita di chiunque poiché chiunque può riconoscersi nel vissuto dei nostri Animali da bar.

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