Generazione XX, l’Italia di oggi attraverso gli occhi di Anton Giulio Calenda

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Il 27 agosto andrà in scena, in prima nazionale al Todi Festival, Generazione XX, di Anton Giulio Calenda, per la regia di Alessandro Di Muro con Jacopo CinqueAlessio EspositoGiulia FiumeFederico Le PeraLaura PanniaStefano BraminiLida Ricci e Bruna Sdao.

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Come si avvicina al teatro, grazie al lavoro di suo padre o è una passione che sviluppa solo in seguito?

Sicuramente devo ai miei genitori l’interesse per il teatro. Tra un padre regista e una madre attrice, ho quasi vissuto tutta la mia infanzia circondato da tutti i tipi di artisti che, in alcune occasioni, si sono pure divertiti a farmi quasi da “babysitter” quando ero ancora molto piccolo.

Dopo tanti anni vissuti in un clima simile, inevitabilmente ho finito per interiorizzare il linguaggio del teatro e le sue dinamiche.

Per sfruttare al meglio queste conoscenze ho quindi deciso di allargare i miei orizzonti studiando Scienze Politiche così da poter unire la preparazione universitaria su alcuni temi di rilevanza sociale con lo storytelling che solo il linguaggio teatrale può fornire.

Cosa può dirci sullo spettacolo?

Lo spettacolo si intitola Generazione XX e l’ho iniziato a scrivere da quando stavo all’università. Al tempo ero attratto da alcuni temi di filosofia morale che hanno finito per darmi la base su cui scrivere tutta la sceneggiatura.

Tra i vari temi che si toccano durante lo spettacolo, quello più importante, di cui si discute da secoli tra professori e filosofi, è sicuramente la ragione di Stato, i suoi limiti e la sua estensione.

L’obiettivo era di riuscire a creare un mix in grado di portare questo tema davanti agli occhi degli spettatori in modo coinvolgente, per esempio attraverso dei personaggi ispirati agli anni di piombo, e comprensibile a tutti.

Tutta l’opera vuole essere una sorta di indagine, senza pregiudizi, su alcuni dei momenti salienti degli ultimi trent’anni della storia italiana così da poter capire come siamo arrivati ad essere come siamo oggi.

Generazione XX - Anton Giulio Calenda
Generazione XX – Anton Giulio Calenda

E come ha convinto Alessandro di Murro a portare in scena il suo testo?

Ero alla ricerca di qualcuno che potesse darmi un’opinione sul testo di Generazione XX dato che, a forza di metterci mano, ero arrivato ad avere una sceneggiatura di 130 pagine, praticamente una tesi di laurea, e quando l’ho presentato ad Alessandro gli dissi che, secondo me, c’era ancora altro materiale da aggiungere.

Inutile dire che Alessandro ha pensato bene di non ascoltarmi e di tagliare una buona parte di quello che avevo scritto. In questo modo non solo è riuscito ad estrapolare un testo efficace e ottimo per il palcoscenico ma anche ad insegnarmi molte cose su come scrivere un’opera di qualità.

E la compagnia come ha reagito a questo testo revisionato?

Si sono subito sentiti incredibilmente coinvolti sia nel testo che nei personaggi, questo sempre grazie ad Alessandro e alla sua reputazione. Gli attori si fidano totalmente di lui e quando gli ha presentato la sceneggiatura hanno reagito con entusiasmo stupefacente.

Quest’atmosfera è stata molto utile perché, oltre ad ottimizzare tutto il lavoro, ha facilitato l’introduzione di due attori esterni alla compagnia, ovvero Giulia Fiume e Federico Le Pera che, assieme ad Alessio Esposito e Laura Pannia, formano i 4 personaggi principali.

Dopo questo spettacolo ha già altri progetti per il futuro?

Sicuramente continuerò a scrivere altri testi e sceneggiature, il mio obiettivo, che è anche il motivo per cui ho studiato Scienze Politiche, è quello di riuscire a portare a teatro temi legati alla società attuale ma che non sono mai stati portati sul palcoscenico perchè magari considerati ostici da chi non è abituato ai tecnicismi del settore.

Voglio farlo perché credo che sia possibile rendere fruibili a tutti questi temi proprio grazie allo storytelling che solo il teatro gli potrebbe dare.

La razionalità degli studi universitari e la narrativa del teatro in un unico spettacolo, so che sarà difficile ma sono sicuro di farcela. E Generazione XX ne è la prova.

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