Al Museo Revoltella di Trieste è aperta al pubblico la mostra “Monet e gli impressionisti in Normandia“.

Innumerevoli sono i luoghi della costa della Normandia, da Honfleur a Langrune, che hanno modellato, attraverso l’incontro con pittori – quali Monet, Corot, Courbet, Boudin, per citarne solo alcuni – un naturalismo del paesaggio nuovo, anticonformista rispetto al realismo parigino dell’800.

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Il paesaggio del nord della Francia si impose nei dipinti impressionisti mescolando, spesso in modo inaspettato, elementi naturali come le coste alte e frastagliate, quelle basse e sabbiose, le nuvole scure, la terra brulla e i prati, ad abitanti del posto dediti al lavoro e persone in villeggiatura.

In Normandia, terra dai caratteri nordici e contrassegnata da colori tendenti al freddo che prendono corpo nei cieli infiniti e sferzati da forti venti, la luce -a volte pungente – è la materia prima da ritrarre en plein air e lo si nota in tutte le opere della collezione Peindre en Normandieè di Caen, dai prestiti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi, dal Belvedere di Vienna, dal Musée Eugène-Boudin di Honfleur e collezioni private esposte al Museo Revoltella di Trieste.

La capitale degli impressionisti

La mostra si apre con l’oasi di pace della fattoria Saint-Siméon, situata sulla Côte de Grâce e lontana – sia geograficamente che mentalmente – dal Salon parigino.

Fu una sorta di capitale per quei pittori impressionisti come Eugène Boudin, Paul Huet o Louis-Alexandre Dubourg che adoravano ritrarre la natura sublime di quei luoghi, i cieli e le nuvole amate da Charles Baudelaire, assieme ai lavoratori del posto e ai rilassati turisti.

In riva al mare, tra i villeggiatori, c’è anche Camille Doncieux che, nel 1870, fa da protagonista al quadro che Claude Monet (Camille sulla spiaggia 1870) dipinge sulla spiaggia di Trouville, una figura che sembra essere solo abbozzata attraverso poche ma materiche pennellate.

Claude Monet,
Camille sulla spiaggia,
1870,
olio su tela, 30×15 cm,
Parigi, Musée Marmottan Monet

Ma alla spensieratezza di questo quadro si contrappone quello di Gustave Courbet “Marina, mare grosso”: nel 1871 il pittore partecipa alla Comune rivoluzionaria a Parigi e, anche se si dissocia presto dagli insorti che distruggevano i monumenti, viene arrestato per aver partecipato alla demolizione della colonna di Place Vendôme.

Durante la detenzione nel carcere di Sainte-Pélagie dipinge – a memoria dei luoghi e dell’esperienza vissuta nella fattoria Saint-Siméon, anche da lui frequentata solo qualche anno prima- questa tela caratterizzata da un cielo tumultuoso e un mare che sembra stia per inghiottire una barca in pericolo. Una trasposizione di quanto stava vivendo in quel momento il pittore.

La Normandia, però, non è solo costa selvaggia, spesso ostile e ribelle. Stendhal afferma che “Da Saint-Malo a Avranches, Caen e Cherbourg, questo paese è anche quello più ricco di alberi e con le colline più belle di Francia” ed è anche solcata dalla Senna.

Lungo il suo corso, nell’entroterra, da Rouen con i suoi monumenti gotici e stradine pittoresche, fino ad arrivare ai villaggi della periferia parigini come Argenteuil, una natura più pacata è la protagonista dei quadri di artisti come Albert Lebourg, Robert Antoine Pinchon ma soprattutto di Claude Monet, che a Giverny si trasferisce nel 1883 e dove ritrae le sue opere più famose.

Gli impressionisti ed i punti di contatto con Trieste

Una mostra “Monet e gli impressionisti in Normandia” che con Trieste trova molti punti di contatto: non solo per il mare, ma anche per l’atmosfera generale e la luce che anche qui, nel luogo più a nord – e con pochi di quei caratteri tipici – del Mediterraneo, sferzato da venti forti come la bora che fa cambiare velocemente cielo e nuvole, è malinconica e affascinante come quella della Normandia.

Monet e gli impressionisti in Normandia
Museo Revoltella, Trieste
4 febbraio – 5 giugno 2022
Da lunedì a domenica e festivi (chiuso martedì) dalle 9.00 alle 19.00

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