La natura e gli esseri viventi che si riappropriano della Terra. La mafia, precisamente la ‘Ndrangheta, l’onda che devasta case e famiglie.

Sono solo alcuni dei temi al centro dei circa 80 cortometraggi proiettati in questi giorni, e in concorso nella sezione Maremetraggio di ShorTS International Film Festival 2021. Il Festival è in programma a Trieste fino a sabato 10.

Ce lo raccontano, tra gli altri, “Sad Beauty” di Arjan Brentjes e “La grande onda” di Francesco Tortorella

Temi molto diversi ma accomunati da uno stesso linguaggio usato dai registi per raccontarli: l’animazione.

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La mafia raccontata in un modo diverso

Ne La grande onda, Francesco Tortorella ha voluto mettere in scena, non senza qualche ostacolo e difficoltà riguardanti l’autoproduzione del film, una storia che è anche un po’ la sua. O meglio, quella della sua famiglia.

Il nonno Gennaro Musella, ingegnere salernitano trapiantato in Calabria, diventò all’inizio degli anni Ottanta una vittima della ‘Ndrangheta. 

Questo per avere per denunciato un appalto irregolare riguardante la costruzione del nuovo porto di Bagnara, dopo la Grande inondazione che aveva devastato la città.

Ogni scelta però, porta conseguenze. Vostro padre ha fatto la sua scelta, e ormai non si può più tornare indietro

Tortorella descrive in modo semplice e incisivo, attraverso un linguaggio diverso dal solito, per avvicinare chi non conosce il sistema, il momento in cui si passa da una mafia rurale a una dal colletto bianco e doppio petto.

Un cortometraggio che porta con sè una riflessione importante: come la grande onda ha devastato le case degli abitanti di Bagnara; così la grande onda della mafia, ben illustrata nel corto, ha devastato la famiglia di Tortorella. E molte altre famiglie.

The struggle of a man against power, it’s the struggle of memory against forgetting.  Milan kundera

In un mondo fortemente inquinato, una giovane donna piange la scomparsa di specie animali.

Dimenticare. Di certo non si può dimenticare ciò che noi uomini e la popolazione mondiale stiamo facendo al luogo che ci ospita: il nostro pianeta. 

Partendo dal suo passato di pittore, l’olandese Brentjes, ci pone davanti a una riflessione sui rischi dell’inquinamento e su quello che sembra un percorso già tracciato e a cui stiamo andando incontro inesorabilmente. Vedasi alla voce cambiamento climatico e riscaldamento globale. 

L’effetto viene prodotto anche cromaticamente: dal grigio di una città in cui l’uomo concorre alla morte di altri esseri viventi, si passa al verde di una natura che, ineluttabile, finisce per riprendere i suoi spazi.

A scapito degli esseri umani, sempre più malati.

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