Simone Cristicchi porta in scena l’utopia di David Lazzaretti, il secondo figlio di Dio

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Simone Cristicchi, ancora una volta con l’attenta regia di Antonio Calenda, come nel precedente spettacolo, sceglie di portare in scena, Il secondo figlio di Dio, dedicato alla vicenda umana e spirituale di David Lazzaretti, il predicatore che, nella seconda metà dell’Ottocento, aveva fondato una comunità di fedeli sul Monte Labbro, dando vita al movimento chiamato “giurisdavidico”.

Una storia che se te la raccontano non ci credi e se non te la raccontano non la sai.

Sul palco del teatro La Contrada di Trieste poche luci illuminano una figura umana che alla fine scopriremo essere quella di Antonio Pellegrini, il carabiniere in licenza di stanza a Livorno che uccise David Lazzaretti.

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Un carretto (barroccio), che man mano si trasforma da strumento di lavoro del Lazzaretti a sedia pontificia, a chiesa in costruzione, a pulpito, ad altare della Madonna Tutto molto essenziale, solo l’indispensabile nello spazio scenico concepito con grande abilità da Domenico Franchi.

Chi era Davide Lazzaretti?

Siamo nell’Italia a cavallo dell’unificazione e, più precisamente, nella Toscana della zona del Monte Amiata.

Qui nacque ad Arcidosso nel 1834 Davide Lazzaretti, di professione barrocciaio (carrettiere) come il babbo.

La prima parte della sua vita è fatta di visioni mistiche relative al suo futuro e proprio in seguito ad una di queste esperienze si recò a Roma per incontrare il Papa Pio IX, senza riuscire nei suoi intenti.

Ogni sogno ha una voce precisa, e sta dentro ognuno di noi. Solo i matti, i poeti, i rivoluzionari, non smettono mai di sentirla, quella voce. E a forza di dargli retta, magari poi ci provano davvero a cambiarlo, il mondo.

Frustrato, al suo ritorno, si dedicò ad una vita di solitudine e meditazione. In questi periodi di lunga meditazione le sue idee di società cominciarono a prendere forma e fondò La Santa Lega e la Fratellanza Cristiana, scatenando dure reazioni che sfociarono in poco tempo nell’arresto per frode.

Ma la reclusione gli servì per definire ulteriormente le sue idee. Dopo pochi mesi le accuse caddero e fece ritorno nella sua terra natìa dove fondò la “Società delle Famiglie Cristiane”, un esperimento dove riuscì a mettere in pratica i dettami del Vangelo attraverso una vita “collettiva” in cui ognuno non faceva il proprio benessere ma quello dell’intera comunità.

Una comunità che giorno dopo giorno aumentava fino a raggiungere il numero impressionante di 5.000 persone, svuotando di fatto le campagne e soprattutto azzerando i braccianti che lavoravano le terre de ricchi proprietari terrieri che cominciarono a lamentarsi con l’ordine costituito.

Gli Stati Uniti d’Europa
David Lazzaretti
David Lazzaretti

Sarà anche stato un visionario ma le sue idee erano meravigliose

Siamo in un’Italia dove ancora in pochissimi sapevano leggere e scrivere eppure lui parlava di creare una società di famiglie cristiane ma dove il punto fondamentale non era la fede come dogma bensì come punto di partenza per trovare un equilibrio tra spirito e materia; dove voleva dare il voto anche alle donne perché tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio; voleva costruire le scuole nelle campagne affinché, con l’istruzione, gli uomini fossero più liberi; voleva fondare gli Stati Uniti d’Europa, un’Europa Cristiana dove l’unico vero capitale era rappresentato dall’uomo.

Ma capirete bene che queste idee sono all’avanguardia oggi, pensate all’epoca. E quindi ennesima condanna per Davide Lazzaretti, stavolta per vagabondaggio e cospirazione politica, dalla quale venne tuttavia assolto a seguito del processo d’appello.

La fuga in Francia ed il ritorno

Stanco di queste continue polemiche, e su insistenza di notabili francesi, nel 1875 Lazzaretti si trasferì con tutta la famiglia in Francia, ospite del magistrato francese Leone du Vachat.

Nel 1877, pensando che i tempi fossero maturi, prova a sottoporre al vaglio del Vaticano le sue “Regole dell’Ordine Crocifero dello Spirito Santo”, ricevendo però l’ennesimo rifiuto e l’ennesima condanna, stavolta per eresia, da parte della Commissione del Sant’Uffizio.

L’epilogo

Il 18 agosto del 1878, pochi mesi dopo la morte di Pio IX e l’ascesa al papato di Leone XIII, David Lazzaretti decise che era ora di annunciare al mondo la venuta del secondo figlio di Dio e che, bisognava farlo con un’imponente, e pacifica, processione verso i santuari di Arcidosso e Casteldipiano.

Ma ad attenderli più a valle c’erano gli uomini della forza pubblica che, dopo aver intimato lo scioglimento della folla e senza averla ottenuta, decisero di sparare ferendo 40 persone ed uccidendone 4, tra cui il “Cristo dell’Amiata”.

Come già fu’ per Magazzino 18, non possiamo che ringraziare Simone Cristicchi ed Antonio Calenda, per farci conoscere storie che

se te le raccontano non ci credi e se non te le raccontano non le sai.

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