Fino al 10 aprile 2023 è possibile andare a vedere la mostra “The Great Communicator. Banksy (Unauthorized exhibition)” una delle esposizioni più complete mai realizzate in Italia sul controverso artista britannico di cui si conosce solo il nome d’arte, appunto: Banksy. 

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Chi è Banksy

Banksy è un artista e writer britannico nato a Bristol nel 1974, ed è considerato uno dei maggiori esponenti della street art contemporanea. Il mistero che avvolge questo particolare personaggio è dovuto al fatto che la sua vera identità rimane sconosciuta. Come nel caso di Elena ferrante, acclamata scrittrice italiana che ha deliberatamente scelto di andare contro le mode attuali decidendo di mantenere l’anonimato, così anche l’artista inglese ha scelto una vita lontana dai riflettori, in modo che al centro dell’attenzione rimanessero solo le sue opere. 

Le opere di Banksy si possono a tutti gli effetti definire “impegnate”, perché riguardano argomenti come la politica, la cultura, la religione e l’etica, spesso con un taglio dissacrante e satirico. I suoi murales realizzati con la tecnica dello stencil, sono feroci critiche sociali che appaiono senza preavviso sui muri e le strade delle città di tutto il mondo. Questo è solo il primo passo della tecnica comunicativa dell’artista: i murales, infatti, viaggiano e diventano famosi grazie alla diffusione in rete di loro fotografie, non diffuse dall’autore ma dal pubblico. 

L’artista ha un intento sovversivo e le sue realizzazioni spesso rappresentano allegoricamente le contraddizioni di questa epoca e la cattiveria tipica dell’animo umano. Le opere di Banksy sono spesso molto dirette, guidate dal chiaro scopo di comunicare un messaggio. Il messaggio non violento ed antimilitarista di Banksy, ad esempio, risulta più che mai attuale in questo periodo storico.

Banksy: la mostra a Trieste

Questa vasta e coinvolgente mostra al Salone degli Incanti di Trieste si concentra su un particolare aspetto riguardante il writer britannico: quello della sua grande capacità di comunicazione (da qui il nome della mostra). Banksy, infatti, utilizzando un linguaggio comunicativo che si può definire “semplice”, traspone temi scottanti e complessi in opere limpide a chiare, rendendole comprensibili ad un pubblico molto vasto e dando vita così alla riflessione sul loro significato. Proprio per questo motivo il suo stile risulta così riconoscibile e lo rende famoso ad un vasto pubblico. La sua volontà di protesta verso la società ed il mondo in cui viviamo lo rende apprezzato soprattutto dalle nuove generazioni. 

Le opere esposte nella mostra sono circa sessanta, provenienti da collezioni italiane e internazionali. Il percorso espositivo divide le opere per generi e temi, accompagnando i visitatori nella comprensione dell’opera dell’artista, anche grazie ad apposite e molto utili didascalie che anticipano ogni sezione e ogni singola opera. 

Per rendere l’esperienza più coinvolgente ed anche più interattiva, la mostra è integrata da scenografie, oggetti, fotografie e anche video che dipingono un quadro sfaccettato attorno alla figura del misterioso artista.

Banksy: le opere esposte

La mostra si apre con una grande e simbolica opera dell’artista, composta da una tela raffigurante una figura umana con le ali, tristemente accasciata al suolo accanto ad una bottiglia (probabilmente di alcol). La tela riporta una delle citazioni più famose di Banksy “People who enjoy waving flags don’t deserve to have one”, in italiano “Le persone che godono sventolando bandiere, non meritano di averne una”, portandoci a riflettere più che mai sul complesso periodo storico che stiamo vivendo.

Immancabile è l’opera forse più famosa ed iconica dell’artista, “Bambina con il palloncino rosso”, che raffigura una bambina che guarda il suo palloncino volare via. Le interpretazioni possono essere molteplici ed è proprio questo il bello, ma personalmente voglio vederla come una rappresentazione della libertà, del lasciare andare in senso positivo, del prepararsi ad un futuro che può e deve essere migliore. 

Una scritta, inoltre, vi perseguiterà per tutta la mostra, in agguato ogni volta che girerete l’angolo: “What are you looking at?”. Anche in questo caso le risposte alla domanda possono essere molteplici e soprattutto personali. In ogni caso la scritta si rifà ad un graffito di Banksy del 2004, realizzato sul Marble Arch di Londra.

Una “Unauthorized exhibition

La mostra al Salone degli Incanti è ovviamente una “Unauthorized exhibition”, un’esposizione non ufficialmente autorizzata dall’artista. Banksy, infatti, restando coerente al suo desiderio di anonimato e alla sua visione anticapitalista, non vende e non espone le sue opere. E neppure riproduzioni o fotografie di esse.

L’artista si è più volte espresso negativamente sul fatto che per vedere una mostra su di lui si debba pagare il biglietto, in quanto lui realizza le sue opere in maniera libera e pubblica proprio perché libera e pubblica possa esserne la loro fruizione.  

Probabilmente è proprio questo l’unico lato negativo di questa mostra, insieme allo shop che conclude l’esposizione e nel quale è possibile acquistare gadget e souvenir a tema. Una scelta espositiva che ricade perfettamente nelle logiche consumistiche tanto denunciate da Banksy. Non penso proprio però, facendo riferimento alla propria consapevolezza personale, che qualcuno debba sentirsi in colpa se ha ceduto a comprare una borsa in tela (perché bisogna ammettere che erano proprio belle).

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