TORNANO AL PICCOLO TEATRO DI MILANO GLI ALLIEVI DELLA SCUOLA DI BALLO DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA

diretta da Frédéric Olivieri

In scena 160 ragazzi fra gli 11 e i 18 anni

Dal 5 al 7 maggio 2023 torna al Teatro Strehler il consueto appuntamento con lo spettacolo istituzionale della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, diretta da Frédéric Olivieri, fra pezzi classici e contemporanei.

- Advertisement -
14, 16 Aprile Spettacolo della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala Balletto in due atti Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala Coreografia: Frédéric Olivieri Direttore: David Coleman Musica: Peter Ludwig Hertel (edizione Mario Bois, Parigi) Scene e costumi: Luisa Spinatelli, rielaborati da Angelo Sala e Maria Chiara Donato Luci: Andrea Giretti

Il programma si apre con la “Presentazione” concepita da Frédéric Olivieri sui frizzanti “Etudes” di Carl Czerny per mettere in luce i diversi livelli raggiunti dagli allievi, dal 1° all’8° corso. Sul palcoscenico sfileranno tutti i 160 allievi della Scuola.

Segue “Balthus Variations”, una creazione che Emanuela Tagliavia, coreografa e docente di danza contemporanea della Scuola, ha ideato su musica appositamente composta da Giampaolo Testoni, avvalendosi dei costumi di Lou Antinori.

I corpi, i gesti, i movimenti delle figure adolescenziali di celebri opere di Balthus come Jeune fille à la fenêtre, Portrait de jeune fille, frère et soeur, Thérèse, La Rue, La Patience, La partie de cartes, rivivono sulla scena nell’interpretazione di 29 allievi fra i 14 e i 18 anni (4°-8° corso) in una costruzione in crescendo, in cui da un assolo iniziale, preceduto da un momento in cui si odono le voci originali di Balthus, della moglie fra le risate dei loro giovani amici, si passa alla moltiplicazione degli assoli quindi a scene che coinvolgono progressivamente un numero maggiore di interpreti.

Attraverso duetti, terzetti, fino a un ottetto, la coralità alla fine ritorna all’atmosfera iniziale. Come sottolinea la stessa coreografa, “inizialmente mi sono soffermata su alcuni dettagli del corpo: mani, gomiti, ginocchia, intrecci fra i corpi, gestualità.

portfolio

Dai corpi sono passata agli atteggiamenti nelle pose e alla luce degli ambienti, che pur essendo calda, presenta zone d’ombra, suggerendo così un’oscurità nascosta, un’inquietudine che può essere percepita da uno sguardo complice. Ho sempre detto ai danzatori di comunicare tra di loro senza pensare di essere guardati, è come se il pubblico spiasse il susseguirsi delle immagini evocative, a volte sospese, a volte ludiche, a volte intime e sensuali”.

Si chiude con un divertissement da “La fille mal gardée”, nella nuova coreografia firmata da Frédéric Olivieri, sulla partitura di Peter Ludwig Hertel con scene e costumi di Luisa Spinatelli, rielaborati da Angelo Sala e Maria Chiara Donato. La fille mal gardée si annovera fra i balletti più antichi ad essere rimasti nel repertorio, essendo nato all’epoca della Rivoluzione francese.

È Jean Bercher Dauberval a curare la prima coreografia del balletto, dal titolo “Le ballet de la paille, ou il n’est qu’un pas du mal au bien”, che va in scena al Grand Théâtre de Bordeaux nel 1789 su uno zibaldone di temi e canzoni popolari francesi. Il balletto conosce nel tempo numerose edizioni e molteplici modifiche nel titolo, nei nomi dei personaggi, nella coreografia e nella partitura musicale. Il Direttore della Scuola scaligera ha scelto la partitura di Hertel, composta nel 1864 per la versione coreografica di Paolo Taglioni per l’Hofoper di Berlino, rappresentata al Teatro alla Scala nel 1880.

Fra le numerose edizioni del balletto nel corso del Novecento si cita la versione che Heinz Spoerli ideò per l’Opéra di Parigi nel 1981, ripresa dal Teatro alla Scala nel 1987 in cui brillavano Carla Fracci, Gheorghe Jancu, Bruno Vescovo e Biagio Tambone, con scene e costumi di Luisa Spinatelli, gli stessi oggi rielaborati da Angelo Sala e Maria Chiara Donato per questa nuova edizione di Olivieri.

Il balletto, che presenta diversi numeri pantomimici come vuole la tradizione del genere comique settecentesco, in cui prevale l’ambientazione contemporanea immersa in un contesto agreste e in una realtà contadina, mette alla prova gli allievi della Scuola di Ballo scaligera non solo sul piano tecnico, dal momento che la coreografia è pensata per esaltare le loro abilità classico-accademiche, ma anche sul piano interpretativo, poiché richiede notevoli doti ironiche e gestuali soprattutto per alcuni dei personaggi, come M.me Simone qui incarnata da un’allieva (Gisèlle Ghidoli del 6° corso) e non da un tradizionale danzatore en travesti. In scena una sessantina di allievi fra il 2° e l’8° corso.

Il divertissement coglie alcuni dei momenti più significativi del balletto, come la “Danza dei nastri”, il “Ballo dell’Albero di Maggio”, con i ballerini che danzano fra una serie di nastri colorati legati a un palo decorato; la “danza degli zoccoli” di M.me Simone, così chiamata per le calzature che generano un ritmo simile a quello del tip-tap e il Pas de deux  finale dei due giovani protagonisti, Lise e Colas, interpretati da Rebecca Luca/Camilla Raina e Filippo Pagani/Alessandro Francesconi, tutti dell’8° corso.

INFO:https://www.piccoloteatro.org/it/2022-2023/scuola-di-ballo-dell-accademia-teatro-alla-scala

- Advertisement -

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.