Tradizione – Il teatro di domani. Vogliamo tradire la tradizione?

 

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Tradizione – Il teatro di domaniUn progetto innovativo prettamente rivolto al mondo dei giovani. I grandi maestri, guide del passato, parlano alle nuove leve riguardo le loro esperienze per insegnare il buon teatro, quello da ritrovare. Il teatro non si può insegnare, ma si può trasmettere. La qualità è un’eco.

Nella splendida cornice della Biblioteca Angelica il 16 novembre ha avuto luogo la presentazione del Progetto Tradizione . Il richiamo alla qualità e il puntare all’educazione del pubblico verso un   teatro a cui dare valore è il messaggio emerso.

Lo sviluppo nato su territorio, specificamente nel quartiere Testaccio di Roma e sede del Teatro storico Vittoria, vede due giovani che esprimono energie potenti rivolgendosi ai coetanei e coinvolgendoli con assiduità e passione.

Tradizione – Il Teatro di domani, la cui ragione etica è molto forte, genera incontri, discussioni, idee, confronti con i grandi maestri, nuove leve e pubblico. Francesco Sala, critico teatrale del Giornale Off, Viviana Toniolo, Direttrice artistica del Teatro Vittoria, Ilaria Ceci e Davide Sacco ideatori e promotori del progetto di avanguardia e di eccezione, ne hanno marcato l’importanza.

La volontà è far dialogare vari soggetti per parlare di teatro. Ne conseguono relazioni e scambi per una corretta indicizzazione verso un’idonea preparazione. Presentare validi progetti teatrali e soprattutto far comprendere come il teatro sia unico e irripetibile, come le sue battute. Infatti, non si può rifare uguale ne copiare.

Partendo dalla conoscenza dello storico teatrale, sia italiano che europeo, si viene condotti alla creazione al nuovo e alla bellezza. Essere manifesto di conciliazione della cultura teatrale tra differenti generazioni è ciò che si propone Tradizione – Il Teatro di domani.

Diverse le tappe del progetto come gli incontri con illustri personalità del teatro italiano, tra i quali Dacia Maraini, Roberto Herlitzka, Gabriele Lavia, Maurizio Scaparro, Michele Monetta, Tato Russo, Mariano Rigillo, Vittorio Matteucci, Viviana Toniolo e Tommaso Le Pera.

Come partire, dunque. Cosa si vuole tramandare alle nuove generazioni teatrali? Questa la domanda che i grandi porranno ai giovani appassionati. Sviscerare pareri sarà reazione a catena.

A seguire, 40 giovani professionisti, già selezionati per CV e formazione artistica, saranno al centro del progetto. Metteranno in scena spettacoli di 15 minuti approfondendo gli studi effettuati durante il percorso. I gruppi meritevoli metteranno in opera uno spettacolo per intero o sotto forma di corto teatrale.

Un premio di 1000€ consentirà loro di poter rappresentare i lavori presso strutture teatrali e proporli a rassegne inerenti il settore cui si rivolgono. Far sentire, così, la loro vivace voce in maniera intelligente. Mentre un terzo gruppo, gli uditori, avrà la possibilità di assistere agli incontri e presentare un proprio studio e poter vincere un premio di 500€.

Interessanti gli interventi, che si sono svolti con successione lineare. Per Sala la realtà odierna si manifesta mediante figure che vivono il teatro in modo differente. Chi lo ama, chi lo usa, chi festeggia le nozze d’argento, chi quelle d’oro, chi lo abita e lo frequenta grazie a corsi amatoriali, chi rimane in memoria come i grandi attori i quali non si possono non conoscere.

E quanti tipi di teatro esistono? Francesco Sala ne elenca vari. D’avanguardia, patologico, teatro-danza e così via, evidenziando le diversità. Ma il problema insito è che il teatro viene anche tradito dal supporto economico che difetta e non permette di avanzare l’aspetto produttivo, quindi le risorse del fare vengono meno.

Ilaria Ceci e Davide Sacco parlano di inizio. Di nostro come luogo comune gettando le basi e facendo si che i teatri rispondano loro propositivi e con positività. Si tesse, così, una rete. Incontro, distribuzione, e una volta superata l’impresa teatrale si passa all’arte.

Viviano Toniolo racconta dei suoi esordi, puntando sulla commedia dell’arte per far ridere il pubblico con pulizia. Dei suoi tempi, senza TV, ove tutto si tramutava in scelta, sia politica sia lavorativa. La necessità di essere attivi, trovare l’idea che risultasse vincente e i mezzi per realizzarla era capacità organizzativa.

Dietro il progetto Tradizione – Il Teatro di domani molte le ardite menti dei giovani. Ogni dettaglio è considerato affinché l’immagine coordinata di Tradizione viaggi di pari passo. Nulla è lasciato al caso. Leaflet, volantini, locandine rosse e blu e linee, fitta rete, puntano sulla comunicazione, sul pensiero e sull’obiettivo che si vuole ottenere. Con grinta.

Educando i giovani al teatro, guidandoli verso idonee grammatiche italiane, “Cosa si va a vedere?”, le prospettive si allargano mediante gli incontri tra attori e pubblico. Il futuro sarà più tangibile per tutti. Basta saper assimilare.

Vogliamo – dunque – tradire la tradizione? Proposta irriverente per la quale, non a caso, è stata scelta la sede della Biblioteca Angelica per divulgarne l’iniziativa. Scopritene il perché in quanto la risposta vi sorprenderà.

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