di Matteo Lucchi

Vincitore del premio “migliore documentario” al Douz Doc Days del 2012, dal 12 giugno arriva nelle sale italiane “Era meglio domani” (Ya Man Aach), un film che, nel caos della rivoluzione tunisina del 2011, segue la vita di Aida Kaabi e di suo figlio Faouzi.
Scritto e diretto da Hinde Boujemaa, il documentario è distribuito da “Cineclub Internazionale” e prodotto da “Cinétéléfilms”. L’opera è stata proiettata in anteprima il 3 giugno al cineclub Detour.

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Nel periodo della rivoluzione tunisina del 2010-2011 (“rivoluzione dei Gelsomini”), seguiamo la vita di Aida e suo figlio Faouzi nella ricerca di una casa e di un modo per sopravvivere in uno stato che, a causa della corruzione e dei disordini, ha smesso di prendersi cura dei propri cittadini.
I due, comunque, non sono disposti ad arrendersi ed arrivano ad occupare abusivamente gli appartamenti vuoti della città pur di avere un letto su cui dormire.
Tra questa ricerca continua e i ripetuti tentavi di riottenere la custodia dei suoi figli dall’assistenza sociale, Aida vede scorrere gli anni della rivoluzione e del rinnovamento senza che questi, però, riescano a toccarla e a cambiare la sua vita.

Punto forte del documentario è la quasi totale assenza di artifici cinematografici. Non c’è uso di luci artificiali o di copioni. I protagonisti devono solo seguire la propria vita.
Vita che, come riesce a trasmettere il film, non viene minimamente toccata o influenzata positivamente dalla rivoluzione che sta accadendo intorno agli “attori”. I cambiamenti e le lotte sociali fanno solo da sfondo alla vicende di una persona comune che, se non fosse stata Aida, sarebbe potuta essere chiunque altro.

<<Quando ho conosciuto Aida – racconta la regista – nel gennaio del 2011, seguivo come molti l’impulso di raccontare la storia della mia Tunisia, con tutti i dubbi e le incertezze che affrontavo ad ogni istante che passava. Una rivoluzione è un momento unico nella vita, quando il paese che si conosceva cambia da un giorno all’altro. Ho avvicinato Aida in strada. Sembrava distaccata da quel che stava accadendo. Questa donna insolente e combattiva approfitta del caos sociale generalizzato per sfondare porte e trovarsi faccia a faccia con i vicini e a volte con brutte sorprese. Nella rivoluzione, Aida trova l’occasione su cui non contava più di cambiare la propria vita: la possibilità di trovare un tetto per riavere indietro i suoi quattro figli >>.

Questa è la realtà raccontata in “Era meglio domani”. Realtà che non esiste dall’altra parte del mondo ma che si trova a poco più di 900 km dalle coste italiane. Grazie a questa prossimità e alla bravura di Boujemaa nel raccontare una storia umana nella sua interezza e crudeltà, il documentario non può che riuscire a toccare e a conquistare nel profondo l’anima dello spettatore.

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