L’idea che si creasse un manifesto delle Parole e degli Stili della comunicazione digitale, ci è sembrato un atto di responsabilità. Abbiamo scelto di abbracciare questa manifestazione perché dal 2012, parliamo e raccontiamo del Teatro, dell’Arte e del Cinema, da questo meraviglioso mezzo che è internet. Mezzo che sappiamo essere gioia e delizia, per chi vi entri in contatto.

Parole O_Stili, è stata una due giorni, che si è svolta a Trieste, per confrontarsi su temi di incredibile attualità. Dove al centro della questione si sono messe le parole e l’importanza del loro ruolo nella comunicazione di quelli che, ancora dopo quasi vent’anni, continuiamo a chiare nuovi media.

O_Stilità delle parole, la questione

Il perimetro è quello della comunicazione nell’era digitale. Un’era in cui, sull’onda democratica del comunicare, tutti possono contribuire alla creazione di una conversazione e di una narrativa, intorno ad un fenomeno o a un argomento.

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Un’era in cui i social network e le piattaforme web, fanno da cassa di risonanza con riverberi su larghissima scala.

Un dibattito che coinvolge non solo gli addetti ai lavori della comunicazione, ma dove tutti giocano un ruolo centrale.

Parole O_Stili, ha messo sul tavolo della discussione argomenti come le fakenews; o la rabbia che spesso gli utenti riversano nel commentare una notizia o piuttosto aggredendo una persona, prendendola di mira con quella trivialità che oggi ci fa parlare di cyberbullismo.

Cosa non è il Manifesto delle Parole O_Stili

Parole O_Stili, non ha puntato il dito contro nessuno. Non è stata una manifestazione guelfi contro ghibellini; bensì un’occasione per prendere atto che qualcosa vada fatta.

Il Manifesto delle Parole O_Stili, non è una questione di bon ton, ma è un tentativo di creare delle linee guida, costruendo un paracadute per chi, per fragilità, cadendo potrebbe farsi più male. La questione è davvero seria.

Perchè Virtuale è Reale
Enrico Mentana a Parole O_Stili - Foto di F.Caperchi / LNV Magazine
Il Direttore del TG di La7 Enrico Mentana

Dall’impegno di produrre un giornalismo che recuperi la fiducia dei lettori, verificando fonti e notizie prima che queste vengano rilanciate con titoli sensazionalistici; all’impegno di tutti gli utenti a tenere a mente che Virtuale è Reale, come recita l’articolo primo del manifesto di Parole O_Stili.

Sembra piuttosto ingenuo l’atteggiamento di chi ancora pensa che ciò che si scrive su post del mondo 2.0 non abbia delle conseguenze nella vita punto vero…anche perché scripta manent!

Lo testimoniano le numerose denunce che periodicamente giungono alla polizia postale, da parte di ragazze molestate sul web prima e nella vita reale poi, perché si sono permesse di scrivere su Facebook una cosa piuttosto che un’altra, salvo poi sentirsi rispondere che le autorità hanno le mani legate.

La nostra è una società che ha delle responsabilità enormi davanti a casi di suicidio per ragioni come quello sopracitato.

Diventa sempre più necessaria una presa di coscienza su quanto sia importante tutelare le fasce deboli coinvolte in tutto questo, che il più delle volte sono le donne, solo perché donne; oppure i giovani adolescenti che, più che rivolgersi ai genitori o alle insegnanti, chiedono ad Ask. Senza dimenticare coloro che, a volte anche per fragilità culturali, cadono vittime di affabulatori bravi a trasformare i propri sostenitori nei peggiori ultras da tastiera.

Noi de La Nouvelle Vague, come webzine, ci riteniamo fortunati a non avere tra i nostri sostenitori nessun facinoroso, merito certamente degli argomenti da noi trattati.

Risulta difficile, infatti, immaginare che un fan di un determinato attore o regista, possa usare la nostra pagina come sfogatoio perché, magari, ci siamo permessi di recensire il suo idolo in maniera negativa. Ma se ciò accadesse, come redazione, ci troveremmo certamente difronte alla difficoltà se censurare o meno determinato commento.

Quella volta che passammo la notte a controllare quella foto

Ci capitò una volta di trovare un commento triviale, per usare un eufemismo, ad una foto scattata durante una luccicante manifestazione di DrugQueen. Lo cancellammo, prima che qualcuno lo leggesse.

Era spiacevole, offensivo non solo per il soggetto che si voleva attaccare, ma anche per chiunque lo avesse letto. Passammo la notte a presidiare in maniera costante il post temendo che quel commento venisse ripubblicato.

Ci rifiutavamo di rimuovere la foto o di chiudere la possibilità agli utenti, che volessero, di commentare; ma allo stesso tempo non volevamo che la nostra pagina fosse usata per mortificare qualcuno. Facemmo male? Non lo so. Ma è dovere nostro controllare.

Ma vi assicuro che sia per forma che per contenuto nessuno si è perso niente.

Una cosa che non capiremo mai è il perché di tanto livore.

ManifestoIl Manifesto e la Manifestazione

La due giorni, ottimamente organizzata da Rosy Russo e dai suoi collaboratori all’interno della Stazione Marittima di Trieste, ha avuto un programma fittissimo con vari panel che hanno visto l’ alternarsi di numerose figure di comunicatori e personalità sensibili al tema della ricerca di una riscrittura di buone pratiche sulla comunicazione.

Non sono mancati momenti istituzionali con la presenza della Presidente della Camera Laura Boldrini e  della Presidente della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani; siparietti divertenti con, ospite a sorpresa, la social star (e tante altre cose) Gianni Morandi, famoso soprattutto su Facebook per l’interazione continua con i suoi fan e soprattutto per il suo modo di riuscire a non perdere mai le staffe anche con chi si diverte a punzecchiarlo su tutto.

Tra le social star non possiamo non annoverare la presenza del Direttore del TgLa7 Enrico Mentana a cui è stato dedicato un incontro ” a tu per tu”. In questo incontro il Direttore ha espresso il suo pensiero che condividiamo pienamente : sul web ognuno può dire quello che vuole ma non può farlo nascondendosi dietro l’anonimato.

Per dirla con le parole di Enrico Mentana

Non diamola vinta ai senza volto

È giunto il momento di scegliere da che parte stare. Per tutti. Perché se è vero che le parole dettano le immagini, le immagini dettano le parole, e al momento non siamo messi benissimo.

Per chi volesse firmare il Manifesto è ancora possibile farlo qui.

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