Il 18 dicembre al Politeama Rossetti è andato in scena il concerto di Simone Cristicchi,  ritornato a Trieste, dopo i tanti successi teatrali e musicali, con il suo “Abbi cura di me Tour”.

Non poteva che finire a Trieste l’Abbi cura di me tour” di Simone Cristicchi.

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Trieste: la sua città, come l’ha definita lo stesso Cristicchi in una serata di grandi emozioni.

La stessa città che tre anni fa gli ha conferito la cittadinanza onoraria; quella stessa città che ha visto nascere e crescere il racconto delle storie di vita legate a “Magazzino 18”.

Un momento talmente incisivo, decisivo e importante che la voce del cantautore ancora si incrina e gli occhi diventano lucidi.

Come quelli del pubblico, che probabilmente lo segue fedele già da prima di Magazzino 18 e che non può fare a meno di ascoltare commosso e in religioso silenzio la parte, centrale, di scaletta ad esso dedicato.

Una commozione che evidenzia come un riflettore l’anima di Cristicchi: una delle tante per cui è difficile inquadrarlo come artista di un determinato ‘tipo’.

Le diverse anime di un cantautore

L’anima così fortemente legata al suo Maestro, Sergio Endrigo, di cui ha lasciato cantare agli spettatori ‘Io che amo solo te’.

L’anima da ammiratore, quando ricorda l’attrice, sì di successo ma anche sfortunata, Laura Antonelli.

L’anima, drammatica e coinvolgente, di cantatorie di vicende e personalità altrimenti dimenticate.

L’anima quindi che ha portato in scena  “Li Romani in Russia”, “Mio nonno è morto in guerra”, “Il secondo figlio di Dio”, il già citato Magazzino 18 (che ha all’attivo 80000 spettatori).

L’anima che invita tramite ‘Manuale di volo per uomo’ a ricordarsi della bellezza che ci circonda.

Perché è vero che la bellezza salverà il mondo ma sta all’uomo preservare questa bellezza.

L’anima più divertente e istrionica che passa da successi come “Vorrei cantare come Biagio” (Antonacci) e Meno male (che c’è Carla Bruni), a momenti di altissima poesia come Ti regalerò una rosa (che gli è valsa la vittoria a Sanremo nel 2007) e la stessa Abbi cura di me (pluripremiata al Festival del 2019).

Abbi cura di me

Abbi cura di me, che fornisce il titolo al Tour ed è la canzone portata dal cantautore all’ultimo Festival di Sanremo, ben si presta come monito.

Ad aver cura di artisti come Simone Cristicchi, portatori sani di una rara ed inestimabile sensibilità verso il mondo che li circonda, fatta di attenzione e di umiltà e di ricerca della felicità.

Felicità,  l’unica strada per l’immortalità.

Ti immagini se cominciassimo a volaretra le montagne e il mare, dimmi dove vorresti andare…

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