La trentasettesima edizione del Festival del cinema Ibero Latino Americano di Trieste si è conclusa ieri sera con le premiazioni dei film vincitori delle sezioni competitive. Nell’edizione di quest’anno, che ha visto come Presidente di Giuria l’attrice Diana Bracho, trionfa il Messico. Migliori film del Festival sono infatti i messicani: Estación Catorce di Diana Cardozo (Concorso Ufficiale) e 499 di Rodrigo Reyes (Contemporanea Concorso).

Argentini invece la Miglior Regia, Néstor Mazzini (Cuando oscurece), e i Migliori Interpreti Marilù Marini e Julio Chávez (Cuando la miro).

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Chavez che, in un videomessaggio di ringraziamento per il Premio ricevuto, ha ricordato il nonno di origini italiane e che da piccolo gli raccontava delle bellezze italiane.

Due personaggi importanti e decisivi per i rispettivi paesi, Cile e Nicaragua, sono i protagonisti del film premiato dal Pubblico, Neruda fugitivo, e del Premio al Miglior Adattamento nella sezione Cinema e Letteratura, Ernesto en la tierra di Manuel Alejandro Bonilla, coproduzione di Costarica e Nicaragua.

Presente in sala per il primo il regista, Manuel Basoalto, che nel ritirare il Premio e ricordando l’attore protagonista del film recentemente scomparso, ha aggiunto

Questo premio del pubblico ha molto a che fare con Neruda, che pensava che la bellezza e la poesia dovessero essere come il pane, per tutti. La bellezza deve essere ampia ed è l’unico modo per difenderci dal brutto che abbiamo intorno quotidianamente, come la guerra così vicina

Ernesto en la tierra ricorda invece la figura di Ernesto Cardenal, il suo essere perseguitato politico fino agli ultimi giorni della sua esistenza, come ricorda il regista Bonilla.

Il regista, nel dedicare il Premio a Cardenal, ha aggiunto

Ѐ un film urgente, che apre una finestra alla riflessione su ciò che è stato e su ciò che è il mio Paese e sulla sconfitta che si sta vivendo sotto il punto di vista sociale e politico a causa della repressione.

Desidero dedicare il premio anche a tutti i nicaraguensi sparsi nel mondo ed esiliati. tra questi, presente nel film, Sergio Ramirez, esiliato in Spagna

Gli altri premi

Non capita spesso la partecipazione e la vittoria di un film di origini panamensi. Va quindi sottolineata la vittoria del Premio Mundo Latino, decretata dalla giovane giuria dell’Istituto Belli di Portogruaro, di Para su tranquilidad, haga su propio museo di Pilar Moreno e Ana Endara.

Il secondo film a risultare vincitore, decretato dalla giovane giuria del Collegio del Mondo Unito di Duino, è Un lugar llamado dignidad di Matias Rojas Valencia, che si aggiudica il Premio Malvinas.

Menzioni speciali delle Giurie al franco-argentino La sombra de los cuervos di Elvira Barboza e al guatamalteco El silencio del topo di Anaïs Taracena.

Premi inoltre al peruviano Samichay, en busca de la felicidad di Mauricio Franco, (Premio Speciale della Giuria e Premio Ital- Iber al Miglior Film).

Il cileno El pa(de)ciente è Miglior Sceneggiatura e Miglior Colonna Sonora del Concorso Ufficiale (Angela Acuña).

Nellla sezione Contemporanea Concorso una volta ancora è messicana la Miglior Sceneggiatura, Hasta el fin de los tiempos di Alejandro Molina; Miglior Produzione sezione Contemporanea Concorso è invece del dominicano Rafaela di Tito Rodríguez.

Premio Speciale della Giuria in questo caso all’argentino Crónicas de un Exilio di Micaela Montes Rojas e Pablo Guallar.

Premio Ital-Iber alla Miglior Sceneggiatura al cileno Mapu Kutran di Roberto Urzúa Castillo.

Il sipario sulla manifestazione però scende stasera con la proiezione, al Teatro Miela, degli ultimi film di una giornata dedicata ai vincitori.

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